lunedì 17 ottobre 2022

Segnalazione Romanzo - COME FINGERE UN FIDANZAMENTO di Emmanuelle De Maupassant

 





Respiro Readers

vi segnaliamo 

la prossima uscita   del romanzo

dell'autrice Emmanuelle De Maupassant.












TITOLO:  Come fingere un fidanzamento

AUTRICE: Emmanuelle De Maupassant

CASA EDITRICE: Dark Castle Lady

SERIE: Il Manuale della Lady

GENERE:  Romance Storico

PAGINE: 233

PREZZO EBOOK: 3.99

PREZZO CARTACEO: 9.35

DATA USCITA:  15 Ottobre  2022




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Sono innamorati pazzi oppure è tutta finzione?

Il celebre avventuriero Ethan Burnell non vede l’ora di ritornare nella giungla del Messico.

Sistemarsi non fa parte dei suoi piani.

Tuttavia, sua sorella ha ben altre idee, quando decide di organizzare una festa natalizia piena di impazienti debuttanti.

La risposta?

Un finto fidanzamento per tutta la durata delle feste!

Con il proprio nome invischiato in uno scandalo, le prospettive matrimoniali di Cornelia Mortmain sono pari a zero.

Burnell è esattamente il tipo di “uomo pericoloso” a cui lei ha giurato di rinunciare, e fingere di essere la sua fidanzata può solo significare guai.

Oppure renderla talmente famosa da farla diventare irresistibile.

Riusciranno a convincere tutti di essere follemente innamorati?

Che la sfida abbia inizio!






E poi, d’un tratto, il respiro le si congelò nel petto, poiché si udì raschiare e qualcosa si mosse nella base oscurata del monolite.

Non qualcosa, bensì qualcuno. Una figura accovacciata – in quel luogo dove non ci sarebbe dovuto essere nessuno – che grattava sulla pietra, e talmente assorta nel proprio compito da non averla sentita arrivare.

Un ladro? Doveva dare l’allarme; trovare una guardia che arrestasse l’intruso. Ma, l’attimo dopo, l’estraneo si alzò in piedi e si voltò, entrando nel fascio di luce della luna. L’uomo non indossava una giacca e si era arrotolato le maniche, rivelando avambracci abbronzati. I capelli erano arruffati e il viso era coperto da un’ombra di barba incolta. Un criminale, non c’erano dubbi.

Quando vide Cornelia, il bruto emise un ringhio di malcontento e fece un passo verso di lei. Era davvero alto e con una corporatura possente; era abbastanza forte da sopraffarla.

Cornelia piagnucolò. Avrebbe potuto mettersi a correre? Aveva la sensazione che l’uomo l’avrebbe catturata prima ancora che lei avesse raggiunto la porta.

D’impulso, affondò la mano nella tasca del suo grembiule e ne estrasse il righello, stringendolo nel palmo. Restò parzialmente nell’ombra. Ingoiando il terrore, Cornelia si costrinse a gridare: «Non vi muovete! Sono armata e… e sparerò, se sarò costretta!»

L’uomo si bloccò, anche se la sua voce era minacciosa. «Non so chi diavolo siete, ma avete scelto la persona sbagliata con cui scherzare. Se avete in mente di rubare qualcosa in questa sala, fareste meglio a essere pronta a sparare. Sappiate solo che, se lo farete, avrete a disposizione soltanto un tentativo.»

Rubare? Le mani iniziarono a tremarle. Cosa mai intendeva? Non era lei quella che era sgattaiolata dentro per mettere le mani su ciò che non le apparteneva.

Beh, magari lo era, in parte; però le sue intenzioni erano innocue. Stava solo soddisfacendo la propria curiosità. Quel bastardo, frattanto, poteva già avere causato danni irreparabili.

Coloro che avevano tendenze criminali, così aveva sentito dire, vedevano negli altri solo il cuore nero di malvagità. Quell’uomo era entrato senza alcun pudore per compiere il proprio lavoro criminale e doveva quindi credere che lei avesse intenzione di fare lo stesso.

Un’ondata di furia fomentò il suo coraggio, al punto da non farle quasi tremare la voce. «Sdraiatevi e non tentate di fare niente di stupido. Sono una… una tiratrice scelta.»

Anche se l’uomo la fissò con sguardo arcigno, con sollievo di Cornelia fece ciò che lei gli aveva chiesto, mettendosi lentamente in ginocchio e tenendo le mani visibili per tutto il tempo.

Non c’era forse un qualche racconto di Sherlock Holmes in cui il detective aveva sottomesso il cattivo e poi gli aveva avvolto della corda dai polsi alle caviglie per evitare che scappasse? Nella tasca del grembiule aveva anche del cordino. Sarebbe stato abbastanza forte? Cornelia era in dubbio, ma non sembrava ci fosse altro a disposizione, e non poteva certo lasciarlo così come si trovava. La sua unica speranza era bloccare quel furfante – e farlo prima che lui si rendesse conto che la sua “pistola” non era altro che un pezzetto di legno.

Non appena l’uomo fu in posizione prona, Cornelia avanzò lentamente verso di lui. «Mani dietro la schiena, e ricordatevi: non esiterò a sparare.»

Con un’ultima occhiataccia, l’intruso fece ciò che gli aveva ordinato, però, non appena Cornelia si piegò in avanti con il pezzo di spago, ci fu un lampo di movimento.

Il braccio dell’uomo scattò in avanti e la caviglia di Cornelia subì un brusco strattone. Con un urlo, la donna cadde all’indietro, atterrando con un tonfo sul fondoschiena, mentre la sua “pistola” scivolò sul pavimento lucido.

Un attimo dopo, entrambe le braccia dell’uomo erano appoggiate ai lati di Cornelia, il corpo premuto su tutta la lunghezza del suo. I suoi occhi, neri come la pece, sfolgoravano per la furia.




Mentre pronunciava quelle parole audaci, faticava a evitare che il labbro le tremasse. La canaglia era a cavalcioni su di lei e le mani erano ferme, tenendola premuta a terra.

Era del tutto sconveniente.

Improprio. Indecoroso. Indecente.

Nessun gentiluomo avrebbe mai trattato una signora a quel modo, ma era chiaro che quello non era un gentiluomo, e lei si trovava alla mercé di quel furfante.

Il fatto che il cuore le stesse battendo fragorosamente non aveva nulla a che fare con l’irremovibile peso del suo corpo, che irradiava calore, né con il profilo dei suoi bicipiti premuti contro il lino della sua camicia sgualcita. Abbassò lo sguardo. I primi bottoni erano aperti e rivelavano un petto cosparso di peluria scura e abbronzato quanto le sue braccia. L’uomo aveva lavorato a torso nudo. La sua rozzezza era ulteriormente confermata dai suoi capelli, che gli si arricciavano sul colletto sbottonato e, sebbene il viso fosse stato rasato in tempi recenti, la mandibola era coperta da un’ombra di barba di qualche giorno.

Tutto di lui esprimeva un’assoluta mascolinità.

Era stato un qualche collezionista privato a mandare lì quel furfante per rubare alcuni dei pezzi più piccoli, oppure la presenza dell’uomo in quel luogo era più malevola? Lo sapeva il cielo cosa stesse facendo, quando lei l’aveva interrotto.

Lui tornò a scrutarla, ispezionando i suoi tratti con una concentrazione inquietante, come se stesse cercando qualcosa sul suo volto. Cornelia sbatté diverse volte le palpebre. Qualunque cosa fosse successa, non si sarebbe permessa di versare una sola lacrima, né si sarebbe lasciata intimidire. Sarebbe stata forte, fino al suo ultimo respiro.

Ciò nonostante, quando la canaglia rimosse la presa sulle sue spalle, lei emise un gridolino e chiuse gli occhi. Era quella la sua fine? L’avrebbe strangolata? Avrebbe dovuto urlare, perlomeno, o lottare – però sapeva che sarebbe stato inutile. Non c’era nessuno là vicino che avrebbe potuto salvarla.

Sembrava, tuttavia, che quello non sarebbe stato il momento della sua morte, poiché il peso che la opprimeva si sollevò e due mani grandi e calde afferrarono le sue, attirandola in piedi.

Per un attimo barcollò, poi riaprì gli occhi, solo per ritrovarsi con il naso premuto quasi contro il petto del suo assalitore. Aveva un leggero sentore di sudore, di legno e cuoio, ma anche di sapone. Inalò più profondamente. Un accenno di limone, decisamente, e qualcos’altro di più aspro – colla?

Quando lui parlò di nuovo, fu in un tono molto più gentile; non quello di un gentiluomo – o perlomeno, non di uno inglese – ma vi era qualcosa di galante.

«Non so bene cosa pensare di voi, eppure credo stiate dicendo la verità e, probabilmente, vi devo delle scuse, per avervi fatto cadere a terra a quel modo. Qualunque cosa pensiate io sia, vi assicuro, Signora, che non vi farò alcun male. Se avete agito come avete detto, preoccupandovi della sicurezza di ciò che si trova in questa stanza, dovrei ringraziarvi, anziché mettervi al tappeto.»

Una grande mano tornò a posarsi sulla sua spalla, questa volta con fare più dolce. «Spero che quel vostro fondoschiena non sia troppo coperto di lividi.»








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