È la realizzazione della storia d’amore che tutti sogniamo.
È una magia che si avvera, ma che corre costantemente in bilico tra la vita e la morte, sul filo sottile di un esito imprevedibile.
I due protagonisti, a distanza di molti anni dalla fine della loro relazione, si ritrovano in una clinica: Rosa è gravemente malata.
In una tessitura che gioca con il flashback, tra ironia e pianti, tra commozione e goliardia, riemergono i ricordi della coppia: vengono esplorate tutte le fasi dello stare insieme, dal disincanto del corteggiamento alle problematiche della convivenza, dai viaggi memorabili all’affrontare le ristrettezze della difficoltà economica, dall’intensità viscerale del sesso alla gelosia logorante, dal progettare di costruire una famiglia allo struggente dolore della separazione.
L’immergersi e l’immedesimarsi nella storia del romanzo sono processi naturali, perché il percorso sentimentale narrato ripercorre le tappe che ognuno di noi vive o ha vissuto (o vivrà).
La "spina" di Rosa potrebbe staccarsi, ma nell'ambivalenza della sua omonimia scioglie il confine tra eutanasia e metafora esistenziale, divenendo il simbolo della catarsi dei personaggi, rinascita che sublima il senso stesso dell’esistenza umana ridisegnando il perimetro di demarcazione tra i concetti mortale e immortale.
L’intreccio continuo tra presente e passato che mette a confronto i sentimenti di oggi e di ieri conduce alla maturazione di una nuova consapevolezza che si sviluppa e si forgia via via in un Romanzo di formazione sentimentale che sfocia in un epilogo sorprendente.
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