È strano: io, che non faccio mai caso a nessuno, oggi ho fatto caso a lei. E non vedo solo una ragazza bruna, seduta su uno scalino, intenta a leggere. Vedo lineamenti perfetti, che si stagliano nello spazio attorno a lei, labbra di cui immaginare il sapore, ma anche sogni, speranze, vita.
«Cosa vuoi per lasciarmi studiare in pace, Edoardo?» Sorriso finto, pazienza al limite.
«Un appuntamento» replico in fretta.
Giulia resta immobile, senza scomporsi.
«Stai volando troppo in alto, Icaro.»
La guardo. Lei mi guarda. Il silenzio tra di noi è quasi comico, perché sembra che i nostri occhi si stiano dicendo tutto.
Voglio uscire con te.
Non so se posso fidarmi.
Certo che puoi.
Questo lo dici tu.
E poi ecco, una nuova sensazione: per un attimo mi sembra di scorgerlo in mezzo al vuoto cosmico che mi avvolge. Mi sembra di vedere il suo sorriso. Provo a dire il suo nome, ma la mia voce è sotterrata nei polmoni e non viene fuori.
Edoardo.
I suoi occhi verdi.
Il suo sorriso.
C’è solo Edoardo.
Mi spingo dentro di lei, appropriandomi della sua bocca, mentre le dita di Giulia premono sulle mie spalle.
Fare l’amore con lei non si avvicina a nessuna esperienza fatta in precedenza. È come diventare una sola cosa, come se fossimo l’uno l’estensione dell’altra. Mente, cuore, anime: è tutto in equilibrio perfetto, e da questo non si scappa.
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