Cosa succede quando si uniscono una rossa delle dimensioni di un folletto, un giocatore della NHL e le bellissime Hawaii?
La violazione del contratto.
Essendo cresciuto in una famiglia di giocatori di hockey, Caleb Prescott conosce meglio di chiunque altro i pro e i contro di una stagione. Se c'è una cosa che ha giurato di rispettare, è che è lì per giocare, non per essere il volto dei media.
Sydney Meadows è una laureanda che decide di fare uno stage presso una società di casting. Divertente, vero? Fino a quando non le viene assegnato un compito impossibile: convincere un noto giocatore di hockey, poco presente sui media, ad accettare di partecipare a un dating show.
Ciò che comincia come una sfida, prende decisamente un’altra piega...
«Il programma non deve per forza concludersi con una proposta, ma l’idea è più “un appuntamento con Caleb Prescott.” Farti incontrare qualcuno che non avresti incontrato in altre circostanze. Il titolo dello show è Beauty, ma personalmente penso che debbano cambiarlo…»
«Sai cosa significa beauty?» Ero pronto a scommettere che non conoscesse i termini tecnici riguardanti l’hockey oltre alle regole del campionato.
Parlò lentamente, in modo insicuro, spostando lo sguardo da sinistra a destra prima di posarlo su di me. «Una bella ragazza?»
Scossi la testa e feci un sorriso tirato sebbene la voglia di ridere fosse tanta. «No, un beauty è un giocatore bravo con le mani, che ama il gioco ed è generoso con i suoi compagni. Un ragazzo che la squadra adora ma anche uno che…» cercai di pensare a una parola giusta per definirlo, «…ci sa fare con le donne.»
Fece un piccolo sorriso e annuì un paio di volte. «Ha più senso ora che conosco il significato.» Scosse la testa divertita. «Che tipi che siete voi giocatori di hockey.»
Quando cominciò a rimettere nella sua il taccuino e la penna, le feci la domanda a cui stavo pensando dalla notte prima. «Ci sarai anche tu lì?»
«Dove? Allo show?»
Annuii. «Oh, no. Immagino che questo sia il nostro ultimo incontro.» Sydney sorrise di nuovo. Accidenti, sarei annegato nel suo sorriso. «A meno che tu qualche volta non venga nello Utah. In quel caso, ti offrirò anch’io il caffè.»
«Sì, ti farò sapere.» Sorrisi per nascondere la mia delusione prima di alzarmi in piedi. «È stato un piacere conoscerti, Sydney Meadows.» Le porsi la mano. «Anche se mi hai convinto a fare qualcosa che non volevo fare.»
Si alzò in piedi anche lei e mi strinse la mano. «A dire il vero, hai cambiato idea molto in fretta.»
«Merito di una persona molto persuasiva,» dissi. Anche se sembrava una battuta, intendevo davvero quelle parole. «Posso accompagnarti alla tua auto?» Era venuta lì prima di me e io avevo parcheggiato a un chilometro di distanza.
Sydney chinò il capo, facendo un cenno fuori dalla finestra. «La mia auto è qua fuori ma puoi accompagnarmi se vuoi.»
E io lo feci.
Ma mentre tornavo alla mia macchina, cercai di pensare a un modo per vederla di nuovo.
«Mi prendi in giro?» Le sue sopracciglia si sollevarono e un’espressione delusa si dipinse sul suo viso. O forse era triste. Aveva l’aria triste. «Vuoi fermarti? Vaffanculo, Caleb.» Incrociò le braccia sul petto. «È fottutamente crudele.» Per usare la parola del momento, il suo broncio era fottutamente adorabile, ma furono i suoi occhi lucidi a farmi dubitare del mio piano.
Ma non potevo farne a meno. Cercai di non farlo, ma le mie labbra si sollevarono in un sorriso. «Stai per piangere?» Sì, forse ero un po’ stronzo.
«Vaffanculo, Caleb.»
Rotolò su un fianco con le braccia ancora incrociate. I miei occhi percorsero la sua schiena nuda, il suo culo nudo. Sollevò le ginocchia, spingendo un po’ il sedere verso di me. «Sei solo un fottuto provocatore.»
Ridacchiando, tirai le lenzuola sotto di lei. Erano tutte aggrovigliate e l’angolo non era più infilato vicino ai piedi di Sydney, ma riuscii comunque a tirarlo fino alle nostre spalle. Mi sdraiai su un fianco e la attirai a me, sistemandoci a cucchiaio. Le feci scivolare un braccio sotto la testa e feci serpeggiare l’altro sulla vita prima di spostare la mano appena sotto la curva del suo seno, cosa a cui lei non oppose resistenza.
«La vendetta è un piatto che va servito freddo,» le sussurrai all’orecchio prima di posarle un bacio lì.
«Sei tu quello che ha un’erezione,» mormorò prima di rilassarsi di nuovo contro di me. «Io sono solo spiacevolmente bagnata.» Per dimostrare la sua tesi, sfregò le ginocchia tra loro come se cercasse di trovare una posizione comoda. «Non premere il tuo coso contro la mia schiena.»
Considerando che avevo poco controllo sul mio uccello duro, ignorai la sua richiesta. Invece, tenni il suo corpo vicino al mio e le posai un bacio sulla spalla.
Mignon Mykel è autrice delle serie La Famiglia Prescott e O’ Gallagher Nights. Quando non è seduta in uno Starbucks a scrivere ciò che le dicono i suoi personaggi, fa escursioni sulle montagne dell’Arizona, dove si è appena trasferita.
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