Anna è una ragazza normalissima, con una vita tranquilla divisa tra il lavoro, la famiglia, gli amici e la sua gatta Tina.
In un pomeriggio di giugno incontra in un parco del proprio paese Thomas, che si trova lì per lavoro. Tra di loro è subito attrazione e i due iniziano così a frequentarsi.
La loro felicità, però, verrà ostacolata da una persona misteriosa che vuole separarli a tutti i costi.
Una storia moderna, coinvolgente e con un finale inaspettato.
In un pomeriggio di giugno incontra in un parco del proprio paese Thomas, che si trova lì per lavoro. Tra di loro è subito attrazione e i due iniziano così a frequentarsi.
La loro felicità, però, verrà ostacolata da una persona misteriosa che vuole separarli a tutti i costi.
Una storia moderna, coinvolgente e con un finale inaspettato.
Anna, la protagonista di "Mi ritrovo all'improvviso" è una ragazza come tante, eccessivamente
comune. La sua giornata è scandita da ritmi ben precisi: lavora come pubblicitaria, ha una
gatta di nome Tina che attende ogni giorno il suo rientro e tanti, forse troppi amici. Proprio
questa moltitudine, su cui non ci vengono forniti dettagli esaurienti, è probabilmente la prima
pecca del romanzo: tanto di Anna quanto dei suoi affetti, sappiamo molto poco. La narrazione
è accompagnata da una sfilza di nomi, non funzionali ai fini dell'intreccio: Anna è circondata
da tante persone che le vogliono bene, ma che purtoppo non contribuiscono alla sua crescita
in quanto personaggio. Costituiscono solo lo sfondo entro il quale la vicenda si radica. Oltre
al lavoro e agli aperitivi, la protagonista si dedica, nonostante la sua proverbiale pigrizia, allo
sport: galeotto il parco degli Aironi! È proprio qui infatti, che Anna incontra Thomas, la sua
anima gemella. Un colpo di fulmine a tutti gli effetti, e certamente non unilaterale. Anche per il
protagonista maschile, purtroppo, la caratterizzazione psicologica lascia molto a desiderare:
pochi infatti sono i dettagli sul suo passato che emergono nel corso della narrazione. D'altro
canto, più connotata è la descrizione fisica: Anna infatti, non riesce a fare a meno di pensare, a
più riprese, a quella maglietta azzurra che non nasconde affatto, anzi, i suoi addominali scolpiti.
Per tentare di movimentare l'azione, in medias res, l'autrice introduce elementi tipici del noir:
probabilmente l'intuizione sarebbe stata vincente, se fossero stati curati maggiormente i
dettagli e ampliato il romanzo, così da conferirgli maggiore respiro e raggio d'azione, evitando
anche di affrettare movimenti e sviluppi. Proprio la celerità dell'azione, è la pecca che preclude
al lettore la possibilità di affezionarsi ai personaggi, sognando e piangendo con loro. Anche
lo scioglimento finale, infrange le aspettative che le precedenti venti pagine, hanno costruito a
fatica.
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