venerdì 18 febbraio 2022

Segnalazione Romanzo - LA CROCIERA DEL CUORE di Grace Roberts

 





Respiro Readers

vi segnaliamo 

l' uscita 

del  nuovo romanzo dell'autrice italiana Grace Roberts.












TITOLO: La crociera del cuore

AUTRICE: Grace Roberts

CASA EDITRICE: Self Publishing

SERIE: Destiny's Cove Series #3

GENERE: Romance  , Commedia Romantica

PAGINE: 143

PREZZO EBOOK: 2.99

PREZZO CARTACEO: 7.99

DATA USCITA:  18 Febbraio  2022







Lei è una musicista sfinita. Lui è un playboy annoiato. Quello che non sanno è che Destiny è pronta ad agitare le acque.

Cara McGill sta vivendo il sogno di sua madre per suo conto da ormai sette anni. A ventiquattro anni, la sua crescente fama come musicista è diventata un pesante fardello, e la ragazza si ritrova ad anelare una via di fuga. Prendendo una decisione impulsiva, fugge in un piccolo paese in Florida dove spera di reinventare la propria vita.

Il giorno in cui Noah Danielson fece la proposta alla sua ragazza e lei gli rise in faccia, lui decise di aver chiuso con l’amore. Per dieci anni è stato felicemente single, godendosi delle avventure con le turiste, sapendo che queste non avrebbero mai voluto impegnarsi. Nonostante anni di pratica, però, le sue frasi da rimorchio non sembrano funzionare sulla biondina tutto pepe che è appena arrivata a Destiny’s Cove.

Sebbene Cara non voglia avere niente a che fare con il playboy del paese, Noah non ha intenzione di tirarsi indietro dalla sfida. Quando Destiny metterà gli occhi su di loro, riusciranno ad affrontare la tempesta durante la loro crociera del cuore?

Questo è il terzo volume della trilogia romantica di Destiny’s Cove, ma è una novella autoconclusiva che può essere letta individualmente.







Non era andato al pub quella sera; non era dell’umore per flirt inutili o per chiacchierare con Conor. L’amico era al settimo cielo per il matrimonio che si sarebbe svolto a settembre, e non riusciva a smettere di parlarne. Noah era felice per lui, naturalmente, sebbene non potesse negare di invidiarlo un pochino e di temere che, una volta che il suo migliore amico avrebbe fatto il grande passo e si sarebbe trasformato in un padre di famiglia, i loro giorni insieme non sarebbero più stati gli stessi.

Quando lanciò uno sguardo verso la spiaggia, proprio sotto il pontile, gli occhi si fermarono su qualcosa vicino agli scogli. Li socchiuse, riducendoli a due fessure, per focalizzarsi sulla sagoma scura, e notò che si trattava di una persona rannicchiata sulla sabbia. Pensando che potesse essere qualcuno che aveva bisogno di aiuto, si affrettò a raggiungere la spiaggia sottostante e, quando si avvicinò, la luna illuminò il viso della donna: era la ragazza che aveva trovato sulla barca. Si inginocchiò e le prese il polso, mettendo due dita sul punto dove si sentivano le pulsazioni per assicurarsi che fosse viva. A quel contatto, lei sussultò e sgranò gli occhi per lo spavento, scuri e terrorizzati come quelli di un cervo abbagliato dai fari. Noah aveva visto quella stessa espressione solo poche ore prima e non poté fare a meno di sorridere.

«Dobbiamo davvero smetterla di incontrarci in questo modo», commentò, facendo una smorfia per la battuta cliché.

«Mi stai pedinando o qualcosa del genere? Oppure ti sei ripromesso di andartene in giro a svegliare donne?» Aveva un tono infastidito, così liberò la mano dalla sua presa con uno strattone. Non si era reso conto che le sue dita erano ancora avvolte attorno al polso della ragazza. «Hai intenzione di dirmi che questa è proprietà privata e sto dormendo sulla tua spiaggia?»

Lui ridacchiò. Quindi la signorina dall’aspetto innocente era una peperina. «No, questa è una spiaggia pubblica. Ho visto una sagoma sulla sabbia e pensavo fosse un cadavere, perciò sono sceso a controllare. Non credo dovresti dormire qui. Nonostante questo sia un paesino tranquillo, non posso garantire per i turisti e i forestieri. Non è sicuro per una donna restarsene qui fuori da sola.»

«Ah, quindi sei anche sessista oltre a essere uno stalker?» Si alzò in piedi e si strofinò le mani sul retro dei pantaloni. «Perché le donne non possono fare quello che fanno gli uomini e hanno sempre bisogno di un cavaliere dall’armatura scintillante che venga a salvarle, giusto?» Incrociò le braccia sul petto e, nonostante l’oscurità, la luce della luna era sufficiente a permettergli di vedere l’occhiataccia che gli stava lanciando.

«Non sono né sessista né uno stalker. Solo, non credo che sia saggio per te stare qui. Il posto di una signora è in un letto.» Fece una smorfia dopo aver pronunciato quelle parole e anche per il sussulto di lei. «Mi sono espresso male. Non intendevo in quel senso. Io-io-io intendevo…»

«Non so chi credi che io sia o se sei abituato a veder cadere le donne ai tuoi piedi, ma non esiste che venga a letto con te. E, se non ti allontani, ti darò un calcio talmente forte nel punto più doloroso per un uomo che ti garantisco che non riuscirai più ad andare a letto con nessuna per molto tempo.»

Sì, decisamente una peperina. Sebbene si rendesse conto che stava navigando in acque pericolose, Noah non riuscì a trattenere una risata.

«Dico sul serio.» Lei fece un passo indietro, sollevando le mani serrate a pugno. «Ho fatto un corso di autodifesa. So come affrontare uomini come te.»

«Rilassati.» Alzò le mani con i palmi rivolti verso di lei, poi pensò che avrebbe potuto averne bisogno per coprirsi delle parti del corpo più preziose del viso, e lasciò cadere le braccia davanti a sé, per sicurezza.




Noah era in piedi accanto all’imbarcazione e le dava la schiena, quindi lei si prese un momento per fissarlo, approfittando del fatto che lui non era consapevole della sua presenza. Poteva capire perché le donne non riuscivano a resistergli: spalle ampie, gambe lunghe, pelle abbronzata, capelli biondi schiariti dal sole e occhi del colore del mare. Sebbene lei non volesse farsi coinvolgere da un dongiovanni, non era certo cieca.

Lui si voltò proprio allora, e un sorrisetto impertinente apparve sul suo viso mentre si sollevava gli occhiali da sole sulla testa. Senza dubbio stava pensando che lei lo stesse scrutando, il che non era poi molto lontano dalla verità. Cara avrebbe giurato che fosse abituato alle donne che lo guardavano con sguardi lascivi e che gongolasse per quelle attenzioni. Magari aveva persino dato alla barca il nome di una delle sue tante conquiste.

«Ciao», lo salutò, cercando di sembrare disinteressata. Anche se, una volta che lui le fu di fronte – con indosso una t-shirt gialla aderente che gli fasciava il petto e i bicipiti, sottolineando le curve del suo corpo tonico, e un paio di calzoncini cargo verde oliva – provò l’impulso di inventarsi una scusa dell’ultimo minuto per scappare via da lui. Non era più sicura che trascorrere una giornata in mare aperto con quel ragazzo fosse una buona idea, anche se non sarebbero stati soli. Riusciva praticamente a vedere le scritte: “Sbagliato per te” e “Pericolo di cuore spezzato” che lampeggiavano con lettere al neon sulla sua maglietta.

Gli occhi del marinaio la scorsero velocemente da capo a piedi e, nonostante fosse vestita con un abbigliamento decisamente non succinto – t-shirt rossa e jeans corti al ginocchio – quel suo esame accurato la fece sentire esposta, al punto che avrebbe voluto coprirsi. D’altro canto, lui era un playboy ed era abituato alle donne che gli cascavano ai piedi. Non che lei gli interessasse perché era speciale. Era semplicemente un’altra femmina che lui sperava di aggiungere alla propria lista che, Cara avrebbe potuto scommetterci, teneva appesa alla porta del frigorifero.

«Salta su, stiamo per salpare le ancore.»

Lei lanciò uno sguardo oltre la sua spalla, verso la barca, e si accigliò. «Non dovremmo aspettare gli altri?»

«Il barista di Conor non poteva coprire il turno e Giorgia non va da nessuna parte senza il suo promesso sposo.» Salì sulla scaletta di metallo appesa sul lato dello scafo, poi saltò sul ponte e si voltò. «E Kyla non si sentiva bene, dev’essere un qualche tipo di virus allo stomaco, da quello che ha detto Caleb. Quindi siamo solo noi due.»

Lei incrociò le braccia sul petto. «Allora, forse dovremmo rimandare.»

Lui ridacchiò. «Perché? Hai paura di restare da sola con me?»

Sì.

Forse.

Decisamente.



Il rombo di un tuono in lontananza li fece trasalire, interrompendo la chiacchierata su com’era stato per Noah e Conor crescere a Destiny’s Cove. Minacciose nuvole nere si avvicinavano a un’insolita velocità.

«La cosa non promette bene», commentò Noah, alzandosi in piedi e fissando il cielo con un cipiglio. «Ho controllato le previsioni su tre siti diversi, e non c’era alcun accenno a temporali in arrivo. Si muove in fretta. Troppo in fretta.»

Anche Cara si alzò in piedi ed emise un gemito, fissando il cielo. «Ce la faremo a tornare in paese prima che ci colpisca?»

C’era un leggero tremore nella sua voce, e lui non poté biasimarla. Non gli piaceva essere in mare quando il tempo non era buono, specialmente se aveva delle persone a bordo. Sapeva come comportarsi durante le tempeste, ma non voleva sentirsi responsabile per l’incolumità di altra gente.

«Non lo so, però preferirei non rischiare. Quelle nuvole non mi piacciono.» Non voleva spaventarla, benché non potesse mentirle.

«Affonderemo?» I suoi occhi azzurri erano spalancati per il terrore, e un improvviso istinto protettivo lo travolse. Le sorrise, scuotendo la testa.

«Non lascerò affondare questa piccola senza lottare.» Le fece l’occhiolino, regalandole quello che sperava fosse un sorriso rassicurante che avrebbe sciolto la tensione che riusciva a sentire provenire da lei.

«Quindi, cosa faremo?»

«Dovremmo avere abbastanza tempo per raggiungere Seagull Island. Possiamo aspettare là che la burrasca finisca e ritornare sulla terraferma una volta che sarà passata.» Issò l’àncora, poi avviò il motore e si mise al timone, dirigendo la barca verso Seagull Island.

Cara si affaccendò a togliere le cose dal ponte e a riportare tutto in cabina. Lui la seguì con lo sguardo, notando il nervosismo nei suoi movimenti. Per un attimo, avrebbe voluto lasciare il timone e andare a darle un abbraccio, tirarsela contro il petto e dirle che non avrebbe mai permesso che le accadesse qualcosa. Che l’avrebbe tenuta al sicuro, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto. Non capiva da dove provenissero quei pensieri e comunque non voleva dargli troppa importanza. Doveva concentrarsi sull’attuale situazione e raggiungere la sicurezza della terraferma prima che arrivasse il fortunale. Non c’era tempo da perdere con stupide fantasie romantiche. Il comportamento sdolcinato che ultimamente Conor e Caleb avevano gli stava incasinando la testa; lui non credeva nell’amore, solo nell’attrazione fisica e nella chimica. E quello non era certo il momento di lasciare che gli ormoni si mettessero di mezzo.





Grace Roberts è una scrittrice italiana con una smodata passione per l’Irlanda, la narrativa rosa, i film Disney e le commedie romantiche – non necessariamente in quest’ordine. I suoi romanzi sono solitamente ambientati in Irlanda o in piccole cittadine immaginarie degli Stati Uniti abitate da irlandesi. È anche una lettrice accanita che ritiene che sognare a occhi aperti dovrebbe essere un lavoro retribuito e che il mondo sarebbe un posto migliore se fossero i “topi da biblioteca” a governarlo.

Fin da bambina ha sempre trascorso le giornate con un libro in mano, in compagnia degli amici immaginari che trovava tra le pagine, mentre sognava di diventare una scrittrice. I libri di Rosamunde Pilcher sono stati un punto di svolta nella sua vita, ed è stato allora che ha deciso di iniziare a scrivere per puro divertimento le storie che le giravano in testa. Dopo un paio di racconti però, non è più riuscita a smettere e ha voluto trasformare quel suo hobby in qualcosa di più serio.






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