Respiro TReaders
vi segnaliamo il romanzo
dell'autrice italiana Rossana Renaldo.
TITOLO: Al Namastè
AUTRICE: Rossana Renaldo
CASA EDITRICE: Self Publishing
GENERE: Romance
PAGINE: 194
PREZZO EBOOK: 2.99
PREZZO CARTACEO: 6.99
DATA USCITA: 12 Luglio 2019
Isa ha cinquantacinque anni e vive in un piccolo paese di montagna, in provincia di Torino. Dopo una dolorosa separazione e una serie di disavventure, la sua vita torna a brillare grazie alle sue tre amiche del cuore con le quali ha creato una specie di gruppo idiota, Quelle del Tempo Leggiadro, e al suo negozio, il Namasté. Proprio in quel luogo una serie di coincidenze più o meno sfavorevoli la catapultano in una nuova avventura, sconvolgendo la sua vita tranquilla e apparentemente appagante, regalandole nuove emozioni e colori sfavillanti. Perchè se uno continua a crederci, prima o poi …
Prologo
Ho
sognato sempre la stessa sequenza di immagini. Arrivavo davanti al
precipizio e sentivo i peli delle ascelle irrigidirsi per il terrore:
sotto il mare era impetuoso, scuro, blu pavone e puzzolente. Io ero
immobile con il sudore che colava nella schiena e mi sentivo
intirizzita a causa del forte vento. Mi svegliavo con una delle tante
vampate che la menopausa mi aveva regalato solo nella notte. Ma Santa
Barbara di Nicomedia: anche in pieno autunno? Mi mettevo seduta sul
letto, madida e incavolata nera, con un leggero senso di disgusto per
la puzza che emanavo, una lieve angoscia a causa del declino che
avrebbe peggiorato quello stato, cambiando la maglietta mentre
sbuffavo come una locomotiva piena di carbone.
Ho
sognato sempre la stessa roba fino all’altra notte. Ero arrivata
sempre nello stesso posto ma c’era il sole, una brezza deliziosa e
il mare era trasparente, con un misto di gradazioni che andavano dal
fiordaliso al turchese. Io ero spensierata, leggiadra e impavida,
tant’è che –a un certo punto- mi buttavo. Il risveglio era stato
quieto e senza il sudore pestilenziale che mi faceva compagnia ogni
notte.
Mi
ero alzata sentendo che quel periodo mi avrebbe regalato un evento
speciale. Avevo accarezzato la testa di Thor, mi ero fatta un caffè
con la macchinetta ed ero rimasta con la faccia appiccicata al vetro,
gli occhi spalancati, tutta arrotolata su me stessa, in cerca di
indizi che rivelassero quella sorpresa che il mondo mi stava
preparando.
Niente,
a parte un freddo becco ai piedi, la bocca con un gusto tremendo e
Thor che mi tormentava per uscire, non c’era nulla di nulla che mi
desse ragione.
Uffa,
mi ero alzata ed ero inciampata nel tappetino. Sbang, Avevo sbattuto
il ginocchio contro la panca e lanciato un urlo che nemmeno Satana
nelle giornate storte.
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