EROI SENZA GLORIA
di Liviu Rebreanu
Nei tre racconti, ambientati durante la Prima guerra mondiale, il conflitto armato è allo stesso tempo specchio e origine di lacerazioni interiori, che si risolvono solo con la morte. La guerra non è mai spettacolo tragico o grandioso, e i soldati non sono mai eroi, ma semplici individui costretti a misurarsi con un destino ineluttabile. La danza della morte narra un’accesa contesa tra due soldati, decisa dalle pallottole nemiche che colpiscono entrambi a morte. La catastrofe mette in scena il conflitto di coscienza che il protagonista deve affrontare combattendo i suoi «fratelli» rumeni, a cui è legato per lingua ed etnia. Iţic Ştrul, disertore, capolavoro della prosa breve rumena, si interroga sugli obblighi e sul senso di appartenenza dei cittadini di fede ebraica a uno Stato nazionale che sembra escludere al suo interno ogni diversità.
Liviu Rebreanu (1885-1944), nato in Transilvania quando la regione era ancora una provincia periferica del grande Impero austro-ungarico, è tra i maggiori prosatori rumeni. Le sue origini, la doppia appartenenza nazionale, la condizione di esule a Bucarest, vissuta prima che la Transilvania si unisse allo Stato rumeno, lo accomunano agli scrittori centroeuropei testimoni della dissoluzione della monarchia asburgica. I suoi racconti e romanzi (tra cui va ricordato La foresta degli impiccati, 1922) tratteggiano una costellazione di esistenze vinte e umiliate dalla Storia.
UNO VALE UNO. DEMOCRAZIA DIRETTA E ALTRI MITI D'OGGI
di Massimiliano Panarari
Da dove ha origine l’opinione diffusa secondo la quale se la gente comune potesse esercitare pienamente il potere, tutto andrebbe meglio? Su quali fantasmi ideologici si basa la pretesa di stilare un programma di governo «votato dalla Rete» e poi continuamente riscritto in base alle esigenze manifestate a colpi di click dai «cittadini costituenti»? Attraverso l’analisi di alcune espressioni chiave che richiamano altrettanti «miti» – popolo, disintermediazione, tecnopolitica, fine delle competenze e del dominio degli specialisti, democrazia diretta – Massimiliano Panarari chiarisce le radici del presunto «primato della gente» che sta scuotendo le fondamenta della nostra democrazia. E le collega alla storia recente: gli esordi con la Lega, l’exploit con il berlusconismo, le evoluzioni del «turbo-renzismo» e il trionfo del m5s.
Mescolando efficacemente cultura pop e analisi sociologica, Panarari fornisce spunti e sollecitazioni per affrontare in modo non scontato le grandi questioni della crisi della rappresentanza, del dissolvimento dei partiti di massa, dell’astensionismo galoppante e la paura dei ceti medi di perdere il proprio status e la riconoscibilità sociale.
Massimiliano Panarari insegna Comunicazione politica all'Università di Modena e Reggio Emilia e Marketing politico alla School of Government dell'Università luiss "Guido Carli" di Roma. Già collaboratore di «Repubblica», delle riviste «Il Mulino» e «Reset», è editorialista della «Stampa» e di «Europa». Ha curato le edizioni italiane degli scritti, tra gli altri, di Robert Reich, Pierre Rosanvallon e Jacques Attali. Tra i suoi libri: L'egemonia sottoculturale (Einaudi 2010).
COSA FAREBBE FRIDA KAHLO
di Elizabeth Foley e Beath Coates
Non ti va di avere figli? Non vedi l’ora di tradirlo? Il capo non ti lascia parlare? Vuoi tenerti i capelli bianchi e ti vuoi vestire da uomo? Essere donna e averne piene le scatole degli stereotipi è pesante, nella vita privata come in quella professionale. È evidente che il femminismo non ha completato la sua missione: se nel mondo di oggi c’è ancora da sudare, figuriamoci in quello di ieri. Allora chi meglio delle eroiche, spregiudicate e corsare figure femminili del passato può indicare la via giusta da seguire? Cleopatra insegna a tenere a bada i parenti serpenti, Frida Kahlo a sfoggiare con orgoglio il proprio stile (anche se non piace a tutti), Dorothy Parker a tenere testa ai maschi stronzi, Caterina la Grande a gestire i pettegolezzi, Agatha Christie a guarire dalle ferite d’amore, Hedy Lamarr da quelle della disistima altrui, Ada Lovelace a giocare d’azzardo. Non mancano le italiane, da Artemisia Gentileschi a Elsa Morante, fino a Maria Montessori, e la lista continua. Dall’antichità all’Età dell’oro, dal vecchio West alla Parigi del dopoguerra, questa ricca carrellata di storie esemplari, tratte dalle biografie delle donne più illustri, compone una brillante miniera di consigli per affrontare le sfide di tutti i giorni con ironia, determinazione e, perché no, una buona dose di sfrontatezza.
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