La Morte è tornata.
E ancora una volta insegue il commissario Giano.
Promosso a commissario capo, Nico Giano vive a Napoli con la propria famiglia. A scuotere quel rinnovato equilibrio, due anni dopo i fatti di Folina, è un grave incidente che vede coinvolta la moglie Lara. Così, Nico si mette sulle tracce del fratellastro, che ritiene responsabile di quanto accaduto. Quando però lo ritrova morto, con un messaggio per lui, il commissario perde ogni punto di riferimento. Le cose si complicano quando un misterioso serial killer, amante dell’enigmistica, inizia a inviargli messaggi in codice attraverso le proprie vittime.
In questo secondo romanzo dedicato alle indagini del commissario Giano, tornano i protagonisti del primo volume, gli ispettori Esposito e Cataldi, Spam, Lara Giusti, insieme con nuovi e accattivanti personaggi tratteggiati dall’abile penna di Rita Mariconda.
Un grosso boato occupò l’aria. Parole sospese nell’aria. I vetri dei palazzi e dei negozi si sbriciolarono e con i loro minuscoli frammenti crearono una pioggia mortale sulla gente che fuggiva in tutte le direzioni. Gli antifurti suonarono all’impazzata, soffocando con il loro squillare le urla di terrore. La luce offuscata dalla nuvola di polvere rese il paesaggio spettrale. Dopo il rumore, la morte porta sempre il silenzio, il vuoto che si riempie di buio.
Giano rimase pietrificato in fondo alla strada, gli occhi sbarrati fissi su quell’orrore. Il telefono gli cadde di mano, cominciò a correre come un pazzo e arrivato accanto ai resti della sua vettura si rese conto che la sua vita tranquilla si era appena sbriciolata in miliardi di pezzi.
Il mondo, con tutto il suo peso, calò su di lui, così come il buio che gli oscurò l’anima. Un urlo che non aveva nulla di umano si levò in mezzo a quel caos. Inginocchiato accanto a quello che rimaneva della sua vita, Nico Giano si negò alla propria umanità.
«E non sarebbe meglio morire di vecchiaia?» Il prefetto era all’esasperazione.
«Preferirei di sì, ma se non è scritto nel mio destino…»
«Il destino. Oh, Gesù Benedetto. Va bene, come vuole lei! Sulla scorta, però, non si discute.» La voce non ammetteva alcuna discussione o rifiuto.
«Certo, così se ammazzano me devo avere sulla coscienza altre morti innocenti e figli privati dei loro genitori. È inaccettabile, non posso permetterlo.»
«È il loro lavoro.» Il tono di voce era diventato più morbido, comprensivo. Quelle parole rispecchiavano l’amara verità: quanta gente rischiava la vita per compiere il proprio dovere?
«Allora?» gli chiese Max impaziente.
«Hanno trovato un cadavere a Baia di Bacoli.»
«E quindi?» incalzò Antonio.
«Dicono che stringeva un foglio tra le mani con il mio nome scritto sopra.»
«Annamo bbene, aooò, si ricomincia. Psicopatici, arivamo.»
Il corpo di un uomo di circa quarant’anni, vestito di tutto punto, con i capelli nerissimi e il pizzetto appena accennato, era adagiato su una tavola da surf. La bocca semiaperta lasciava intravedere qualcosa posizionato al suo interno; incollata ai pantaloni c’era una busta gialla con l’intestazione dell’Istituto di previdenza sociale.
Un agente passò al commissario Giano una bustina trasparente che conteneva un biglietto inumidito dall’acqua marina. Sopra c’era scritto: Nel tuo nome, Giano, prego.
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