La storia di Drew e Audrey!
Audrey
Da bambina adoravo Drew. Ma poi sono cresciuta. Questa è la mia storia e non ho intenzione di cambiarla.
Lui mi vede solo come l’amica della sua sorellina. Non mi ha certamente presa sul serio quando gli ho aperto il mio cuore. È stato così umiliante.
Drew Robinson è stato l’inizio e la fine della mia fede nelle anime gemelle. Devo voltare pagina.
Drew
Anime gemelle. Amore eterno. Favole.
Se non fosse che adesso, con Audrey, voglio crederci. Spero solo che non sia troppo tardi.
Commedia romantica standalone con un lieto fine da svenire. Nessun cliffhanger.
Audrey
Aspetto con impazienza al bar dell’Horseman Inn per il Grande Discorso che cambierà tutto. Non riesco quasi a credere che Drew Robinson, l’uomo dei miei sogni, abbia proposto questo incontro. Ha detto che era importante.
Ovviamente dichiarerà il suo amore. Finalmente!
Ho una gamba che saltella su e giù mentre mi guardo intorno con fare indifferente, cercandolo. Adoro Drew dal giorno in cui l’ho conosciuto quando avevo sei anni e lui undici. È il fratello maggiore della mia amica Sydney. Passavo un mucchio di tempo a casa sua e lo adoravo da lontano, finché era entrato nell’Esercito, a diciotto anni. Poi gli avevo mandato e-mail quotidiane per anni, condividendo ogni particolare della mia vita e quanto lo ammirassi veramente. Confesso che scrivevo nel modo enfatico delle ragazze adolescenti, come se stessi scrivendo sul mio diario. Un fatto che mi imbarazza ancora oggi.
Comunque siamo diventati amici, ora che abbiamo entrambi superato i trent’anni, frequentiamo lo stesso Club del Libro, facciamo volontariato nello stesso rifugio per animali e gli ho perfino lasciato leggere il libro che ho passato gli ultimi due anni a scrivere. Ho permesso solo a due persone di leggerlo e l’altra è una scrittrice. Il mio libro è la saga di una famiglia di militari e pensavo che i suoi suggerimenti potessero essere utili per dare un’ultima passata al libro dato che sa che cosa significa essere un soldato. È un ex ranger dell’Esercito e legge storia militare. È un po’ deludente che non abbia detto altro che “bello”. Non mi aspetto che il mio primo tentativo di scrivere un romanzo sia perfetto. Sono sicura che richieda altro lavoro ed è il motivo per cui continuo a fare revisioni.
«Posso portarti qualcosa?» mi chiede Betsy, la barista. È giovane, super stilosa e adora il rosa. I capelli corti sono rosa, indossa un maglione aderente rosa e una gonna a ruota retrò, sempre rosa. Nel tempo libero disegna la sua linea di abbigliamento. Io mi limito allo stile bibliotecaria chic, dato che è quello che sono.
Mi chiedo se ordinare il mio pinot grigio preferito per calmare i nervi, ma decido che sarebbe più cortese aspettare Drew. Mi rigiro sul dito una ciocca dei miei lunghi capelli castano scuro, un’abitudine che ho per rilassarmi. «Solo acqua, grazie. Aspetto un amico.»
Betsy annuisce e si sposta all’altro capo del bar per rinfrescare il drink di un paio di clienti. È sabato sera ma è presto. Siamo solo io e quei tizi.
Mi chiedo che cosa possa avere innescato questo Grande Discorso. Forse il giorno di San Valentino ha fatto pensare Drew. È stato tre giorni fa. Ma allora non avrebbe avuto più senso per lui dichiarare il suo amore il giorno di San Valentino?
Piedi per terra! Diamo un’occhiata ai fatti. Quattro anni fa avevo aperto il mio cuore a Drew e lui aveva chiarito perfettamente che mi avrebbe sempre vista come l’amica della sua sorellina. Le cose sono sembrate diverse solo di recente, come se ci fosse un’intimità che prima non c’era.
Vedo Drew appena arriva nella zona del bar. Sento un brivido percorrermi la schiena. Sembra che io sappia sempre quando è in una stanza. Si muove come un giaguaro, elegante e letale. I capelli castano scuro sono un po’ lunghetti, gli occhi scuri sono fissi nei miei. Deglutisco, con il cuore che batte forte. Sembra un uomo con una missione.
Drew estrae lo sgabello accanto al mio e si siede. «Ehi.» Drew è un uomo di poche parole.
«Ciao, come stai?»
«Bene. Vuoi un pinot grigio?» Sa qual è il mio drink preferito. Una volta mi ha detto che ero prevedibile perché scelgo sempre quello. Quando mi piace qualcosa, è per sempre. Forse è per quello che mi sono fissata su di lui per così tanto tempo.
«Solo acqua per me» dico, cercando di non sembrare noiosamente prevedibile. «Allora, hai detto che dovevamo parlare. Va tutto bene?»
Lui annuisce e si rivolge a Betsy. «Posso avere quella nuova IPA alla spina?»
Mi asciugo il palmo sudato delle mani sui pantaloni. Sono venuta direttamente dal lavoro alla biblioteca di Summerdale. Ogni tanto faccio il turno di sabato. Mmm... Forse avrei dovuto cambiarmi, mettermi qualcosa di più sexy prima del nostro discorso. Stasera potrebbe cambiare tutto. Ora che è qui, con quell’aspetto sexy, da maschio alfa, quasi non sto più nella pelle per la portata di questo momento.
Lui fissa direttamente davanti a sé, stringendo le mascelle con quel velo di barba. Drew ha un autocontrollo d’acciaio. Non lo vedrete mai arrossire o dimenarsi. Era a capo della sua unità nei Rangers perché si poteva contare che mantenesse il sangue freddo in situazioni imprevedibili. Quando rispondeva alle mie e-mail mi parlava della vita nell’Esercito, anche se le sue risposte erano sempre brevi e non rivelavano mai molto. Mi dicevo che era perché non voleva che arrivassero informazioni in mani nemiche. Era meglio pensare così invece di credere che non ricambiasse i miei sentimenti.
Dopo un lungo silenzio dico gentilmente: «Allora, volevi dirmi qualcosa?».
Lui mi dà un’occhiata di sottecchi. «Sì.»
Altro silenzio.
Devo aiutarlo a dire le parole? Che i suoi sentimenti per me sono cambiati? Che tutto il tempo che abbiamo passato insieme di recente significa che ha visto la luce e si è reso conto che sono un ottimo partito? Sono intelligente, lavoratrice e amorevole. Non sono una bomba sexy, ma, accidenti, sono carina.
Davanti al suo continuo silenzio comincio a provare un briciolo di irritazione. Ha notato che è l’ultimo single della sua famiglia e io sono l’unica single tra le mie amiche? Sa che sono anni e anni che desidero farmi una famiglia, avere dei figli? Non ho avuto fortuna da quel punto di vista, mentre le mie amiche si sono sistemate, con i loro mariti e i figli. E, credetemi, ho cercato di farmi avanti, ma nessuno è mai stato all’altezza di Drew. Innanzitutto c’è l’elettricità che si irradia in me ogni volta che mi guarda. Riesco solo a immaginare come mi sentirei se mi toccasse veramente.
Oltre al suo aspetto sexy, so che è una brava persona, un uomo d’onore che fa sempre la cosa giusta, che sostiene la sua famiglia e si è preso cura della sorella e dei fratelli minori dopo la morte della loro madre. È il tipo di uomo su cui si può contare per il lungo periodo. Non so immaginare un uomo migliore come marito e padre.
Se Drew dichiarerà adesso il suo amore, lo perdonerò per come ha reagito la prima volta in cui gli ho rivelato i miei sentimenti. Darò una chance all’amore. Ho il cuore che batte forsennatamente, con la speranza e l’eccitazione che fremono per uscire. La gamba rimbalza più in fretta, mentre aspetto... E aspetto... E aspetto.
Arriva la sua birra e Drew beve un lungo sorso. Guardo il suo pomo d’Adamo andare su e giù in gola. Il collo è così virile, muscoloso con i tendini in vista. È in forma come il soldato che era. Sono sicura che aiuti il fatto che gestisce un dojo, la Robinson Martial Arts Academy. È cintura nera. Sono una dei suoi allievi anche se lui mi tratta sempre nel modo più professionale durante le lezioni.
Si volta verso di me.
«Aud.»
Il cuore mi salta in gola. «Sì?»
Lui guarda oltre la mia spalla. «C’è una cosa che devo dirti da molto tempo.»
Sì! Dimmi che cosa provi!
Sposto tutto il corpo verso di lui, rendendogli molto più facile baciarmi. «Sì?»
Lui mi guarda negli occhi, mortalmente serio. «Abbiamo passato molto tempo insieme al Club del Libro, al rifugio per animali e al dojo.»
Annuisco, ma tengo la bocca chiusa, temendo che, se parlassi, rallenterei ulteriormente un discorso già lentissimo.
Drew beve un altro sorso di birra e fa una smorfia prima di dire: «Abbiamo una storia. Ci conosciamo da tanto tempo».
Sorrido, non riesco a farne a meno. Finalmente ci siamo, si è finalmente reso conto di quanto sono importante per lui.
Drew continua. «Come quando venivi a casa nostra per stare con Sydney quando eravamo più giovani e avevi sempre qualcosa di carino da dirmi. La maggior parte delle sue amiche mi ignorava. E poi tutte le e-mail che mi hai scritto quando ero in missione e la volta in cui hai detto che ero Quello Giusto, anche se sapevo che non eri seria. Ti sei arrabbiata quando ti ho spiegato perché provavi quei sentimenti, ma poi dopo, quando mi hai sorpreso alla festa di fidanzamento di Gage e Skylar, è allora che ho capito che eri finalmente di nuovo a tuo agio con me.»
Il mio sorriso svanisce. Che storia. Io, che l’ho adorato per anni e anni. La mia sorpresa sexy a quella festa di fidanzamento che era finita in niente. Le mie speranze cominciano a svanire. Quante volte devo farmi avanti per questo maschio alfa completamente sprovveduto?
Di colpo è così pieno di parole e tutto ciò che voglio è che stia zitto. «Ho immaginato che fossi sbronza a quella festa» dice in tono ragionevole. «Poi te ne sei andata per non provare troppo imbarazzo per quanto fossi ubriaca, e immagino che ci porti a questo momento.»
La storia di Drew e Audrey, protagonista Audrey che si rende ridicola. Adesso sarebbe un buon momento perché si unisca a me in questa festa di mutua adorazione.
«Allora a che punto siamo adesso?» chiedo a denti stretti.
Lui mi guarda. Io lo guardo. I secondi passano...
Drew apre la bocca e poi la richiude.
«Drew? La nostra storia? Dove stiamo andando a parare? Hai detto che era importante e che è parecchio che mi devi dire qualcosa.»
Ehi! È il Grande Discorso che hai promosso tu. Parla, amico!
Lui picchietta sul bancone. «Siamo amici.»
Irrigidisco le spalle. «Mi hai fatto venire qua per dirmi che siamo amici? So che siamo amici.»
«E tu dovresti scrivere un altro libro perché sei un’ottima scrittrice. Una grande scrittrice.»
«È quello che mi volevi dire?»
Lui alza il mento con un’espressione illeggibile. È così frustrante. Non riuscirò mai a superare l’enorme muro che c’è tra di noi.
Le forze mi lasciano di colpo, sento le membra pesanti. Non riesco a credere di essermi agitata tanto per il nostro Grande Discorso che si è rivelato non essere niente. Siamo amici? Che novità!
Sospiro. «Non posso cominciare un nuovo libro finché non avrò finito con questo. Sto pensando di assumere un editor prima di mandarlo agli agenti letterari, per essere sicura che sia la migliore versione possibile.»
Drew diventa immobile come un sasso.
«Drew?»
Lui si alza e getta qualche banconota sul bancone. «Non aspettare troppo a scrivere qualcosa di nuovo.»
«Te ne vai?»
Lui indica dietro di me. «Ho appena visto Sydney. Puoi stare con lei.»
Oh, davvero posso? Grazie per avermi detto che posso passare del tempo con una delle mie migliori amiche.
«Bella chiacchierata» dico seccamente.
Drew annuisce e mi dà una seconda occhiata, come se non fosse sicuro se sono sarcastica. Sì, sono sarcastica! Sotto l’aspetto esteriore di questa dolce bibliotecaria batte il cuore di una donna appassionata. Ho grandi sogni. Voglio che pubblichino il mio libro, fare un tour pubblicitario e avere una magnifica festa a New York City per la sua pubblicazione. È per quello che il mio libro dev’essere nella forma migliore prima di spedirlo.
«Ci vediamo» mi dice.
Appena se ne va, crollo sul bancone, appoggiando la testa alle mani. Non mi permetterò più di sperare quando si tratta di Drew Robinson. Non è la mia anima gemella e non lo sarà mai.
~~~
Drew
Il segreto che mi sta divorando dentro minaccia di distruggere tutto tra di noi prima ancora che cominci. Ed è un problema perché più tempo passo con Audrey più la desidero. È bella, non ci sono dubbi. I lunghi capelli scuri incorniciano brillanti occhi azzurri, le guance rotonde e un adorabile mento a punta. Poi c’è il suo piccolo corpo sexy su cui muoio dalla voglia di mettere le mani. Ma è bella anche dentro, dolce e buona. So che non la merito.
Il senso di colpa pesa su di me mentre mi allontano dall’Horseman Inn. Non sono riuscito a dirlo. Audrey mi odierà. E mi ci è voluto troppo tempo per rientrare nelle sue grazie. Quella donna riesce veramente a serbare rancore. Solo perché ho sottolineato la verità: la sua cotta adolescenziale non significava che io fossi quello giusto. Allora non mi conosceva nemmeno così bene. Inoltre non credo nella faccenda dell’Uomo Giusto o delle Anime Gemelle o quelle stupidaggini romantiche. Favole.
Ma ecco che cosa so essere vero: Audrey è la persona a cui mi rivolgo per avere conforto. C’è stato un periodo buio durante il quale mi ha trattato con freddezza ed è stato orribile. Poco per volta ho riguadagnato la sua fiducia.
L’unico momento in cui mi rilasso è quando Audrey mi guarda in un certo modo. Come se credesse in me, come se io non potessi mai fare niente di sbagliato.
Ho fatto una cosa veramente sbagliata.
E non posso cancellarla. È un vero casino.
Entro nel vialetto di una casa a due piani in stile coloniale. La signora Ellis è l’unica persona che ritengo possa aiutarmi. Quando la situazione è disperata... O forse semplicemente non sto pensando chiaramente a causa degli incubi che mi tormentano, oltre all’insonnia. Ieri notte è stata particolarmente brutta, mi sono svegliato pronto a combattere a causa di un incubo.
Beh, sono qui, quindi facciamolo. Sono appena passate le sette di sera, quindi spero che la signora Ellis sia ancora sveglia. Sta invecchiando, ha novant’anni ma è lucidissima e acuta.
Percorro il vialetto fino al portico di cemento. Giuro che la signora Ellis ha le capacità tattiche di un generale. Novant’anni. Si è veramente guadagnata il suo soprannome, Generale Joan. Alcuni la chiamano così per la sua indole severa. Era la mia insegnante di terza elementare. Non mi piaceva il mucchio di compiti che ci assegnava, ma non ero intimidito da lei come gli altri bambini. Lei imponeva le regole e si aspettava che le seguissimo come un grande comandante militare. Non c’è niente di più difficile di riportare all’ordine un gruppo di ragazzini di otto anni confinati in un’aula.
Adesso la signora Ellis si definisce un Cupido ed è esattamente il motivo per cui sono qui.
Suono il campanello e aspetto. Sono già stato qui in passato. Un tempo facevo per lei le piccole riparazioni necessarie in casa prima che subentrasse Garrett, il marito di sua nipote.
La porta si apre e la signora Ellis mi osserva attraverso la zanzariera. Ha i capelli bianchi corti con la riga di lato, appena ondulati, occhi castani e zigomi pronunciati. Bene, non è ancora in pigiama.
Alzo la mano per un saluto.
Lei apre la porta. «Drew? C’è qualcosa che non va?»
«Sì. Speravo potesse aiutarmi.»
«Entra.»
La seguo in casa dove lei resta al centro del soggiorno, studiando la mia espressione. La maggior parte della gente non riesce a capire che cosa sto pensando. Immagino che la mia reputazione di persona che mantiene il sangue freddo sia in parte dovuto al fatto che il mio volto non rivela le mie emozioni. Le sento in profondità dentro di me.
«Posso offrirti qualcosa da bere?» mi chiede.
«No, grazie.»
Lei si volta e va verso la sua poltrona azzurra con le schienale alto, zoppicando un po’ per via dell’anca malandata. C’è anche un montascale che porta al piano di sopra. È una dura, si rifiuta di fare l’intervento di protesi all’anca.
Si siede e mi fa segno di sedermi. «Stanno tutti bene? C’è qualcuno in ospedale?»
Mi siedo sul divano a fiori coperto di plastica. Scricchiola quando mi chino in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. «Stanno tutti bene. È più un problema personale.»
«Continua.»
«Lei sta minacciando da un po’ di accoppiarmi a qualcuno.»
Lei sorride e per un momento sembra una dolce nonnina invece di una severa aguzzina. «Ovvio, sei l’ultimo uomo single in città, per non dire poi che ti hanno scandalosamente ignorato. Sei un illustre veterano, hai la tua attività e sei responsabile. Ho sentito che eri a capo della tua unità e adesso, con il tuo dojo, guidi gli altri nella comunità perché abbiano forza e autostima. Sfortunatamente, Drew, la tua generazione non nota un vero uomo anche quando ce l’ha davanti al muso.»
Mi fa sorridere. Immagino di avere i requisiti del vero uomo ignorato da tutte le donne. «Dovrei far scrivere a lei il mio profilo per l’app di appuntamenti.»
«Pfff. Non ne hai bisogno, avendo me. Ho messo insieme molte coppie proprio qui in città.»
Si prende sempre il merito, ma non so quanto abbia veramente contribuito. Tutto ciò che so è che ha sempre il naso ficcato negli affari degli altri e che dispensa sempre consigli su chi dovrebbe stare con chi, quindi immagino che stia facendo qualcosa di buono.
Oppure potrebbe essere tutta una coincidenza.
«Non so che cosa fare» ammetto.
Lei mi guarda piegando la testa di lati. «Drew, non ti ho mai sentito sembrare incerto. Sei venuto nel posto giusto. Dimmi tutto.»
«Si tratta di Audrey.»
«Provi qualcosa per lei?»
«Sì, ma non la merito.»
«Stupidaggini.»
«Lei è così dolce e buona. Io no.»
«Tu non sei dolce, è vero, ma credo che tu abbia un cuore d’oro ed è tutto ciò che conta.»
Alzo una mano. «Qualche anno fa, l’ho insultata e poi lei non ha più voluto avere niente a che fare con me. Ho lentamente riconquistato la sua fiducia e più la conoscevo, più mi rendevo conto di provare questi...» tossicchio «...sentimenti. Sentimenti profondi, che si sentono fino in fondo, capisce?» Mi metto una mano sullo stomaco.
E mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per non afferrarla e baciarla. Che posso dire. Dentro di me sono una bestia. È in parte il motivo per cui ho resistito così a lungo all’attrazione. Audrey è la brava ragazza della porta accanto che dovrebbe stare con il Signor Perfetto con un bel taglio di capelli e il farfallino. Io sono tutt’altro che perfetto e sembrerei ridicolo con il farfallino. E probabilmente mi servirebbe un taglio di capelli.
«Qual è il problema?» chiede bruscamente la signora Ellis.
«Ho rovinato tutto.»
Lei resta zitta, continuando a fissarmi.
Immagino che voglia che continui a parlare. «Perché, sa, Audrey ha passato gli ultimi due anni a scrivere questo libro fantastico e me l’ha mandato da leggere a novembre. E, per quanto le dicessi che era buono e che avrebbe dovuto mandarlo alle case editrici, diceva sempre che serviva un’altra revisione. Ho immaginato che le mancasse la fiducia in se stessa, quindi ho sistemato il problema inviandolo io a tutti gli agenti letterari e case editrici che ho trovato.» Un mio compagno d’armi ha avuto successo scrivendo thriller militari e mi ha spiegato come funziona il sistema. Il libro di Audrey era buono quanto il suo lavoro, secondo me, ma con un’angolazione speciale, avendo una donna come protagonista. Sembrava tutto perfetto, finché...»
«Senza che lei lo sapesse?»
Deglutisco forte, con il senso di colpa che mi divora. «Sì, ed è stato respinto da tutti. Adesso dice che vuole pagare un editor per un’ultima ripassata prima di inviarlo.»
«Quindi scusati sinceramente e dille che cos’è successo.»
Faccio una smorfia. «Non capisce, il suo libro è morto. Non può inviarlo a nessuna agenzia letteraria e le case editrici non accettano manoscritti non richiesti. Devono passare da un agente.»
«Il mio consiglio resta sempre quello.»
Abbasso la testa. «Lo so.» La guardo negli occhi. «E ho tentato di dirle che cosa avevo fatto ma non ci sono riuscito. Questa volta non mi perdonerà. Le ci sono voluti due anni per riprendere a parlarmi. Non si fida facilmente.»
Mi raddrizzo, con gli occhi che bruciano. È una situazione impossibile da sistemare.
«Drew, perché sei venuto qua, esattamente? Non vuoi accettare i miei consigli, non vuoi ammettere ciò che hai fatto. Qual è esattamente l’obiettivo?» La sua voce diventa più imperiosa man mano che parla.
Mi fissa e nei suoi occhi e nella sua espressione non traspare la minima emozione. Sarebbe stata perfetta per interrogare i prigionieri.
Vuoto il sacco dicendo la verità. «Ho bisogno di aiuto perché Audrey provi nuovamente dei sentimenti per me.» Non una cotta adolescenziale, ma una cosa vera.
Mi sposto a disagio e il forte scricchiolio dalla plastica sopra il divano mi mette ancora più in imbarazzo. Io non mi agito mai. Sono sempre freddo, calmo e sotto controllo. È il motivo per cui mi avevano scelto come capo della mia unità quando ero nei Rangers. Non permettevo alle emozioni di interferire con la mia lucidità.
Lei mi fissa, pensierosa. Forse ha bisogno di altre informazioni.
Mi schiarisco la voce. «Vede, se avessimo una relazione, sarebbe più facile essere sincero con lei perché non mi taglierebbe fuori immediatamente. Avrei ancora una possibilità.» Sento il volto in fiamme. Ho trentasei anni e la mia ultima relazione risale alle scuole superiori. Non sono stato un monaco, ma non mi sono mai legato a nessuno. C’è sempre qualcosa che mi impedisce di fare il passo che mi porterebbe a una relazione seria. Non so che cosa sia. Forse ho sempre aspettato Audrey.
Lei batte una volta le mani. «Eccellente, Drew. Credo che ora tu sia pronto per Audrey. Scommetto che sarete sposati prima della prossima estate.»
«Sposati» ripeto. Non mi spaventa come temevo. Forse sono finalmente pronto per il grande passo?
«Okay, ecco che cosa farai.»
Mi chino verso di lei, che mi fa segno di allontanarmi. «Vai a prendere una penna e un blocchetto in cucina. Voglio essere sicura che tu capisca esattamente quello che dico.»
Sento un’ondata di sollievo e ogni muscolo si rilassa. Finalmente un piano serio. Sono stato astuto nel chiedere il sostegno del Generale. Solo il Generale Cupido può aiutare quelli come me. Dire che non sono romantico è un eufemismo, ma ho un cuore. E Audrey è veramente importante per me.
Torno sul divano con un altro scricchiolio di plastica, pronto a prendere nota di ogni perla di saggezza.
Lei sorride, con gli occhi castani che scintillano allegri. «Il vero problema è che non hai mai mostrato le tue migliori qualità. Adesso sistemeremo la faccenda.»
Sento un brivido percorrermi la schiena.
Nessun commento:
Posta un commento