Charlton Park House, 1822
Dalla prematura scomparsa della moglie, Henry Stuart, Conte di Suffolk, non è stato più lo stesso. Dopo anni di lutto e dolore, nella sua vita entra finalmente uno spiraglio di luce grazie a Rose, la giovane sguattera che ruba i libri dalla sua biblioteca. Ma chi è davvero la misteriosa fanciulla che sembra averlo stregato?
Parli come se non se ne fosse mai andata.»
«È così. Lei non se n’è mai andata del tutto. E mai lo farà.» Sollevò di nuovo il capo e mi guardò. Vi era una tale convinzione, in quelle iridi chiare, che quasi mi fece vacillare.
«Lei è qui, sempre. Vive dentro di me, dentro di te e attraverso la piccola Lizzie. La sento vicina tutti i giorni. Quando chiudo gli occhi, prima di addormentarmi, a volte quasi la percepisco sussurrarmi all’orecchio. Non ci ha mai abbandonato, Henry, e tu non relegarla a un ricordo triste e lontano. Alimenta invece la sua memoria e non lasciarla mai andare via. Quando sarà il momento giusto, sarà lei a mostrarsi e ad aiutarti.»
Aveva già stretto nella mano il pomello quando la mia voce la raggiunse di nuovo, incapace di lasciarla andare: «Che cosa avete di più caro, signorina?»
Lei nemmeno esitò: «Ben poco al momento, milord. Solo la mia vita.»
Poi, mi lasciò solo, senza guardarsi indietro.
Rimasi fermo dov’ero per quella che mi sembrò un’eternità. Voltandomi, lo sguardo cadde sul libro, abbandonato sulla poltrona. Lo raccolsi e mi lasciai cadere sulla seduta di broccato, poi chiusi gli occhi e lo accostai al viso: l’odore della carta lisa si mescolava a quello della fuliggine. Deluso, mi resi conto che non sapeva più di Anne, come se l’avesse lasciata indietro e fosse pronto per appartenere a qualcun altro.
«Se volevate tenermi qui tutta la notte, avreste fatto più in fretta a chiedermelo.»
A quelle parole, ritirai la mano velocemente, senza darle il tempo di afferrare l’ultimo tomo.
«E avreste accettato?» Volevo godermi l’espressione sul suo viso. Immaginavo che le mie parole avrebbero suscitato un leggero imbarazzo, le avrebbero tinto le guance di un delizioso rossore e magari avrei ricevuto una risposta piccata, seguita dal riso… ma non fu così.
Lo sguardo le si incupì e Rose si affrettò a scendere dalla scala. Cercai di non cadere preda del panico, che sentivo aumentare, e rimasi immobile, seguendo i suoi movimenti solo con lo sguardo.
«Credo abbiate frainteso il mio ruolo in questa casa, lord Suffolk.»
«Aspetterò qui.» James si rimise in piedi, cominciando a sistemarsi nervosamente i vestiti.
Prima di uscire, però, mi voltai di nuovo verso di lui: «Qualsiasi cosa accada, ricorda che anche Eleanor è qui e che nessuna delle due merita sofferenza o umiliazione.»
James face segno di sì con il capo, ma poi distolse lo sguardo. Mi vergognai di quel pensiero, ma una parte di me era certa che forse nessuna delle due avrebbe mai dovuto fidarsi di lui.
Classe 1991, una laurea in letteratura inglese, una in giornalismo e due anni vissuti in Irlanda, oggi ha trovato la sua occupazione nel mondo del digitale, ma non ha abbandonato la sua passione per i classici e la loro bellezza.Vive fra le Dolomiti con un pallanuotista e due gatti, Loki e Thor, alternando web e carta stampata, lavorando come modella e viaggiando per l’Europa.
Il romanzo storico è per Giulia il mezzo per trattare temi attuali e riflessioni profonde conferendo al tutto un’anima romantica. I suoi personaggi, donne forti e determinate che combattono per mantenere la loro posizione e felicità, rispecchiano le giovani di oggi, sognatrici e pragmatiche, che bevono la vita in un sorso solo assaporandone ogni goccia.
Come la pioggia e la Scozia, il suo romanzo d’esordio, ha vinto i Watty’s per la categoria narrativa storica nel 2019, prima di essere pubblicato da Words Edizioni. Il romanzo è stato per mesi tra i Bestseller Amazon. Anche Le Api di Waterloo ha vinto i Watty’s 2020 per la stessa categoria.
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