All'opera terza, la scrittura di Riccardo Bassi si tinge di mistero. Intrighi polizieschi, strane apparizioni, incredibili sparizioni e spunti di fantapolitica sono gli ingredienti portanti del suo romanzo con i quali, sullo sfondo di una Bologna carbonara (in odor di carboneria mazziniana e di rock alla Luca Carboni), cucina un piatto tutto italiano, tra Montalbano e Nikita. Non mancano l'amore, la palestra, i motori, le birre e le ragazze facili. Kevin, un belloccio dal passato non facile e dallo spessore piuttosto medio, vive così, insieme ad Alice, agente appartenente a corpi speciali indefiniti, un incubo che dura un libro intero. Sparatorie e gioielli, corruzione e terrorismo, mentori e filantropi. Dalla sua Milano nebbiosa e affumicata, dobbiamo immaginarci un Bassi giallista, diventato sposo e papà nel giro di pochi libri, che scrive questa storia a tratti commovente, ma spesso divertente, sognando le colline e le piazze della Grassa e Materna Bologna. E dopo qualche riga eccoci lì, in Piazza Maggiore, dove tra i rumori di sottofondo e la multietnicità dei nuovi residenti, pare di sentire ancora le voci di Dalla e di Carboni cantare insieme.
La
storia gravita sulle vicende di Kevin ed Alice.
Kevin
un ragazzo orfano e dal passato poco felice conduce la sua vita in
una tranquillità apparente, costellata da diverse donne, dividendosi
tra il lavoro , la palestra e la moto che è la sua vera passione.
Alice
è una donna misteriosa che fa la badante ad una contessa malata: il
loro è un rapporto strano , costellato di baci e di litigate forti.
Sinceramente
ho fatto fatica nella lettura di questo romanzo: durante i capitoli
di notte, i protagonisti vengono svegliati male da rumori di spari e
riprendono a fare le loro cose come se nulla fosse successo. Questa
cosa mi ha leggermente messo confusione.
La storia ha dell'assurdo pauroso.
La storia ha dell'assurdo pauroso.
La
parte poliziesca è stata solo gestita nell'ultima parte del
romanzo. La trama e la psicologia dei personaggi , a mio parere, sono
stati male sviluppati ed è un vero e proprio peccato, visto la
scrittura molto curata e fluida dell'autore.
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