Le ragioni ostinate della vita: morire e rinascere. Ma dov’è la vita? Nei giorni di miele o in quelli di pioggia? Viaggiando tra i versi di questa raccolta, si potrebbe dire che l’intensità dell’emozione appare in tutta la scala dei colori, compresi i grigi, che abbiamo in sorte. Il tema dell’amore ricorre e caratterizza le poesie, ma è spesso un pretesto per parlare del tutto, della disperata e irriducibile tensione di tutte le sfaccettature del nostro vivere, un giorno da pupazzi di neve, l’altro da diavoli, inchiodati sulle nostre panchine, ma anche rapiti da treni che partono e arrivano. Emozioni effimere o prepotenti, che attraversano le nostre anime avide e generose di attenzioni. Così, su quella panchina antica, seduti, restiamo, esposti a mediocrità, ma allo stesso tempo coperti da sorrisi e odori di frutti, di terra. Attori danzanti della nostra vita imperfetta che, come sabbia tra le mani, può essere bagnata, dura, asciutta, leggera, impalpabile e volatile. Ricca di vita e sale o arida come quella del deserto, e la vita, come la sabbia, può rimanere attaccata alla pelle o fuggire via con un soffio di vento.
COLORI
Porto un tramonto in una tasca
come fosse un fiammifero
Mi accendo e brillo di luce rosa
per attrarti arcobaleno in scala di grigi
nascondendoti il bianco e nero
della luna che tengo in borsa
che rispecchia i miei momenti
oscuri e fragili e che ingurgito
come caffè che toglie il sonno
In rosa potrei forse apparirti
più brillante e dolce di ciò che sono
io che non distinguo un fiore da un altro
ma che sono io stessa un fiore
seccato tra le pagine di un libro
SE
Se potessi corteggiarti proverei
a non nascondermi dietro la paura
di apparire maldestra e goffa
e ballerei per te una tarantella
scatenata libera e sensuale
Smetterei di indossare un cappotto
più grande e sfilerei in passerella
donandoti un sospiro per ogni passo
Se ti lasciassi corteggiare leggerei
per te fino a quando avrò voce per poi
stare in silenzio ad ascoltarci respirare
Ti regalerei i miei brutti sogni ricorrenti
e i bei ricordi della mia giovinezza
Se ti facessi corteggiare vivremmo
un tempo in cui la gente guardandoci
imparerebbe come essere felice
PER MANO
Dipendesse da me
Dormirei ogni notte tra le tue braccia
sognando mondi pieni di noi
Ti racconterei le mie assurde fantasie
e i ricordi della mia infanzia
I giochi sbagliati, le ingenuità
le promesse non mantenute
Mi specchierei nella trasparenza
dei tuoi occhi e dei tuoi sorrisi
E ti porterei per mano nel mio mondo
GIULIA
Giorni di miele e pioggia fine
Invito il mio angelo a bussare
Un urlo di un gatto in amore
Lieve la tua mano mi accarezza
i seni e sento le tue labbra umide
Accolgo te, con il tuo dolore
Simona Lo Curto, nasce a Palermo nel 1974. Consegue la Laurea in Tecnica Pubblicitaria presso l’Università degli di Studi di Palermo nel 1996 e dal 2002 svolge il ruolo di consulente per una società di telecomunicazioni. Da sempre ha la passione per lo sport e la lettura e ha partecipato a concorsi nazionali ottenendo riconoscimenti e pubblicazioni. Diverse poesie sono state esposte a mostre internazionali di mail art, in Festival della Poesia e blog dedicati alla letteratura.
Sabbia è la sua prima pubblicazione, con Brè Edizioni.
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