giovedì 14 maggio 2020

Recensione Romanzo - BY MARTINA - MI RITROVO ALL'IMPROVVISO di Nicoletta Franchi
















Anna è una ragazza normalissima, con una vita tranquilla divisa tra il lavoro, la famiglia, gli amici e la sua gatta Tina.
In un pomeriggio di giugno incontra in un parco del proprio paese Thomas, che si trova lì per lavoro. Tra di loro è subito attrazione e i due iniziano così a frequentarsi.
La loro felicità, però, verrà ostacolata da una persona misteriosa che vuole separarli a tutti i costi.
Una storia moderna, coinvolgente e con un finale inaspettato.







Anna, la protagonista di "Mi ritrovo all'improvviso" è una ragazza come tante, eccessivamente comune. La sua giornata è scandita da ritmi ben precisi: lavora come pubblicitaria, ha una gatta di nome Tina che attende ogni giorno il suo rientro e tanti, forse troppi amici. Proprio questa moltitudine, su cui non ci vengono forniti dettagli esaurienti, è probabilmente la prima pecca del romanzo: tanto di Anna quanto dei suoi affetti, sappiamo molto poco. La narrazione è accompagnata da una sfilza di nomi, non funzionali ai fini dell'intreccio: Anna è circondata da tante persone che le vogliono bene, ma che purtoppo non contribuiscono alla sua crescita in quanto personaggio. Costituiscono solo lo sfondo entro il quale la vicenda si radica. Oltre al lavoro e agli aperitivi, la protagonista si dedica, nonostante la sua proverbiale pigrizia, allo sport: galeotto il parco degli Aironi! È proprio qui infatti, che Anna incontra Thomas, la sua anima gemella. Un colpo di fulmine a tutti gli effetti, e certamente non unilaterale. Anche per il protagonista maschile, purtroppo, la caratterizzazione psicologica lascia molto a desiderare: pochi infatti sono i dettagli sul suo passato che emergono nel corso della narrazione. D'altro canto, più connotata è la descrizione fisica: Anna infatti, non riesce a fare a meno di pensare, a più riprese, a quella maglietta azzurra che non nasconde affatto, anzi, i suoi addominali scolpiti. Per tentare di movimentare l'azione, in medias res, l'autrice introduce elementi tipici del noir: probabilmente l'intuizione sarebbe stata vincente, se fossero stati curati maggiormente i dettagli e ampliato il romanzo, così da conferirgli maggiore respiro e raggio d'azione, evitando anche di affrettare movimenti e sviluppi. Proprio la celerità dell'azione, è la pecca che preclude al lettore la possibilità di affezionarsi ai personaggi, sognando e piangendo con loro. Anche lo scioglimento finale, infrange le aspettative che le precedenti venti pagine, hanno costruito a fatica.













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