New Orleans.
La vita scorre tranquilla per i suoi abitanti, ignari dei pericoli sovrannaturali che li circondano. Lupi mannari, vampiri, streghe, mutaforma vivono accanto ai mortali. Una fragile tregua per il momento tiene separati i loro mondi.
Almeno finora.
Una nuova minaccia rischia di rivelare ai mortali la loro esistenza. Per affrontare questo nuovo nemico, che miete vittime tra tutte le fazioni, riusciranno ad andare oltre la tregua e collaborare, o il loro ego e le smisurate ambizioni li porteranno alla distruzione?
La prima cosa che mi viene da dire dopo aver letto questo romanzo, è quanta forza hanno le parole scritte in una storia come questa, quanto vale lo stile e il registro linguistico di un autore.
L’opera di cui vi parlo è divisa in tre parti: I vampiri, il cui protagonista è un vampiro di nome Valentine che ha quasi più di settecento anni. Il vampiro narra la storia in prima persona, a cui seguono intervalli dialogati in cui gli altri due personaggi esprimono punti di vista diversi.
La seconda parte intitolata: I Lupi Mannari, ossia i licantropi, si parla di Laura, che diventa licantropa da poco e quindi fa fatica a concepire questa nuova vita, e soprattutto viverla come nuovo essere. Anche qui, Laura narra in prima persona e dal suo punto di vista onnisciente gli stessi avvenimenti vissuti da Valentine.
I due esseri molto dissimili tra loro, Vampiri e licantropi sono braccati da un cacciatore che possiede poteri sovrannaturali.
Infatti, la terza e ultima parte ha come titolo: Il cacciatore, il cui finale è sospeso (Cliffhanger) come direbbero gli anglosassoni. Uno dei tanti stratagemmi narrativi impiegati nel cinema, nelle serie televisive o in letteratura, in cui si decide di interrompere bruscamente la narrazione quando vogliamo inserire un colpo di scena o di altro passaggio in corrispondenza di un colpo di scena o di un altro momento clou nel quale abbiamo una forte tensione o suspence.
L’ambientazione a New Orleans contemporanea è azzeccata, vista la tematica del romanzo.
Credo che non sia il primo libro che leggo sui vampiri: stessa storia, stesse modalità, nulla di nuovo, nulla di originale. Da quando venne pubblicato il romanzo sui vampiri Twilight, diciamo che niente o poco è cambiato.
Le
note positive, è il registro che usa la giovane autrice per far
narrare il personaggio vampiro e il licantropo in prima persona.
La
storia scorre, non c’è che dire, tuttavia non ho trovato niente di
entusiasmante, oltre i refusi degli apostrofi: (l'aria,
dell'attesa,
altre: L’avevo,
ecc). Ma di queste mancanze non dobbiamo incolpare di certo
l’autrice. Un punto positivo è la descrizione dei personaggi,
ben tratteggiati.
il protagonista è uno dei personaggi a tutto tondo poiché evolve nella
storia: debole e insicuro all’inizio, forte e determinata nella
parte centrale e finale.
A parte queste digressioni, l’opera è
ben costruita, ma niente di più.
Probabilmente, perché una lettrice come la sottoscritta è stanca di leggere storie di guerre tra vampiri e licantropi.
Altra nota positiva che mi ha fatto giungere a confermare il mio voto, è stata la buona descrizione psicologica dei personaggi, la narrazione coerente in ogni passaggio centrale; per il resto; il sangue scorre a fiumi nella mente del lettore e tutto diventa oscurità di immagini viste e riviste.
Comunque, lo consiglio agli amanti del genere.
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