venerdì 27 novembre 2020

Recensione Romanzo - BY ANDREA - SENZA TRACCIA di Viviana Albanese

 
















Secondo volume della Storia di Sara, dove ancora una volta musica e racconto si intersecano per raccontarvi le vicende di Sara e Cristiano con la loro colonna sonora preferita.

Ambientato tra basso Piemonte, Brianza e Riviera Ligure, Senza Traccia è la storia di Sara e della sua difficoltà di affrontare la vita. Dopo un'adolescenza tormentata, segnata da problemi economici e dalla separazione dei genitori, Sara cerca con tutte le sue forze di costruirsi un futuro con il marito Cristiano. Tuttavia la mancanza del supporto della sua famiglia la spinge ad aver paura e a non credere abbastanza in se stessa, tanto da mettere in discussione tutto ciò per cui ha lottato e, come in passato, tanto da mettere in discussione la possibilità di avere un futuro felice. Sara si sente in difficoltà, inetta alla vita nonostante un uomo che la ama e che non smette mai di credere in lei. Questa sua mancanza di amor proprio porterà anche Cristiano alla deriva e uscire da questa situazione sarà tutt'altro che semplice, soprattutto quando anche la musica, che li aveva uniti e che era stata una parte fondamentale della loro relazione, sembra non essere più sufficiente.







Senza Traccia è l’ideale seguito di War, la storia di Sara, la ragazza di provincia cresciuta troppo in fretta che abbiamo imparato ad amare nel primo romanzo della piccola saga.

Il titolo allude alla musica, vero fil rouge dei primi due libri di Viviana Albanese. In Senza Traccia ritroviamo anche altri personaggi di War come Matteo e Arianna, e, soltanto sullo sfondo, il tormentato poliziotto Sebastiano, prima bruciante passione e cocente delusione della vita di Sara.

E’ un titolo bellissimo, la vita è senza traccia, anche quando pensiamo sia incanalata in binari sicuri.

La nostra protagonista in Senza Traccia prova a lasciarsi alle spalle i tormenti dell’adolescenza e del suo primo amore e ricostruire la sua vita con Cristiano, il musicista più grande di lei incontrato nel locale War di Sergio nel primo romanzo, colui che sembra essere riuscito a dischiudere per sempre il suo cuore.

La vita di Sara è una svolta: Cristiano diventa suo marito, fra le perplessità della madre e di una famiglia che mai ha supportato adeguatamente la sua fragilità travestita da forza incrollabile. Se il matrimonio in genere segna una “normalizzazione” nella vita delle persone, infatti è molto usato il termine “sistemarsi” come sinonimo di sposarsi, per Sara questa scelta rappresenta una rottura con la vita stanziale di prima, abbracciando quella mai monotona e itinerante di un musicista come Cristiano Cremagnani.

A differenza degli altri, l’ambientazione di Senza Traccia è più articolata, c’è la provincia alessandrina di Serravalle Scrivia e Stazzano, una sorta di luogo del cuore per Arianna, amica di Sara e importante personaggio del libro, c’è la provincia lombarda, apparentemente simile eppure molto diversa, molto più anonima e spersonalizzante, c’è la riviera ligure e la Versilia dove Cristiano e Sara portano in giro i loro tour estivi.

Sembra che Sara abbia raggiunto un equilibrio perfetto: un grande amore, una vita “senza traccia” libera e anti-convenzionale. Ma l’ombra della sua famiglia, e in particolare della tormentata sorella Giulia, come sempre incombe su di lei e le impedisce di essere totalmente felice.

In Sara ritroviamo moltissimo tratti di Calista detta Cali, la protagonista di Professione Pendolare e What is Love, a partire dai piccoli e grandi traumi familiari che segnano la loro esistenza.

La pessima esperienza che ha avuto come figlia rende Sara incapace di auto-rappresentarsi come madre. E proprio questo tema, quello dei figli, rischia di mettere in crisi una coppia perfetta di opposti che si attraggono come Cristiano e Sara. Riuscirà il loro grande amore a superare l’incapacità di Sara di essere totalmente felice anche quando potrebbe?

Sara, come Cali e Margherita, è un personaggio femminile che ho amato molto, tutti possiamo riconoscere nelle loro insicurezze e nelle loro vite tormentate la realtà di persone che conosciamo e che ci sono vicine nella vita reale.

Senza Traccia rispetto a War è un libro più corale, dove rimangono sullo sfondo Sergio e Sebastiano, ha una certa centralità anche la storia di Marco e Arianna così come quella degli altri personaggi, parenti o componenti del gruppo musicale di Cristiano: Nicola, Cristina, Anna, Giulia, Beatrice, i genitori e in particolare la figura preponderante della madre di Sara.

Con Senza Traccia concludo la lettura delle opere di Viviana Albanese. Ho cominciato dal prequel, i racconti di What is Love? dove ritroviamo molti protagonisti dei libri successivi, e alcuni dei suoi personaggi mi sono rimasti impressi nel cuore, in particolare Sebastiano, Margherita e Cali. I racconti mi hanno fatto venire voglia di immergermi nel mondo di quest’autrice. Trovo che il suo lavoro sia veramente eccellente da diversi punti di vista.

La qualità della scrittura e la delicatezza con la quale descrive le scene d’amore fra i personaggi. La capacità di scavo psicologico e la grazia con la quale affronta temi molto delicati come l’aborto e l’autolesionismo adolescenziale.

La capacità di descrivere con una sensibilità non comune la fitta trama delle relazioni umane, amicizie, amori, rapporti familiari astraendosi totalmente dal contesto storico e sociale (fa eccezione quando in un racconto di What is Love?) si accenna alla morte di Kurt Cobain), che mi ha spinto a paragonare la sua opera al cinema del regista francese Eric Rohmer.

L’eccellente capacità di descrizione ambientale: l’atmosfera della provincia alessandrina, un piccolo mondo nel quale le relazioni interpersonali sono ancora autentiche e dove non hai mai disperso del tutto la connessione con le persone che hai frequentato nel’adolescenza. Che rimane un luogo del cuore, anche se vivi o lavori in un’altra città come Sara e Cali.

Ai lettori consiglio di avvicinarsi al mondo di quest’autrice con l’avvertenza che difficilmente riusciranno a staccarsene, in me ha creato una sorta di dipendenza letteraria. Sta alla sensibilità di ognuno scegliere se seguire la cronologia delle opere o iniziare dal prequel What is Love? come ho fatto io.


















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