Angela è una quattordicenne piena di vita, che, a causa di una caduta
da cavallo, si ritrova su una sedia a rotelle. La sua è una condizioneirreversibile che cambia radicalmente la quotidianità della ragazza e
quella dei suoi familiari. La madre Luciana, all'inizio, nega l'accaduto
rifiutandosi di accettare che Angela ha definitivamente perso l'uso
delle gambe.
La ragazzina, al suo rientro
dall'ospedale, dietro pressione delle amiche, riprende a uscire, anche
se le barriere architettoniche non le sono d'aiuto e limitano la scelta
dei posti a cui può avere accesso a bordo della sua carrozzina.
Alla
fine dell'anno scolastico, si diploma a pieni voti e decide di
iscriversi al Liceo Classico, insieme alle sue due amiche di sempre,
Ilaria e Giada.
Sebbene le difficoltà, nella sua
nuova condizione, non manchino, Angela non smette mai di lottare, dando
prova di tenacia e forza d'animo.
Passano un paio
di anni e l'incontro casuale con la sua ex insegnante di sostegno le
apre nuove prospettive. Potrà finalmente mettere la sua esperienza al
servizio degli altri lottando con loro per un obiettivo comune, perché
l'unione fa la forza e ciò che conta è non arrendersi, qualsiasi cosa
accada.
Angela è una quattordicenne e l’energia non le manca. Ama i cavalli, tanto che decide di iscriversi al corso di equitazione, ma proprio la sua passione, per una caduta sfortuita, la costringe per sempre su una sedia a rotelle. Lei, che aveva una vita davanti a sé piena di allegria e di spensieratezza, ora si sente perse e inutile.
È difficile per un’adolescente avere l’animo smarrito nei meandri del dolore e della sofferenza, con il mondo che ti crolla addosso dall’oggi al domani.
Ma lei è una ragazza caparbia e non è sola ad affrontare il suo dramma: C’è suo padre, sua madre e suo fratello minore, Francesco che le vogliono bene e la supportano.
Ci sono le sue due amiche del cuore, Giada e Ilaria, che la amano e fanno di tutto per non farla soffrire, anche nascondendole la verità sul ragazzo di cui Angela si è invaghita ma che invece le ha preferito un’altra.
Angela però non ama piangersi addosso, e spronata dalle sue amiche e dai familiari, lotta con tutte le sue forze per andare avanti nella vita nel migliore dei modi.
Un coraggio, quello della protagonista, narrato dall’autrice con un pragmatismo che tocca sì il cuore, ma che non lascia spazio all’inquietudine, alla malinconia, all’infelicità e allo sconforto.
Il lettore si immerge e riemerge come un naufrago tra le pagine deliziose di questa storia, con la speranza di salvarsi insieme alla protagonista nel mare della sopravvivenza che una disabilità comporta.
La Pontecorvo, con tocco magico e stile colloquiale, riesce a condurti dove lei vuole, accostandosi ai lidi dell’animo umano, dove spesso tutto tace e tutto si rinnova di bellezza, di luce e colore.
Quello che importa, è che Angela non perda la fiducia in sé stessa, che si ami comunque siano andate le cose e che comunque continuino ad andare.
Ottimo il riferimento che l’autrice fa nel suo libro riguardo alle barriere architettoniche; un limite per chi ha difficoltà a muoversi, che ostacola ancora di più, impedendo alle persone di vivere la propria vita liberamente.
Cos’altro dire:
Un grazie veramente di cuore all’autrice, per averci regalato questa chicca di saggezza e consapevolezza, che noi esseri umani,
(come scriveva Nietzsche nel suo capolavoro: (“Umano troppo umano”) ancora non si è mai abbastanza.
E aggiungo: Non si deve mai aver paura di volare, anche se a volte la vita ti tarpa le ali.
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