Il volume della Pizzi è una moderna opera buffa che riassume la coscienza del femminile nel paradigma di un femminismo nuovo, un pensiero formulato per superare le miriadi di declinazioni in cui si è scissa la matrice originaria. La verità disarmante contenuta nel testo è altresì la stessa della commedia classica greca di Aristofane; verità rivelata con l’uso sapiente dell’ironia e della dialettica per denunciare profonde contraddizioni, evidenti paradossi di una società post-moderna che presenta note di criticità ancora forti sulla percezione del Sé femminile e sui rapporti con l’altro sesso. La chiave di comprensione sta nella conoscenza dell’eccezionalità delle protagoniste, tre poete dell’età classica capitanate dalla famosa Saffo: Erinna, Nosside e Anite. Quattro donne dalla superba esistenza che si trovano catapultate nelle reti informatiche dei nostri giorni a fare i conti con i tranelli della dimensione virtuale. Dimensione che appare privata dai processi di autodeterminazione e di emancipazione che gli spiriti eccelsi delle donne pensavano appannaggio della discendenza femminile. Nel poemetto c’è tutta la tensione irrisolta del femminismo storico…
Alessia Pizzi è nata a Roma nel 1988. È laureata presso l’Università degli Studi di Roma Tre nel 2014 con una tesi in Filologia Classica (Sappho, fr. 147 L.-P.). Voci e maschere femminili in età ellenistica, sviluppata durante un soggiorno di ricerca presso le Bodleian Libraries di Oxford (UK) grazie a una borsa di studio vinta presso l’Università. Dal 2014 lavora nel Digital Marketing come esperta di Comunicazione e Pubblicità Online e porta in giro per l’Italia la Storia delle Donne. Giornalista pubblicista presso l’ODG Roma, nel 2015 fonda “CulturaMente”, un sito di informazione culturale composto da trenta redattori sparsi in tutta Italia, noti come gli “Spacciatori di Cultura”.
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