Respiro Readers
anche oggi ospitiamo il grande evento natalizio
" UN REGALO SOTTO L'ALBERO"
con cui il nostro blog collabora con tanti altri blog.
Ogni giorno troverete segnalazioni di autrici.
TITOLO: Il sogno di Amos
AUTORE: Riccardo Mainardi
CASA EDITRICE: Giovane Holden Edizioni
GENERE: Narrativa
PAGINE: 264
PREZZO EBOOK: 3.49
PREZZO CARTACEO: 11.90
DATA USCITA: 31 Ottobre 2018
Amos non è un bambino come gli altri: è immortale. Ma, seppur immortale, egli non è né un dio né un eroe. Capace di concepire grandi sogni, dimostrerà che anche quelli impossibili possono realizzarsi. La forza che lo ha reso immortale promana dalle anime dei bambini che, nel corso dei secoli, sono stati vittime dell'umana follia. Queste anime hanno deciso di porre un limite al dolore e di scuotere, tramite la voce di un fanciullo, le nostre coscienze e quelle delle generazioni future, affinché ciò che di orrendo è accaduto non possa accadere mai più. Il loro grido di dolore si leverà potente, e il loro sogno, che Amos incarna, potrebbe spostare l'asse su cui si regge il mondo dal governo degli uomini a quello delle anime. Ma potrà un fanciullo porre un limite all'umana follia e realizzare il sogno di una pacifica convivenza? Lungo il suo viaggio, dalle epoche più remote fino a un imminente futuro, Amos compirà azioni volte a migliorare il mondo fino a escogitare un'originale strategia che potrebbe cambiare radicalmente il corso della storia.
Quando
Amos aprì gli occhi si ritrovò immerso nel buio più profondo.
Allora
li richiuse e piombò in un torpore senza fine, nel grembo protettivo
dell’incoscienza che lo cullava da tempo immemorabile.
Quando
li riaprì fu abbagliato da una luce accecante. Il cielo irradiava
ovunque un fosforescente chiarore.
Masse
infuocate simili a meteore luminose disegnavano traiettorie
irregolari dipingendo l’azzurro di roventi arcobaleni.
Ogni
volta che si schiantavano al suolo un boato assordante echeggiava
in ogni dove.
Giganteschi
pennacchi di fumo salivano lenti da crateri spettrali verso un cielo
oscurato da zolfo e cenere.
Spaventato,
chiuse ancora gli occhi. Per un tempo che a lui parve infinito.
Quando
li riaprì per la terza volta si ritrovò in una foresta
da favola, ai piedi di una
cascata d’acqua cristallina, circondato da acacie secolari dal
tronco possente come rocce sopra le cui fronde volteggiavano grandi
uccelli da preda.
Una
pioggia sottile aveva da poco impregnato con il suo tenue ma
incessante cadere le radici di quegli alberi facendo dischiudere
tutt’intorno fiori gialli, mentre un sole nascente invitava la
natura a ossequiare il nuovo giorno.
Amos
decise che quella era la volta buona.
Si
ridestò dal suo profondo sonno e iniziò il suo cammino.
Dopo
il risveglio non ricordava nulla del suo passato.
Quello
avrebbe potuto essere il suo primo giorno di vita.
Eppure
gli parve di aver già visto quegli alberi. Di aver già sentito lo
scrosciare dell’acqua di quella cascata e il rombo del vulcano che
ruggiva al di là della valle. Di aver già assistito infinite volte
alla magia del sorgere del sole e del suo tramontare.
Gli
sembrò di aver già attraversato quella foresta e quei ruscelli e
che tutto ciò che lo circondava fosse già esistito. Non una, ma
infinite volte.
Anche
quel sentiero impervio che stava percorrendo gli parve già noto,
così come già noto era il luogo a cui lo avrebbe condotto.
Ma
come poteva aver già visto tutto ciò se lui era poco più che un
fanciullo? Un fanciullo bruno, robusto, con gli occhi neri come
l’ebano.
E
perché proprio a un fanciullo sarebbe stato affidato quel gravoso
compito?
Forse
perché un bambino innocente è oblio di tutto ciò che è passato.
Perché
un bambino è gioco. E’ una girandola che gira. E’ un primo moto
verso il mondo e un santo dire sì a tutto ciò che si apre al nuovo.
Per
portare a termine quell’arduo compito che gli era stato assegnato
sarebbero occorse tutte queste qualità e molte altre ancora.
Se
Amos, come tutti i fanciulli, era innocenza e oblio, gioco e
scommessa in un nuovo mondo, in qualcosa differiva dagli altri
bambini. Sì, era assai diverso dai suoi coetanei.
Tutto
ebbe inizio il giorno in cui varcò una porta maestra oltre la quale
si dipartiva una via lunga ed eterna. Vi si era avvicinato perché
aveva sentito bussare forte a quella porta.
Da
allora si accorse che poteva deridere il tempo, un nemico che
soltanto lui batteva ogni giorno senza barare e di cui poteva
serenamente beffarsi.
Ne
percepiva lo scorrere solo attraverso la breve vita degli altri.
Sì,
lui era molto diverso dagli altri bambini.
Amos
era immortale!
Riccardo Mainardi
Classe
1957, laurea in Scienze Politiche alla Statale di Milano, risiede da
molti anni a Rapallo, la sua città natale.
Ha
diretto diverse filiali di un primario istituto di credito prima di
ritirarsi a vita privata e potersi finalmente dedicare alle sue più
grandi passioni: la filosofia e la letteratura.
Ama
scrivere romanzi, poesie, aforismi e brevi saggi.
Esordisce
come narratore nel 2011 con la silloge Le ultime lezioni
dell’anno, edizioni Gammarò, classificandosi secondo al
Premio Letterario Internazionale Per un mondo migliore.
Ha
vinto numerosi concorsi letterari e di filosofia nelle sezioni
narrativa, poesia, saggistica e aforismi. Fra questi, nel 2014 si è
aggiudicato il primo premio al Concorso Letterario Scriviamo
Insieme di Roma nella sezione narrativa inedita con il romanzo
Polvere nella nebbia, successivamente pubblicato da
Liberodiscrivere Edizioni. Quest’ultimo romanzo figura altresì fra
i dieci finalisti del Premio Carver 2015 e ha ricevuto altri 4
riconoscimenti.
A
fine 2018 pubblica con Giovane Holden Edizioni il romanzo
storico-fantasy Il sogno di Amos, che si classifica primo al
Premio Books for Peace di Roma(sezione Fantasy), si aggiudica
un trofeo speciale della giuria al Premio Città di Sarzana 2019 e
risulta finalista ai Premi Bukowski e Toscana in Poesia (sezione
narrativa).
Negli
ultimi anni ha vinto sette premi nazionali di filosofia.
Fra
questi, si è classificato primo al Premio Nazionale di Filosofia
Alla ricerca dell’anima con un saggio sul tema “Anatomia
del rispetto” (Modena 2016) e ha ottenuto la vittoria al Premio
Nazionale di Filosofia Le figure del pensiero, sezione
Articolo filosofico (Certaldo 2018). L’anno successivo si
classifica secondo nello stesso concorso con il saggio sul tema “Dove
abita il bello?”.
L’autore
ha di recente ultimato la stesura del suo quarto romanzo intitolato
Mistress, finalista al Premio Letterario Internazionale Città
di Como 2019 per la narrativa inedita.
Indirizzo posta
elettronica: riki.mainard@gmail.com
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