Respiro Readers
vi segnaliamo
il romanzo
dell'autore italiano Leandro Conti Celestini.
TITOLO: Alle corde
AUTORE: Leandro Conti Celestini
CASA EDITRICE: Eroscultura Editore
GENERE: Gay Romance Erotico
PAGINE: 366
PREZZO EBOOK: 3.99
PREZZO CARTACEO: 18.00
DATA USCITA: 22 Aprile 2020
Anno 1979, da qualche parte al confine tra Nevada e Oregon, fatto di strade deserte, montagne in lontananza, cieli sconfinati e il silenzio di un pomeriggio inquieto. Tristan è un giovane uomo con un sogno: entrare nel circuito del Professional Wrestling, ed è in viaggio per affrontare il primo incontro che potrebbe aprirgli le porte della nuova carriera. Inizierà così il suo percorso in locali da pochi soldi e match senza regole nelle periferie selvagge del nord America, nella speranza di venire notato dalle federazioni ufficiali ed entrare nel grande giro. Lontano dalla famiglia e dal mondo sicuro della sua piccola città dove mai niente accade, il viaggio lo farà crescere e mutare: dalla scoperta e accettazione della sua omosessualità, alle prime esperienze erotiche con altri uomini fino a rinsaldare il profondo rapporto con il suo Coach, da sempre figura paterna e fraterna al suo fianco. Incontrerà soddisfazioni e vittorie, piacere e godimento, ma anche dolore, incertezze e sconfitte, fino a incrociare la strada con un bellissimo ma pericoloso avversario, e un patto che lo lascerà ferito e solo. Sarà il match finale nella sfavillante città di Las Vegas che gli permetterà di riscattare la sua dignità e la direzione che sembrava aver smarrito? Per la presenza di scene erotiche gay e di cruenti combattimenti, se ne raccomanda la lettura a un pubblico adulto.
Da qualche parte in Nevada US, fine settembre 1979
Sembrava che il tempo non passasse mai in quella giornata di fine estate; il paesaggio si succedeva monotono e solo la luce cambiava: da un sole cristallino, con cieli azzurri e sconfinati della mattina, a un pomeriggio freddo e malinconico, che terminava in un tramonto infuocato perso lassù, oltre le montagne. Non avevi detto una parola per tutto il viaggio, e lo stesso non aveva fatto il Coach accanto a te, concentrato sulla strada e in chissà quali pensieri. Anche se ormai lo conoscevi da quattro anni, ancora non avevi capito dove andasse a rifugiarsi in momenti come quelli e non avevi mai osato chiederglielo. O forse in quel momento era solo stanco.
Ti limiti a stendere le gambe sul cruscotto, cercando una posizione per poterti sgranchire un po’, dopo ore sul sedile. Dallo zaino sul tappeto sotto il sedile, prendi la confezione di pastelli a olio che hai portato con te e inizi distrattamente a disegnare su una delle pagine bianche dell’album: una replica del paesaggio desolato prende forma, con poche auto, le uscite dell’autostrada, i nomi delle cittadine superate in velocità, quasi nomi da fiaba che suonano nostalgici.
«Quanto manca?»
Il Coach sembra risvegliarsi dai pensieri in cui si era immerso e sentire la tua voce lo riporta di colpo nel mondo reale.
«Siamo quasi fuori dal Nevada, ancora due o tre ore e arriviamo in Oregon.»
Ti sei offerto più volte di dargli il cambio alla guida, ma lui non ha mai voluto. «C’è ancora tempo, forse dovresti provare a dormire un po’.»
Alzi gli occhi dal disegno verso la strada, il tuo riflesso scorre improvviso nel vetro anteriore, riesci a scorgere il tuo viso come in un fotogramma di un film. Poi la luce del sole del tramonto ti colpisce, i tuoi capelli rossi si illuminano in un fuoco di boccoli morbidi, socchiudi gli occhi color oro liquido per non essere abbagliato. Anche il Coach si copre il viso con il dorso della mano e abbassa la visiera sul vetro, mentre scorgi il suo profilo squadrato, la barba non fatta da qualche giorno e i segni della stanchezza sotto gli occhi.
«Allora, quando mi parli un po’ di quel tuo amico che incontreremo là?»
«John? Pensavo di averti detto tutto quello che c’è da dire.»
Sorridi mentre passi il colore verde sulle colline della pagina bianca, toccando il cielo azzurro polvere e arancione. Il sole giallo chiaro sta prendendo la forma di frutti, foglie e tralci d’uva, quasi come sospeso nel cielo.
«Tutto? So soltanto che eravate amici in Vegas una decina di anni fa e che dovrebbe presentarci qualche pezzo grosso di una di quelle federazioni su al Nord.»
Il Coach non ti risponde. Accende la radio tenendo gli occhi fissi sulla strada e superando un pick-up bianco sporco; la voce fuoricampo dello speaker radiofonico entra all’improvviso nell’abitacolo silenzioso con un sottofondo di musica e di risate del pubblico.
“Ed è tutto per voi, amici del pomeriggio. Prima di salutarci vi dedichiamo una delle nostre canzoni. Risale a qualche anno fa, ma è un classico, un sempreverde.”
«John è... è un tipo strano, direi» e si gratta il mento ruvido, proprio sotto la fossetta, un gesto che gli hai visto fare sin dalla prima volta che ti ha allenato.
«Non so se avrei davvero voluto tornare in contatto con lui, ma è l’unica occasione che è venuta fuori in un anno di ricerche. E non sapevo più dove andare ancora a cercare.»
Non rispondi e ti senti un po’ strano per aver accettato quella strana proposta, dall’entusiasmo iniziale di un mese fa, stanno nascendo dubbi, paure. Tu volevi una possibilità quanto lui, se non di più, ma tenevi il desiderio nascosto nei tuoi silenzi, nei tuoi sogni a occhi aperti o nelle pagine dell’album da disegno. Ma adesso è anche la prima volta che senti nel suo tono una vena di tensione, quando è sempre stato lui quello che ti ha guidato, che non ha mai avuto dubbi, cui potevi chiedere qualsiasi cosa, quello che non sbagliava mai. L’uomo con quasi vent’anni di esperienza, non certo come te, solo un diciottenne...




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