Uno scambio di persona fa incontrare Leonardo e Nina. Un fraintendimento, un’istintiva rabbia, poi un’inaspettata connessione. E dalla mente di Leonardo, Nina non riesce proprio andare via. È così che inizia il loro rapporto, che si regge su una superficie precaria, al di sotto della quale fluttuano omissioni e dolori, cuori che battono forse più forte di quello che vorrebbero. Senza comunque riuscire a smettere di farlo. È un racconto di frammenti di vite, quello che ci propone Laura Vegliamore in questo “La parte sinistra”, che arriva cronologicamente dopo “Novembre”, ma è qualcosa di completamente diverso, di nuovo. Perché, in fondo, Leonardo e suo fratello Adriano sono gemelli, sì, ma completamente diversi nell’animo.
Qui troviamo un Leonardo che ama e che ha paura, che soffre e gioisce, che vuole andare avanti, liberandosi di ciò che lo tiene ancorato al rancore e alla rabbia. E Nina, che avanti c’è già, che è cresciuta per forza. Qualcosa di puro, qualcosa di estremamente delicato li unisce. E il pericolo che proprio la paura di farlo crollare possa alla fine mandarlo in frantumi, aleggia sulle teste di entrambi.
“La parte sinistra” è strutturato per accompagnare il lettore per mano nella vita di persone complicate e semplici allo stesso tempo, vere e mai finte sia nel bene che soprattutto nei momenti di difficoltà.
«Tu l’hai indovinato subito, Leonardo. E io, che sono una bambina romantica che non impara mai, ci ho visto dentro chissà cosa… e ti ho sentito mio. Soltanto mio. In un modo così terrificante e bello da farmi mancare il respiro per un attimo. Eri già mio dopo così poco. Forse già ti amavo e non me ne rendevo conto. Magari ti amavo da tutta la vita, dovevo solo incontrarti.»
Ma porca puttana. Penso di svenire a breve. Troppo, tutto insieme, io non lo reggo.
Ci guardiamo per un istante lunghissimo, ci scambiamo miliardi di parole, infinitesimali pezzi d’anima. Quanto ti amo, Nina.
«Quando ci vediamo?»
Sento le sue mani tra i capelli, sul viso. Il sapore di Nina misto a quello dolciastro della crema che mi ha spalmato poco fa.
Ci baciamo e siamo nati solo per questo, e nient’altro. E la sera non esiste, il fastidio al ginocchio si spegne, il mondo si accende e diventa solo Nina, solo lei e noi e basta.
«Volevo baciarti da tanto tempo» dice poi, con la fronte poggiata sulla mia. E sono piegato su di lei, che è più bassa e più piccola. Che sembrava così fragile e invece mi tiene stretto a lei così forte che vorrei sparirle dentro.
Le scosto i capelli dalla fronte, appiccicosi di crema, ormai sparsa ovunque. Profumiamo di torta e desiderio, la faccia mi brucia, proprio sotto le sue dita, ma non me ne frega niente.
«Anch’io» sussurro, senza voce e senza difese. Ed è vero, porca puttana.
Laura è nata a Roma nel 1989. Dopo essersi diplomata in recitazione all’Accademia Internazionale di Teatro si è trasferita a Parigi dove ha vissuto per tre anni, lavorando come agente museale. Appassionata di storia e luoghi antichi, lettrice devota fin dall’infanzia, ha sempre adorato scrivere e, una volta tornata in Italia, si è decisa a dedicarsi a questa passione anima e corpo. Ha pubblicato il romanzo storico Terraferma. Per Words Edizioni ha esordito con il romanzo di narrativa contemporanea Novembre. La parte sinistra è lo spin off di Novembre.
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