Ambientato nella Torino del 1985, una città allora in piena crisi di identità, che stava uscendo dal ruolo di città industriale senza ancora avere assunto la nuova identità di “piccola capitale” del turismo culturale del passato recente, Concerto in Sol Minore di Ivan Gambina è un romanzo molto coinvolgente che intreccia due storie d’amore, una ambientata nel presente e una nel passato.
Torino, con le sue architetture che ricordano Parigi e la Francia, e il suo antico ruolo di capitale del regno sabaudo, è per alcuni aspetti la città “meno italiana” d’Italia.
La prima è quella fra Ernesto, milanese di nascita che ha lasciato la sua città per sposare l’amata Elena. Dopo 5 anni, arriva un evento inaspettato che mette in grave crisi il loro grande amore.
Nel frattempo, Ernesto diviene professore al Conservatorio di Torino, dove conosce la collega Patrizia e il custode muto Alberto.
Due persone che segneranno profondamente la sua vita. Quella con Patrizia è una sorta di amicizia amorosa, che potrebbe fargli dimenticare la grande delusione seguita alla rottura almeno temporanea con Elena.
L’anziano custode Alberto, di cui diviene amico, sembra nascondere un segreto dal passato. Il ritrovamento di un vecchio manoscritto, la partitura di un concerto risalente agli anni Quaranta, intriga Ernesto che inizia ad indagare.
La ricerca lo porterà sino agli anni del fascismo e a rievocare un grande amore, coronato dalla passione per la musica, tra Alberto (che in realtà è un nome fittizio) allora allievo, e l’insegnante del Conservatorio del tempo. Gregorio.
Un amore doppiamente scandaloso, negli anni del fascismo in cui l’omosessualità era di fatto perseguita per legge anche se non vietata in maniera esplicita (si parlava di condotte disordinate o scandalose, come ricostruisce il libro). Un amore tra allievo e maestro, anche se legati da pochi anni di differenza.
In questa città che lentamente si avvia alla rinascita, Ernesto si sforza quindi di ricostruire il suo rapporto con Elena e di riportare alla luce quella brutta storia di repressione, rendendo omaggio al genio musicale di Gregorio.
Concerto in Sol Minore è il secondo romanzo di Ivan Gambina a cui mi accosto, dopo La Casa di Kimon.
L’autore è molto abile nel raccontare le diverse sfaccettature dell’amore, in questo caso la passione fra “Alberto” e Gregorio, il complicato rapporto coniugale fra Elena ed Ernesto, la situazione magica dell’amicizia amorosa quando tra due persone c’è una tensione sentimentale ed erotica che resta a livello immaginativo (aspetto che, almeno personalmente, ho percepito nel rapporto tra Ernesto e Patrizia).
Molto curate anche le descrizioni ambientali, in quella Torino del 1985 ancora in crisi d’identità e illuminante la ricostruzione storica della persecuzione dell’omosessualità durante il fascismo.
Nella ricostruzione della storia di “Alberto” e Gregorio il romanzo si tinge anche di aspetti gialli. Scrittura fluida, mai banale, sempre di ottima qualità.
Un romanzo da consigliare per la sua versatilità, dal quale traspare l’amore dell’autore per la musica, non riconducibile a un genere specifico e proprio per questo dal mio punto di vista assimilabile alla letteratura tout court e che presenta motivi di interesse per ogni tipo di lettore.
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