Respiro Readers
Vi segnaliamo il romanzo
Vi segnaliamo il romanzo
degli autori italiani Giorgio Pulvirenti e Marco Negrone.
TITOLO: Il mattino dopo
AUTORI : Giorgio Pulvirenti e Marco Negrone
CASA EDITRICE: Self Publishing
GENERE: Romance Storico
PAGINE: 287
PREZZO EBOOK: 3.99
PREZZO CARTACEO: 9.90
DATA USCITA: 6 Dicembre 2019
1957. Justin è un giovane adolescente che vive a Montauban, un piccolo paesino immerso tra le campagne del sud della Francia, assieme ai suoi genitori adottivi. La guerra è finita da diversi anni ma ha lasciato ferite profonde sul corpo e nella mente di Benjamin, il padre adottivo del ragazzo, essendo un sopravvissuto del campo di sterminio di Auschwitz. Justin è deciso a conoscere la verità sul suo vero padre e la sua vera madre. Chiede quindi a Benjamin di raccontargli la storia delle proprie origini, che coincide con gli orrori che il padre ha vissuto all’interno del campo di sterminio. Quella che il ragazzo avrà modo di ascoltare sarà una storia forte, cruda, una vicenda che metterà in risalto la tenacia e la caparbietà di un gruppo di ebrei nel trovare un modo per sopravvivere ad una delle pagine più tristi e cruente della storia dell’umanità. Quando tutto sembrerà spacciato, un violino cambierà le loro sorti.
Prologo
Montauban, Francia, Luglio 1957.
Sentii dei suoni provenire dalla cucina di sotto. Erano appena le tre
del mattino. La luce della luna era ancora chiara ed entrava dalla
mia finestra illuminando l’ambiente circostante. Aprii di scatto
gli occhi e dopo che riuscii a mettere a fuoco mi sollevai e mi
sedetti sul letto pronto a incalzare le mie pantofole. Mia moglie
dormiva serenamente e cercai di non provocare il minimo rumore. Aprii
lentamente la porta e notai che una delle luci della cucina era
accesa e che l’ombra di qualcuno si muoveva lungo la parete. Decisi
di scendere per vedere a chi appartenesse. Feci un bel respiro e,
gradino dopo gradino, giunsi di sotto, riuscendo finalmente a capire
di chi si trattasse.
<<Papà, che fai sveglio a quest’ora della notte?>>
domandò mio figlio, sorpreso di vedermi.
<<Justin…
Potrei farti la stessa domanda, figliolo. Che ci fai tu sveglio a
quest’ora? Su, va’ a dormire. Domani devi svegliarti presto per
la scuola>> risposi io preso quasi alla sprovvista.
<<Ma
papà… domani è domenica. Non c’è scuola la domenica…>>
incalzò lui a bassa voce cercando di non svegliare mia moglie al
piano di sopra.
Io riflettei per qualche secondo prima di avvicinarmi alla credenza e
riempire la teiera per metterla sul fuoco.
<<Vuoi un tè? Magari una fetta di pane con del burro e
marmellata?>> gli domandai mentre prendevo la teiera sbuffante
di vapore in mano.
<<Sì, perché no…>> rispose, prendendo il suo solito
posto a tavola.
<<Non
mi hai ancora detto perché sei in piedi a quest’ora, Justin>>
gli chiesi eclissando la sua domanda iniziale.
<<Non
riuscivo a prendere sonno… Fa davvero troppo caldo…>> cercò
di giustificarsi. <<E tu?>> ribatté prontamente.
<<Ho sentito dei rumori e così sono andato a vedere…>>
risposi.
<<Ti chiedo scusa… Non era mia intenzione svegliarti…>>
mi disse dispiaciuto. Glielo lessi negli occhi.
<<E poi anche io ho caldo…>> aggiunsi, ma non servì a
nulla perché conoscevo bene il suo sguardo.
<<Incubi, figlio mio. Incubi>> gli confessai seccamente
esitando qualche attimo.
Mi voltai per posare la teiera sul fornello e rimasi a fissare fuori
dalla finestra con lo sguardo perso nel vuoto.
<<Papà? È tutto ok?>> mi domandò ma per un paio di
secondi sembrai ignorarlo.
<<Sì,
Justin. Adesso sì…>> gli risposi e voltandomi mi sedetti
anche io al rettangolare tavolo in legno scuro della nostra cucina.
<<Sai papà, è da un po’ che volevo chiederti una cosa…>>
prese a dire Justin.
In quel momento stavo imburrando le fette di pane prima di fermarmi
di scatto. Un brivido iniziò a salirmi lungo la schiena.
<<È da qualche tempo che mi chiedo com’erano… i miei
genitori naturali…>> mi disse quasi facendosi coraggio e
prendendo un bel respiro. Io lo fissai negli occhi per qualche
secondo e facendo un sospiro profondo posai lo spalma burro sul
piatto e iniziai a parlare.
<<Beh, sapevo che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato,
figliolo. Io e la mamma lo aspettavamo, e adesso è arrivato. Dio…
non immaginavo così presto… Va bene, cercherò di raccontarti
tutto quello che desideri sapere, ma sappi che è una storia
abbastanza lunga…>> lo avvertii mettendogli una mano sulla
spalla con gli occhi lucidi. Lui sapeva che per me non era mai stato
facile ricordare il passato. Mia moglie glielo diceva sempre, ma
stavolta era deciso a sapere, a conoscere la verità, e non credo ci
sarebbe stata occasione migliore di quella notte, proprio quella,
aspettando il mattino dopo.
Molto interessante :)
RispondiEliminaGrazie mille!
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