Il contesto di questo testo narrativo di Marta Celio è quello psicoterapeutico. Il più infido dei contesti. Due fuori dal mondo, il malato e il terapeuta, riusciranno assieme a sistemare quel mondo in binari, né convergenti né divergenti bensì paralleli rendendoli gestibili? La Celio tenta la scalata di questa insidiosa scommessa adusata ai suoi esperimenti pareidolici.
E' un racconto con uno stile di scrittura particolare.
S'inizia con la narrazione dal punto di vista di una strana e misteriosa donna che racconta di trovarsi in una specie di collegio salesiano.
L'attenzione della narrazione si sposta subito ribaltando completamente verso le parole di uno psicoterapeuta con l'ostico compito di narrare alcune vicende riguardanti suoi casi clinici.
Una carrellata, una dietro l'altro, dove guida e porta il lettore ad affacciarsi nei meandri della mente malata che necessita d'aiuto.
Un argomento complesso non proprio leggero né da trattare, né da leggere.
Una lettura che la indirizzerei maggiormente a lettori che sono competenti in materia, o perlomeno amano la psicologia che s'intreccia anche a periodi di filosofia.
Lo stesso lettore si ritroverà all'interno di un viaggio quasi mentale in un vortice di sentimenti spiegati dalla voce narrante a volte anche destabilizzante.
Una lettura impegnativa che consiglio di più per chi è nel settore o molto interessato alla materia trattata delle malattie o disagi mentali.




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