"Anton è troppo grande per me, è troppo bello, troppo in carriera, troppo... tutto."
"Irene è ancora una ragazzina, ma c'è qualcosa, in lei, che mi attira fino a farmi dimenticare chi sono e da dove vengo."
I motivi per stare lontani sono tanti ma, complice un'anziana signora decisamente impicciona, le soleggiate coste della Sardegna e una pizza galeotta, Anton e Irene scopriranno che all'amore è impossibile dare una data di scadenza.
La vita di Irene, una ragazza di Assisi che studia ingegneria meccanica e ha la passione per la danza del ventre, sembra destinata a proseguire secondo un percorso già delineato: la relazione con Cesare, l’amicizia strettissima con Giulia, e nel futuro, l’assunzione presso l’azienda dello storico amico del padre, Giorgio Bocci.
Due eventi inaspettati sconvolgono però la vita di Irene: la scoperta che la sua migliore amica, Giulia, è innamorata di Cesare e una molestia sessuale subita da Giorgio Bocci durante una visita all’azienda nella quale sarebbe stata destinata a lavorare dopo la laurea.
Una serie di eventi che determinano un crollo del mondo apparentemente perfetto costruito attorno a lei. E come spesso accade alle persone che fino a un certo momento si erano conformate esattamente alle aspettative degli altri, Irene rivolta il tavolo della sua vita e una sera, dopo aver incontrato l’affascinante interprete Anton (al quale inizialmente racconta di essere un’insegnante di danza), italiano dalle origini russe in Umbria proprio per un lavoro di traduzione per Giorgio Bocci, con un colpo di testa lo invita con lei ad assistere a un concerto a Prato, ad oltre 200km di distanza.
Anche Anton è profondamente insoddisfatto della sua vita, da un matrimonio di facciata e da un lavoro che assorbe in maniera eccessiva le sue energie.
Irene e Anton (che resterà ad Assisi per alcuni giorni, per terminare il lavoro di traduzione al meeting aziendale di Bocci) decidono così di “recitare” la parte dei perfetti innamorati: una specie di gioco che permetta loro di dimenticare l’insoddisfazione delle loro vite e sognare che quello che succede nei romance o nelle commedie sentimentali possa accadere veramente.
Ma non c’è nulla di meno programmabile dell’amore, e quello fra Irene e Anton non svanisce infatti in soli tre giorni…con l’aiuto di Gemma, un’anziana e bizzarra signora per la quale Irene ha iniziato a lavorare come assistente, il loro amore potrebbe forse avere una seconda possibilità….
Sui tuoi fianchi è un romance dalle molte chiavi di lettura: incentrato sulla storia d’amore tra Irene e Anton e su una variazione sul tema del canovaccio degli “innamorati per convenienza” che poi si innamorano perdutamente davvero, il romanzo di Arianna Ciancaleoni attraverso la storia d’amore affronta anche temi sociali importanti.
L’apparente perfezione delle vite già incasellate sui binari della sicurezza sentimentale, economica e lavorativa sono spesso delle soffocanti prigioni, come lo possono essere la famiglia e certe amicizie, e spesso solo un incontro amoroso inatteso ci può dare la forza di rovesciare il tavolo. Un altro tema affrontato con grazia tra le righe è quello delle molestie che alcune donne sono costrette a subire soprattutto se operano in ambienti di lavoro a prevalenza maschile come la protagonista Irene. Oltre ai personaggi di Irene e Anton, segnaliamo quello solo apparentemente secondario di Gemma, l’adorabile anziana e stravagante signora per la quale Irene lavora come assistente.
Un altro pregio di Sui tuoi fianchi è quello di ambientare la storia di Irene e Anton nella realtà dell’Italia di provincia, dall’Umbria della quale è originaria l’autrice a Prato, alla Sardegna nella quale abita Anton.
Un’Italia della quale i media parlano pochissimo, e nella quale spesso chi vi abita ignora la bellezza nella quale è immerso: in un passo del libro la stessa Giulia confessa di non passare da molto tempo nel centro storico di Assisi dove abita…
Un romanzo appassionante nello stesso tempo leggero e profondo, impreziosito anche dalla bella cover e dalle citazioni musicali e non che aprono ogni capitolo.
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