Respiro Readers
vi segnaliamo il romanzo
dell'autrice italiana Barbara Bruni.
TITOLO: Mi abbandono a te
AUTRICE: Barbara Bruni
CASA EDITRICE: Self Publishing
SERIE: Amori Irresistibili #1
GENERE: Romance Storico
PAGINE: 209
PREZZO EBOOK: 0.99
PREZZO CARTACEO: 7.26
DATA USCITA: 3 Dicembre 2017
Una fanciulla
alla ricerca del vero amore.
Nicole Parker è una splendida fanciulla di nobili origini, almeno fin quando il suo spasimante non la chiede in moglie. Tutto sembra essere perfetto, forse anche troppo perfetto. Il sogno di ogni fanciulla sta per essere vissuto da Nicole in prima persona, ma non sa ancora cosa l'aspetta. Nel giorno delle sue nozze lì con lei ogni opportunità di felicità con l'amore della sua vita svanisce nel nulla, perché purtroppo Marcus Hurt non ha più voglia di sposarla. Eppure lei credeva a quell'amore con tutto il suo cuore, e ora dal giorno alla notte si ritrova a dover vivere con il suo dolore, fin quando i suoi occhi mentre scappa dalla chiesa quello stesso giorno, incontrerà un uomo. Un uomo che le sarà difficile dimenticare. All'età di diciannove anni si ritroverà a dover vivere una vita senza amore, reclusa nella sua stanza fino a nuovo ordine. Non ha altra scelta che fare come dicono i suoi genitori: sposarsi con uno sconosciuto pur di salvare la sua reputazione, o andare a vivere in un convento per non essere un peso di troppo in una famiglia che non l’ha mai amata? La scelta per Nicole sembra difficile, ma alla fine col cuore a pezzi sceglie la seconda possibilità, anche se non ha nessuna voglia di servire Dio per il resto dei suoi giorni. Riuscirà mai ad arrivare in quel famoso convento, o accadrà qualcosa che sconvolgerà la sua vita?
ambientato: 9 aprile, 1842 – Londra
"La chiave del mio cuore è solo tua, fanne buon uso... e abbi cura del mio cuore. Te lo dono con tutto l'amore che ho per te..."
By Barbara Bruni
“Sono ancora viva?” Era successo tutto troppo in fretta, eppure avevo il cuore in gola dall’emozione.
Quando riapri gli occhi all’improvviso, la prima cosa che vidi fu una finestrella in legno. Non sapevo dove mi trovassi, ma sentivo di essere come a casa, poi il mio sguardo volò al di là della finestra e mi persi nel firmamento di un cielo luminoso. Fuori il vento era fortissimo, nonostante il sole irradiava con i suoi raggi ogni albero o pianta, sembrava quasi di perdersi in un bosco fitto con la mente, ma non sapevo dove mi trovassi, né chi mi aveva portato fin lì. Mi strinsi su una coperta molto sottile con le mani infreddolite, poi restai lì seduta sul letto ad osservare i rami che danzavano nel pieno di una tempesta. Era tutto molto strano, troppo strano, eppure il cuore palpitava nel petto a mille all’ora. Mi guardai attorno, notai di essere ancora in distesa su un letto. Quello non era il mio letto, e lo sapevo, ma non ci feci poi molto caso. Il posto in cui mi trovavo era estremamente affascinante. Non riuscivo a pensare ad altro a quello che avevo appena passato, a tutto ciò che mi era stato strappato, e non per colpa mia. Ero stata ingannata, ed ora ero stata rapita da chissà quale screanzato.
“Una cosa giusta capita mai nella mia vita?”
In quel periodo si udivano storie di fanciulle indifese che venivano saccheggiate, rapite ed infine violate contro la loro volontà da marinai che attraversavano il continente in cerca di oro e di avventura. Ma il mio cuore mi suggeriva che dovevo stare tranquilla, che ero in ottime mani, e che non dovevo perdere la speranza. L’unica cosa che mi era rimasta, era proprio la speranza, e sapevo che mai mi avrebbe abbandonata.
Feci un profondo respiro, quando sentì dei piccoli passi. Sapevo di non essere lì da sola, quindi voltai il capo e guardai nella stessa direzione in cui quei passi si facevano sempre più nitidi. Quell’uomo a torso nudo con la pelle abbronzata, e molto alto camminava lentamente verso di me, le sue scarpe risuonavano contro il parquet di quella stanza, fino a vederlo sorridere lentamente.
«Finalmente vi siete svegliata.»
Volevo rispondergli, ma dalla mia bocca non uscì una sola sillaba, finì per osservare quell'uomo a torso nudo mentre si avvicinava sempre più a me. Mosse qualche altro passo in avanti, si sedette vicino a me e senza fare niente per fermarlo, sentì il suo pollice percorrere la mia bocca, accarezzando dolcemente il labbro superiore, ed io a quel contatto mi persi nei suoi magnetici occhi azzurri. Lui mi guardò, regalandomi un mezzo sorriso, ed io socchiusi la bocca senza un perché. Quando poi si chinò, notai che la sua bocca era ad un passo dalla mia, e per poco non mi persi in lui e chiudendo gli occhi cercai di non pensare alle conseguenze di quello che sarebbe stato. Mi baciò con tenerezza, reclamando la mia bocca alla sua, mi strinsi quasi involontariamente fra le sue braccia, assaporando lentamente quella dolce sensazione che stavo provando, e per non dimenticarla mai vagai col pensiero al dolce desiderio di restare lì con lui per sempre. La mia bocca era legata alla sua quando il bacio venne interrotto bruscamente. Lo guardai con i miei occhi verdi, le mani erano ancora poggiate sul suo petto, e mentre il cuore volava lontano anni luce, rimasi a fissarlo con dolcezza. Il mio respiro era leggermente affannato, il cuore batteva nel petto come il suono di un tamburello, e il mio sguardo era incollato su di lui con ostinazione. Non volevo lasciarlo andare, ma venni distratta da un rumore assordante.
Quella voce la riconoscevo appena, ma quando alzai gli occhi su colui che aveva parlato, rimasi lì imbambolata ad osservarlo con estrema curiosità. Lui mi regalo un sorriso, fu quel gesto semplice e privo di un secondo fine a ridare un senso ai miei passi.
«Sei al sicuro, non temere.» il tono con il quale mi parlava era assolutamente dolce, mi parlava come se ci conoscessimo da una vita, ma io non lo conoscevo, ed ero certa che il suo era un semplice modo per rassicurarmi di non aver paura di lui. Dai suoi occhi capì che diceva il vero, e volli credergli, fino a perdermi con i miei occhi verde nei suoi incantevoli occhi azzurri. Era bello, ma di una bellezza rara. Come quelle rose bianche che sbocciano improvvisamente sotto una coltre di neve in pieno inverno.
Ogni singolo aspetto di lui mi ammaliava, i suoi occhi azzurri magnetici e profondi erano affascinanti, e mi ci potevo rispecchiare con semplicità; la sua chioma bruna, dei bellissimi e foltissimi capelli neri, che arrivavano fin lungo il suo volto rendendolo ancora più bello di prima. Non avevo mai visto nulla di più paradisiaco in tutta la mia esistenza, nemmeno Marcus mi faceva quell’effetto. E ciò che provavo era uno strano sentimento di cui ancora riuscivo a stento a credere. Lo contemplavo come se fosse una divinità scesa dal cielo solo per venirmi a salvare, ed ora che non eravamo da soli, ogni paura di perderlo, animava il mio cuore alla fuga. «Siete di una bellezza...» alle sue parole sussultai, e in quell’istante non riuscivo nemmeno a sillabare nessun tipo di frase dalla mia bocca, Figuriamoci dire ad alta voce a quello sconosciuto che mi piaceva senza un reale motivo, fino a perdere il senno della realtà. Ma il senno stavo per perderlo. Con occhi malinconici mi guardò, e mi sfiorò una guancia con le sue calde e morbide mani. Quel tocco dolce mi rassicurò da ogni paura, anche dalla follia dell’attimo di voler scappare con lui il più lontano possibile dalla mia famiglia e da tutte le regole che opprimevano il mio spirito avventuriero.
Avrei voluto che quel momento magico durasse per l’eternità, ma purtroppo non ero tanto fortunata come io stessa credevo. Così il mio sguardo si perse altrove, ma la mia mente si era fermata ad un solo pensiero, ed era un pensiero a cui redimermi non potevo. Pensavo con la mente al dolce profumo paradisiaco in cui mi ero da poco persa, e qualcuno accanto a me mi aveva fatta sentire viva più che mai, ed era tutto vero quello che era accaduto. Non era un sogno, ma era successo, ed era bellissimo come i suoi occhi che mi guardavano in quell’attimo.
Stavo per dirgli di fuggire insieme, così senza un reale motivo, solo perché la sua presenza mi dava serenità e gioia al tempo stesso. Poi, quando la porta in legno venne spalancata con una forza micidiale, sussultai dallo spavento quando due occhi neri si posarono su di me.
«Voi avete rapito mia figlia!»
Mio padre mi portò via da quel posto, camminammo per lunghe miglia, fino ad arrivare in un sentiero fittizio dove ad attenderci c’era la carrozza di famiglia. Mi vidi costretta a fare come diceva lui, e salendo con riluttanza sulla carrozza ritornammo verso casa.
Mio padre giunse fino ai piedi del letto, mi guardò con un’espressione poco fiera e felice, fino a che mi divincolò da quell’uomo, tirandomi per un braccio, facendomi scivolare senza volerlo giù da letto. I miei capelli castani volarono sul viso, quando tra le urla di mio padre e quell’uomo senza un nome che si fronteggiavano per colpa mia, venni trascinata via da quel posto con una fretta che mi parve quasi di essere appena atterrata all’inferno, e non tra le quattro mura di un cottage fiabesco. Mi voltai solo per un breve istante, lo guardai meravigliata dal modo in cui ruggiva contro mio padre, poi mi ritrovai fra le braccia di mio padre, il freddo glaciale mi giunse fino al viso, e quando i miei occhi verdi incontrarono quelli di mio padre, scuri e neri come la notte persi la pazienza e la voglia di controbatterlo venne a mancarmi.
«Se fossi in te non starei mai con uno zoticone come quello. È solo un contadino che zappa la terra, niente di più, niente di meno.» rimasi allibita da come mio padre parlava di quell’uomo, e la cosa mi amareggiò moltissimo.
Mi voltai per un’ultima volta, e guardai indietro, lasciai a malincuore quell’uomo, e sapevo che non l’avrei mai più rivisto. “Però il tocco di quell’uomo sarebbe rimasto scolpito sulla mia pelle e mai me ne sarei dimenticata…”
Nella mia mente non avrei mai dimenticato quell’attrazione che avevo provato con lui, né i suoi baci, e nemmeno il modo con il quale accarezzava la mia pelle… “Quegli occhi… indimenticabili.” Mi era entrato nella pelle, e il suo ricordo sarebbe stata l’unica gioia per i giorni avvenire.
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