Respiro Readers
vi segnaliamo il romanzo
dell'autrice italiana Adriana Fabozzi.
TITOLO: Sigari Cubani
AUTRICE: Adriana Fabozzi
CASA EDTRICE: Gruppo Albatros Il Filo
GENERE: Narrativa
PAGINE: 197
DATA USCITA: 15 Novembre 2018
Ogni mattina, intorno alle otto e trenta, il rituale di Asia è sempre lo stesso: afferra il telefono e guarda il messaggio di buongiorno del suo fidanzato Lorenzo. Quella della giovane Asia è un'esistenza prevedibile e scontata, con la sua mania di perfezione e il desiderio di stabilità... ma cosa può succedere quando il guscio perfetto che si è costruita si scontra con un mondo fatto di tradimenti e bugie, corrotto e privo di valori? Il suo bisogno di sapere cosa c'è al di là della ragione, di lasciarsi andare e perdere il controllo, di fare qualcosa di sbagliato, a un certo punto prende il sopravvento, e si ritrova a indossare la maschera dell'inganno, come fanno tante persone accanto a lei. Da quel momento inizia per lei un periodo turbolento, in cui è divorata dal senso di colpa, finché un uomo infedele e senza scrupoli le farà aprire gli occhi sulla direzione da intraprendere nella sua vita. A volte è necessario perdere di vista per un attimo i valori più importanti per poi ritrovarli più forti di prima, riuscendo ad accettarsi per come si è, con tutte le proprie imperfezioni: "ho immaginato un luogo dove non ci sia il silenzio, ma voci, dove non ci sia la menzogna, ma la verità, dove non ci siano maschere, ma volti, dove non ci siano fantasmi, ma persone che camminano a testa alta guardandosi negli occhi senza timore e senza doversi nascondere".
Asia, premetto che questa non è certo una dichiarazione d’amore. Io credo di non averlo mai conosciuto questo sentimento, come tu più volte mi hai fatto notare. Sai perché? Me lo sono chiesto tante volte e la risposta c’è.
Sono sempre stato un egocentrico e un narcisista, un uomo concentrato sulle proprie ambizioni, sui propri successi, sulla propria immagine, un uomo che ha amato troppo se stesso per amare gli altri.
Che dici? Marcirò all’inferno?
Ho creduto che tu fossi come le altre, una delle tante, doveva essere così, volevo che fosse così. Tutto doveva andare come avevo programmato.
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