Respiro Readers
vi segnalo un romanzo erotico
dell'autrice italiana Delia Deliu.
TITOLO: Stupide scommesse
AUTRICE: Delia Deliu
CASA EDITRICE: Eros Cultura. com
GENERE: Romance Erotico
DATA USCITA: 14 Dicembre 2017
PREZZO EBOOK: 3.99
PREZZO CARTACEO: 10
Davide Dama è un diciottenne che fa una scommessa con gli amici per dimostrare la sua capacità di seduzione, quindi vuole portarsi a letto Maria, una bella trentenne ubriaca, conosciuta in un bar. Quello che doveva essere il semplice divertimento di una notte, si trasforma nell’ossessione della sua vita e per anni lui continua a fare il cinico seduttore alla ricerca della donna senza un cognome che non riesce più a rintracciare.
Il destino fa conoscere al protagonista, nel frattempo diventato un avvocato famoso, Daria Conti, una giovane innamorata dello stile gotico. Lei ha tutto quello che lui desidera in una donna: è sensuale, affascinate, misteriosa, scaltra, sicura di sé. Ogni volta che la incontra, la giovane dark riesce a mandargli in tilt il cervello con la sua passione e la sua spudoratezza. Il cinico seduttore, nonostante le molte donne che frequenta, capisce che l’amore non è una bugia che i poeti hanno inventato e che alla fine nella vita tutto torna, il bene e il male che consapevolmente facciamo agli altri e che ci viene addosso come un boomerang. Quello che colpirà Davide sarà durissimo e assai doloroso. Perché la vita talvolta è sorprendente e non tutte le sorprese sono piacevoli. Come diceva Zig Ziglar: “La vita è un’eco. Quello che invii, torna indietro. Quello che semini, raccogli. Quello che dai, ottieni. Quello che vedi negli altri esiste in te.” ADATTO A UN PUBBLICO ADULTO. ( Vedasi ESTRATTO ROMANZO qui sotto )
Maria guarda queste
iridi, ora più scure, ed è ipnotizzata dalla loro intensità.
Questi occhi neri la spogliano da ogni convenzione che la morale e il
buon senso hanno creato nel suo cervello, la rendono colpevole delle
fantasie oppresse. Libera un lieve gemito, quel verso in più della
sua eccitazione, come un vulcano la sua lava ardente.
Davide raccoglie
con i cinque sensi questi baci: inconsapevolmente annusa i feromoni
di femmina fervida, assaggia il sapore delle labbra di Maria con
piccoli morsi. Dolce dolore meravigliosamente elettrizzante per
entrambi. Il suo udito percepisce l’ansimare della donna ogni
secondo più avido, più forte; musica come le canzoni dei Bon Jovi.
Con lo sguardo la possiede in maniera brutale, irruente come la
voglia che ha di lei. Non riesce a staccare le mani dal corpo della
trentenne, dalla sua pelle chiara, morbida, liscia come il velluto.
Davide non ricorda
più nulla, solo le parole di Daria che continuava a ripetere come il
ritornello di una canzone funebre: «Oddio, ho scopato con mio
padre!» e il vento freddo dal finestrino aperto dell’auto che
corre ad alta velocità per le strade della città senza una meta. È
scappato via come un vigliacco che fugge dalla meschinità del suo
passato, perché in quella notte Maria era ubriaca e lui ha fatto di
tutto per sedurla.
Adesso
cos’altro potrei fare? Guardare negli occhi Daria, la donna che è
diventata mia con un rapporto carnale che non doveva accadere?
Come
si fa a dire: “ti desidero” alla propria figlia? Come potrei
chiamare “figlia” la donna che ha soddisfatto più volte il mio
desiderio maschile?
Capisco
finalmente la causa della nostra similitudine caratteriale: la stessa
carica sessuale, la stessa spudoratezza, la forza di seduzione. Solo
ora è chiaro per me perché Daria è amante dello stile gotico,
anch’io lo ero da giovane. So da chi ha preso la passione per la
chitarra. La genetica non perdona mai; tale padre, tale figlia.
Oddio,
cosa farò? Io sento la mancanza di Daria tutti i giorni, mi sveglio
alla mattina avendo il suo volto nella mente, il suo profumo di
fresie, le sue carezze. La cerco con lo sguardo per strada tra le
donne con i capelli lunghi e corvini che incontro, custodisco con
cura ogni prezioso ricordo di lei.
Amo
il suo sorriso, la sua passione, il mistero che l’avvolge, la
capacità di mantenere sempre acceso il mio desiderio. Amo il modo in
cui sorseggia il caffè, la riga di espressione che le compare sulla
fronte quando si arrabbia; amo il suo corpo, il suo abbigliamento.
La
odio quando non si fa più viva per amarla ancora di più quando con
un misero messaggio mi fa capire: Ehi, io ci sono! Amo finalmente e
la donna che amo è mia figlia, una benedizione e allo stesso tempo
una condanna.
Il
destino gli arriva addosso come un boomerang; la sofferenza, che lui
spesso ha causato in maniera consapevole a decine di donne, è
raddoppiata adesso. Per la prima volta nella vita ha la certezza che
l’amore non è un’invenzione di un poeta perché lui ama Daria:
un amore profondo, sincero, totale, impossibile.
Non riesce a
reggere il peso di questa sofferenza e capisce che tutto torna nella
vita: il bene e il male che facciamo. Spinge con forza fino in fondo
l’acceleratore della sua potente vettura pregando il buon Dio di
perdonarlo perché lui stesso non riesce a perdonarsi.
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