Respiro Readers
vi segnaliamo
l'uscita del romanzo
dell'autore italiano Angelo Tulli.
TITOLO: Quando il gioco finisce
AUTORE: Angelo Tulli
CASA EDITRICE: Pav Edizioni
GENERE: Attualità
PAGINE: 309
PREZZO EBOOK: 2.99
PREZZO CARTACEO: 16.05
DATA USCITA: 1 Settembre 2019
Con un braccio rotto non si può insegnare a tennis. Il braccio però non è l’unica conseguenza della caduta da otto metri. Il dolore, la condizione d’infermo e la paura di morire, smuovono in Fausto emozioni contrastanti. Come la scoperta di un gioco che lui non conosce. L’azzardo.
Il gioco infatti, come metafora di vita. Chi la prende per gioco e chi gioca con la vita. E dentro l’agone dell’esistenza il destino si diverte a far incrociare le strade di quattro personaggi, mettendoli a contatto ma sempre schivandosi, come Fausto e Chiara; e Nadia e suo figlio. Un randagio di nome Slot.
Quattro elementi di una storia che scorre sottotraccia, in cui l’incomunicabilità, la solitudine e la voglia di riscatto si affideranno al gioco e alle passioni per recuperare una vita
e abbandonare lo squallore del momento.
Esce e guarda fuori. C’è l’aria fresca e trasparente delle notti d’agosto, quelle con gli asterischi nel cielo e il chiaro sulla facciata di casa. In uno di quei momenti che sembrano eterni, incrocia la maestosità di quei muri, una comune casa degli anni Trenta, due piani e il tetto a quattro falde. È chinato in avanti ed è costretto ogni tanto a fermarsi e maledirsi, prima di ritrovarsi a tu per tu col portone, un legno di altri tempi e i puntali d’ottone. Pochi passi per rievocare una vita. Apre e ce le ha tutte davanti, ventisette scale. Da ragazzino le faceva a tre a tre come un ghepardo e non come adesso, aggrappato al corrimano come Cristo in una via crucis.
Arriva su che saranno quindici minuti. È stremato, intravede il letto dietro la porta come un miraggio e prova ad aprire ma è maldestro, lo fa con la sinistra e la chiave s’inceppa; bestemmia. Legge il campanello e alla confusione di prima si aggiunge l’estraneità di quel nome; se fino allora si vedeva un tipo solitario, adesso ha la conferma di essere anche solo. Apre e accende la luce, va verso il mobile e solleva il cordless, ma una voce metallica recita che non ci sono messaggi e che potrebbe riascoltare i precedenti premendo il tasto due. Richiude e sosta con la mano sul legno, quando incrocia una foto. È un quindici per diciotto, dove suo padre punta l’obiettivo con una neonata alle ginocchia, radioso. L’altra vorrebbe non averla mai incontrata, non almeno in quelle condizioni. C’è lui con una coppa davanti e l’avversario al suo fianco, incerto nello sguardo.
La fa volare via, di colpo. Sente sbattere la cornice, i vetri che si schiantano a terra. Li guarda, ha il cuore che sobbalza e si deve appoggiare; poi sfila il cellulare e intravede una tacca, e si chiede perché non gli abbia ancora risposto. Guarda l’orologio, le ventidue e quaranta. Deve solo raggiungere il letto e infilarsi dentro. Provare a sparire.
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