venerdì 16 ottobre 2020

Segnalazione Romanzo - L'ESTATE DI CLARA di Marilena Corato

 





Respiro Readers

vi segnaliamo

l' uscita  del romanzo

 dell'autrice italiana Marilena Corato.














TITOLO: L'estate di Clara

AUTRICE: Marilena Corato

CASA EDITRICE: Self Publishing

GENERE:  Narrativa

PAGINE:  328

PREZZO EBOOK: 2.99

PREZZO CARTACEO: 12.44

DATA USCITA: 6 Agosto 2020






Clara ha sedici anni e a quell’età l’estate è un tripudio di emozioni. In piena evoluzione adolescenziale trascorre come sempre le giornate con i suoi amici più cari, tra mille avventure e alla continua ricerca della libertà. E’ convinta che la fortuna non sempre l’assista in amore e cerca di prendere la vita con un tocco di autoironia, ma quell’anno qualcosa cambia. Ivan, il ragazzo dei suoi sogni che a malapena sa della sua esistenza, si accorge improvvisamente di lei e come per magia scatta la scintilla. Nonostante la grande attrazione fra i due, Clara è comunque irrequieta, non sempre riesce a vederlo e qualcosa nei suoi sentimenti non torna. Purtroppo non c’è tempo per lei di capire, partirà per trascorrere le vacanze estive con la sua famiglia e a Ivan non resterà che aspettarla. Quella vacanza però, metterà in subbuglio ancora di più i sentimenti di Clara, qualcosa o qualcuno di inaspettato capovolgerà la sua vita.
Perchè l’amore è così complicato? Riuscirà a capire quello che vuole veramente?








Anno 1994


È luglio e fa un caldo insopportabile. Sto cercando di fare i compiti 


delle 



vacanze mentre grondo di sudore e nel frattempo penso a cosa poter 



barattare con mia madre per uscire questa sera: passare 



l’aspirapolvere? 



Lavare i piatti? Cosa potrebbe convincere quel generale di mia madre?


Mi sembra abbastanza ridicolo dover faticare così tanto per quello 


che 


dovrebbe essere un mio diritto, ma a quanto pare questo è un pensiero 


che 



non tocca minimamente i miei genitori. Ho sedici anni e ho terminato 


con 


successo il terzo anno di Ragioneria, quindi meriterei di uscire come 



tutte 



le mie coetanee e non come se fossi ancora alle medie. 



Oltretutto devo sempre fare tutto da sola in questa lotta per la 



libertà, 



perché se aspetto l’aiuto di mia sorella se ne parla in un’altra vita.



Sto tamburellando la penna sul foglio bianco da un bel po' ormai, 



non ho 



per niente voglia di fare questi maledetti compiti e poi io odio 



matematica. 



A cosa mi dovrebbero servire queste cavolo di equazioni? Mi impegno 



tanto, ma poi il risultato non è mai giusto, certo, potrei chiamare 



Eugenio 



il secchione, abita proprio nel mio palazzo, c’è solo un problema: è 



innamorato di me, di conseguenza dovrei vedere la sua bava cadere per 



tutto il tempo sui miei quaderni. No, grazie.



«Clara!!!», urla mia madre senza



 ritegno. «Quante volte ti ho detto che la 



roba da lavare la devi mettere nel portabiancheria?»



«Uffi!! Sei sicura che la roba è mia? Non può essere di Silvia?», 



rispondo.



«No. Silvia dice che la roba è tua! La sua è già piegata nel 



portabiancheria».


«Cosa la piega a fare se tanto andrà a finire in lavatrice?, continuo in 



modo acido.



«Adesso basta!!! Vai subito a mettere la roba in ordine!!!!»



Mia madre mi viene incontro come una furia e mi sembra anche di 


vedere 


del fumo uscirle dal naso, mi scappa da ridere, ma mi trattengo, 


potrebbe 


uccidermi all’istante se solo lo facessi. Scatto come una molla dalla 


sedia – ormai ho imparato a schivare colpi inaspettati - e mi dirigo in 


bagno per 


adempiere al mio compito, ecco mia sorella in un angolo che ride 


come al 


solito delle mie disgrazie. Si chiama Silvia, ha quattordici anni ed è 


l’opposto di quello che sono io, sia fisicamente che caratterialmente. 


Lei 


ha gli occhi azzurri e i capelli biondi e io sembro uscita da un camino 


sporco, lei è calma e tranquilla ed io la pecora nera, insomma una 


sfiga 


unica come sorella.


«Non hai niente da fare tu?!? Cos’hai da ridere?» La guardo infuriata 


mentre continua a sghignazzare.


«Niente figurati, pensa se ti vedesse Ivan in questo momento…», mi dice 


così a bruciapelo.


Ivan è il ragazzo più bello che abbia mai visto, è più grande di me di 


tre 


anni, ha i capelli neri e gli occhi blu come il mare. Lui sa a malapena 


che 


esisto, non ci hanno mai presentati, ma essendo il cugino del fidanzato 


della mia amica Simona è capitato di incontrarci qualche volta e di 


scambiarci un saluto. Bè, è già un inizio! Ogni volta che sento il suo 


nome 


mi infiammo immediatamente, soprattutto se Silvia si prende gioco del 


mio amore.


«Non ti azzardare a pronunciare il suo nome!!», le urlo infuriata.


Subito dopo le scaravento le mie mutande sporche addosso e lei si 


mette a 


piangere chiedendo aiuto a mamma come se stesse cadendo da un 


dirupo. 


Mia madre in meno di un secondo è in bagno, mi chiedo se abbia delle 


ciabatte particolari, perché quando cammina non la sentiamo arrivare, 


ma 


quando me le tira addosso le sento eccome.


Inizia la solita colluttazione verbale e non solo, odio quando si 


toglie la 


ciabatta e la sventola per aria, sembra una pazza e poi odio quando 


la 


parcheggia sul mio sedere per motivarmi nell’impresa. Cerco sempre di 


dimenarmi come posso, ma qualche ciabattata la prendo comunque. 


Questa volta però non riesce a prendermi subito, sono una saetta e lei 


sta 


per esplodere ad ogni colpo mancato, mia sorella fa finta di piangere 


ed io 


dal nervoso la spingo verso il muro. Peccato che l’urto faccia cadere 


un 


vaso dalla mensola del bagno. Ops! Non è “un” vaso, è “il” vaso. 


Quello 


che zia Assunta ci ha regalato la scorsa estate in onore della laurea 


del figlio.


Mia madre si ferma di colpo e fissa i cocci sul pavimento, sembra che 


non 


stia più respirando. C’è un’aria strana in questo momento, non saprei 


decifrare esattamente i suoi pensieri, ma forse ho qualche vaga idea. 


Si 


rimette la ciabatta ai piedi e come da copione tira fuori l’asso nella 


manica. «Clara». Prende fiato. «Stasera non esci!»


Ti pareva!! Preferivo le ciabattate. Il generale apre la porta del 


bagno – 


che ha chiuso per non farmi scappare - e se ne va in cucina senza più 


voltarsi. In questo momento è meglio non controbattere, ormai mi 


sono 


giocata la serata e la possibilità di vedere Ivan.


Questa sera avrei potuto vederlo di sicuro, ma come al solito sono in 


punizione, tanto ogni cosa che faccio è sempre un’occasione per non 


farmi uscire di casa. Ci sono le giostre in paese e sicuramente lui sarà 


lì 


con un sacco di ragazze intorno. Ed io? A casa. Non posso neanche 


chiamare Simona - la mia amica - per sfogarmi perché mia madre 


controlla il telefono di casa, lo ha spostato in cucina, così lo può 


tenere 


tutto per sé. Non mi resta che preparare la tavola per la cena e 


contenere 


la mia rabbia come se nulla fosse.


Dopo aver apparecchiato mi siedo al mio posto e fingo interesse per il 


cibo, in realtà mangio quello sformato di zucchine a forza e subito 


dopo 


mi chiudo in cameretta. Continuo a rigirarmi nel letto nervosamente 


da 


quando abbiamo finito di cenare, mia sorella sta giocando con un mini-


flipper e i miei genitori sono in cucina come tutte le sere a parlare di 


parenti; mi chiedo: cosa cambia per mia madre sapermi sul letto come 



una scema, piuttosto che alle giostre con gli amici? Avevo preparato 


questa serata da settimane e lei ha rovinato tutto!! Mi conviene 

cercare di 


dormire adesso, almeno avrò la possibilità di sognare. Prima però, 

prendo 


il mio diario segreto e voglio scrivere tutto quello che sto subendo, 

così 


un  giorno, quando sarò grande, avrò le prove di tutto questo e mia 


madre 


non potrà che sentirsi in colpa.










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