mercoledì 4 maggio 2022

Recensione Romanzo - BY GRAZIA - ORRORE A HELSINKI di Marialuisa Moro

 













Una Helsinki prenatalizia, imbiancata di neve e sfavillante di luminarie, risonante di canti e festeggiamenti per la celebrazione di Santa Lucia, il simbolo della luce.
Nella città del Natale comincia l’orrore.

"La scrittura della Moro ha qualcosa di magnetico e di viscerale che non delude mai."
Francesca Ghiribelli
L’assassino colpisce dovunque, anche durante la processione.
Le sue vittime hanno precise caratteristiche fisiche e vengono uccise sempre con lo stesso osceno e umiliante rituale.
Dove condurranno le indagini del commissario Laine e del suo aiutante Kalle?





Come tutti i romanzi della Moro, anche questo Thriller è scritto bene senza dubbio, anzi, devo dire che l’autrice nel corso degli anni ha migliorato e di molto lo stile narrativo. La trama trascina come un fiume in piena e cattura il lettore nell’avvicendarsi degli inquietanti omicidi commessi dall’efferato serial killer. L’ambientazione, poi, è davvero suggestiva e azzeccatissima: la neve che cade lenta sulle chiazze di sangue rosso vivo, dà l’idea di una particolare situazione del momento, del qui e ora, quindi ben ideata. Anche la lunghezza delle situazioni è ben pensata.

La scrittura di un registro colloquiale ha dato quell’input in più alla storia rendendola più intrigante. Tuttavia, ci sono parecchi punti che mi hanno lasciato un po’ perplessa; i personaggi non sono definiti in maniera completa a livello psicofisico. Il finale, probabilmente andava arricchito di più particolari per dare ulteriore spazio mentale al lettore di comprendere esattamente, del perché certi personaggi decidono di comportarsi in tale maniera. Che cosa c’è dietro il vissuto ad esempio del presunto colpevole, il ragazzo che consegna il cibo da asporto ad avere paura, a non essere creduto, a parte l’essere omosessuale? Poi c’è il serial Killer, che il lettore riesce a sgamare fin da subito, che diventa un omicida perché fin da bambino viene maltrattato, abusato sessualmente dal presunto patrigno; ha una madre che non prende le sue difese, non lo protegge. Ecco, allora il lettore si chiede: Perché? Che cos’ha questa donna al posto del cuore? Una donna che fa finta di niente pur sapendo che il suo unico figlio viene brutalizzato, subisce angherie di ogni sorta, non interviene? Paura delle percosse da parte del marito? Ci sta. Paura di essere uccisa? Ci sta, e la rabbia dentro il lettore sale e, a tal punto, che sente l’impulso di saltare all’interno delle pagine e prendere a pugni quel padre/patrigno il quale schifosamente e verosimilmente ricorda i molti uomini che vivono beati a casa propria brutalizzando le proprie compagne e i propri figli. È realtà? Sì. Forse in questo passaggio avrei inserito una spiegazione dall’aspetto psicologico riguardo la madre del serial killer.

E, credetemi, quando un passaggio importante come quello descritto nella storia ti coinvolge fino a questo punto, non puoi far altro che esclamare: “Chapeau”!

Comunque, ho trovato interessanti i vari salti temporali del passato vissuto dalle vittime.

E come dico sempre; bisognerebbe sempre leggere tra le righe e soffermarsi su ciò che ogni autore vuole comunicare al lettore. Gli abusi sui minori è una problematica che ho colto all’interno del romanzo breve e... scusatemi se non è poco.

Qualche refuso ed errore ortografico, ma ci sta. Su questo vorrei spendere un punto a favore dell’autrice, la quale ha scritto, scrive e continua a scrivere trame brillanti che mi sembra giusto recensire in modo soprattutto costruttivo e oggettivo, perché recensire significa principalmente comunicare al lettore qualcosa di giusto o di sbagliato che sia, ma farlo in modo che l’autrice comprenda, nella sua sensibilità d’animo, che se ci sono dei passaggi nella storia che non reggono, vanno giustamente riportati. Perché recensire un romanzo è proprio questo, esprimere in modo corretto le proprie opinioni, anche se la storia possa piacere o no a livello personale. Credo che ci sia un enorme differenza tra parlare di un libro e recensirlo essendo obiettivamente esplicativi, altresì aggiungendo commenti soggettivi.

Ciò nonostante, per come la vedo io, dopo aver letto una storia, come nella scrittura, si devono saper esprimere emozioni, sensazioni e anche un pizzico di follia, perché no. Tengo a precisare, che la comunicazione è importante e come tale deve essere espressa nel migliore dei modi.

Consigliato agli amanti del genere.  






 











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