Recensione Romanzo - BY ELY - K LIKE KEANU di Lavinia Inghirami

 

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Dopo l’abbandono da parte del marito – alla fine di una relazione che per anni si era trascinata e aveva trascinato con sé la sua vita –, una donna riesce a riprendere in mano le redini della propria esistenza e a ritrovare la propria femminilità. Inaspettatamente, l’aiuto arriva proprio dalla sua fantasia e dalla sua indole di sognatrice: nella sua immaginazione incontra e conosce Mr Reeves in centinaia di modi diversi; parla con lui, si apre, gli confessa i suoi più intimi pensieri e si lascia amare e, attraverso di lui, reimpara ad amare se stessa. 

K like Keaun è un romanzo dalla forte valenza di un autobiografia.

Diversamente da altre storie, in questa non si sa il nome della protagonista o se è l'autrice che racconta un pezzo della sua vita.

Partiamo di cosa tratta il libro, prima di dire le mie impressioni di questa lettura.

“ Quando decidi di dividere la tua vita con qualcuno sei pieno di sogni, di aspettative. Sei pronto ad affrontare qualunque cosa perchè tutto ti sembra facile e possibile ora che siete in due, ora che hai lui accanto, lui che condivide i tuoi stessi pensieri, i tuoi interessi, le tue giornate. Lo pensavo anch'io.”

E' una donna che si ritrova da sola, abbandonata dal marito e delusa dall'amore.

Sta attraversando un periodo della sua vita dove non riesce più a provare nulla, come una barca che ha perso la sua bussola e che naviga senza sapere più quale sia la sua giusta direzione.

“ Continuo imperterrita a respirare anche se non riesco a provare emozioni se non quelle che mi stritolano il cuore, senza provare sensazioni se non quelle che mi soffocano l'anima.”

Ha un'anima da sognatrice e proprio grazie a quest'ultima che cerca di evadere e cercare la serenità che si merita.

Inizia a fantasticare su un uomo di fantasia dalle sembianze , però, reali appartenenti ad un attore americano : Keanu Reeves.

Da quel momento in poi immaginerà ogni tipo di vita con quell'uomo immaginario intraprendendo una sorta di percorso che la condurrà verso una guarigione del cuore ed una voglia di tornare ad amare.

“ Avevo bisogno di un'ancora e il mio cervello me l'ha fornita. Ho trovato un modo per risollevarmi e devo dire che è stata una dolce medicina. Stavo affogando, implodendo nella mia malinconia mentre ora respiro serena, la mia mente è aperta e non sento più quel peso e soprattutto alcuni chiodi di quelle vecchie travi che mi schiacciavano il cuore sono saltati.”

Per lei sognare era un rifugio perfetto come protezione dalla realtà stessa.

“ Ho creato mille battiti che in realtà non ho vissuto e disegnato cento notti che ho soltanto immaginato. Fingevo sentimenti e sensazioni, creavo con la mente solo per la paura di non sapere ancora amare se non fingendo in un mondo immaginario. Non sognavo per la mancanza d'amore o per l'assenza di un sorriso o di una carezza ma per l'ansia del cuore, per l'attesa trepidante, per i pensieri che germogliavano fulminei su se stessi.

Era la voglia di vivere, di riempire le ore di battiti, di irregolari respiri che cullavano i pensieri. Fintanto che ho scoperto di avere un cuore che finalmente pulsa lontano dalla mente. E l'ho scritto, sperando di essere riuscita a trasferirlo sulla carta.”

Una storia impostata come una sorta di diario personale, senza un intreccio narrativo vero proprio.

La scrittura è curata, assenza di dialoghi veri e propri hanno reso un poco difficoltosa la lettura, ma che fa molto riflettere.

Un tracciato di vita di una donna che grazie alla sua fantasia ritorna ad aprirsi all'amore ed alla vita.