Noah Sandler è uno stimato pediatra presso il Johns Hopkins Hospital di Baltimora.
In lui vivono due anime: una selvaggia che anela la libertà, gli spazi aperti, le corse sulla sua Harley-Davidson; ed una più posata, quella appunto di medico che non si limita al lavoro in corsia ma va sempre oltre per salvare i bambini che incontra.
Un'anima non accetta l'altra e la convivenza non è sempre facile, anzi lo porta ad eccessi di ira, se non ad isolarsi dal resto del mondo.
Solo una persona riesce a placare il suo tormento: una giovane e sensuale maestra di origini irlandesi, una rossa forte e tenace dal cuore grande.
Riuscirà un folletto dei boschi ad addomesticare un orso? L'anima bianca e quella nera potranno mai fare pace e convivere nel cuore di Noah, oppure una delle due prenderà in sopravvento? Ci sarà mai una rinascita anche per Noah?
Primo romanzo autoconclusivo della JOHNS HOPKINS MEDICAL SERIES
Prendo l’iniziativa e gli sfilo la maglietta. Ingenuamente credevo di fare la donna navigata che fa capitolare il bel tenebroso e invece, ancora una volta, sono io che rimango folgorata. Il suo corpo è una tela dipinta, un’opera d’arte. Non parlo dei muscoli tonici, delle spalle larghe, del petto asciutto e degli addominali scolpiti, o almeno non solo di quello. Perché tutta questa roba c’è, eccome.
A lasciarmi senza parole sono i disegni che ornano la sua pelle. Avevo intravisto qualche tatuaggio che, forse per lavoro, cela agli occhi di tutti, ma ritrovarmeli davanti e poterli toccare e osservare da vicino sono uno spettacolo per gli occhi.
Vorrei sapere cosa significano, perché li ha fatti, se sono ricordi brutti o belli della sua vita, momenti o persone che lo hanno segnato. I miei occhi sfiorano la sua pelle: segni tribali, animali, un drago e una specie di tritone e poi il disegno del viso di un ragazzino, Adam.
Mi sembra quasi di star profanando un tempio.
Appoggio la mano con deferenza sul suo petto dove svetta la testa di un cervo con tanto di corna. Questo fra tutti mi fa sorridere, qui non ci vedo sofferenza, ma il suo ego, quella voglia di mostrarsi forte e sicuro, cosa che forse non è, o non del tutto.
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