Due piani temporali intrecciati: La Firenze della II guerra mondiale del 1944 e i mondiali di calcio del 1982.
Due efferati omicidi da risolvere.
Un uomo colto e imperturbabile.
Una donna vivace e femminista.
Due ispettori dai caratteri molto diversi.
Due ex partigiani simpatici e dalla buona memoria
****
Il sangue del figli ha vinto il primo premio, sezione gialli nel cassetto romanzi inediti, del Concorso letterario internazionale Ceresio in giallo 2022/2023.
Marzo 1944
Via de’ Cerretani
«Marzucchino e tu, bambina mia, nascondetevi, presto! La strega mi ha denunciato e non voglio che prendano anche voi!»
Cesci sapeva che la vicina di casa era iscritta al Partito Fascista Repubblicano. Un tempo, con il fratellino, lei aveva giocato con la figlia della donna e frequentato la sua casa.
La strega non poteva essere all’oscuro che il loro padre fosse un partigiano e combattesse contro i nazisti e contro la Repubblica Sociale Italiana. Lui si era unito alla Resistenza mesi prima e da allora lo avevano visto forse una volta.
Ora Cesci aveva anche scoperto che la fascista aveva segnalato alle SS sua madre, la quale aveva partecipato allo sciopero generale indetto dalla fabbrica dove lavorava, la Richard-Ginori.
La fame, i soprusi, le morti di bambini, d’anziani, per non parlare dei mariti e dei figli maggiorenni, catturati e torturati anche dalla Banda Carità, erano troppi.
«Mamma, vogliamo venire con te!» si lagnarono entrambi.
«Non potete, tesori miei. Anche se la protesta non è stata violenta, molti miei colleghi sono stati fermati sul posto. Sono stata fortunata a raggiungervi. Le SS e i fascisti hanno iniziato quasi subito i rastrellamenti.»
Lei e Marzucchino insistettero ancora, aggrappandosi alla gonna della madre. Non desideravano essere lasciati lì da soli.
«Cosa faremo senza di te? Moriremo di fame» mugolò Cesci.
«Basta lucciconi! Non abbiamo più tempo. Ora infilatevi nel buco del muro, dietro il mobile dispensa, e non muovetevi finché i tedeschi non se ne saranno andati. Il babbo verrà a prendervi, vedrete. I compagni lo avvertiranno che sono stata catturata senza di voi.»
La madre s’agitò ancora di più quando sentì i passi grevi dei militari che salivano le scale. Erano venuti per arrestare anche altri occupanti del palazzo.
A forza, Cesci e Marzucchino riuscirono a introdursi nel pertugio, grazie anche alla loro magrezza, e la madre coprì l’apertura con il mobile dispensa che aveva la schiena bucata.
Poteva essere spostato dall’interno, ma loro avrebbero sudato non poco, alla fine. Le SS sfondarono la porta. Lei strinse il fratello che tremava contro il suo fianco, come un leprotto catturato, e sbirciò da un’apertura.
La madre emise un grido acuto ma non oppose resistenza. Si consegnò, disarmata, ma uno dei soldati la malmenò lo stesso, facendole sanguinare il naso e spaccandole il labbro superiore.
Nessun commento:
Posta un commento