Respiro Readers
vi segnaliamo il romanzo
dell'autore italiano Maurizio Gramolini.
TITOLO: La grande casa bianca
AUTORE: Maurizio Gramolini
CASA EDITRICE: Cavinato
GENERE: Paranormal Fantasy
PAGINE: 204
PREZZO EBOOK: 5.99
PREZZO CARTACEO: 15.30
DATA USCITA: 19 Ottobre 2018
Una grande casa sulla sommità di un colle a picco sul mar Tirreno, teatro dell’epopea di una famiglia, custode inconsapevole dei segreti di un’antica leggenda, attraverso anni e generazioni, in una Toscana misteriosa e incantata.
Dall’Era degli Etruschi,un varco aperto per il passaggio delle anime dei morti…
Un potente medium che catalizzerà le forze nel tentativo di chiudere il varco.
Una lotta epica tra il Bene e il Male, al termine di un terribile viaggio in una dimensione parallela.
“…Colle Nitti, silenzioso custode di antichi segreti di vita e di morte.”
Dall’Era degli Etruschi,un varco aperto per il passaggio delle anime dei morti…
Un potente medium che catalizzerà le forze nel tentativo di chiudere il varco.
Una lotta epica tra il Bene e il Male, al termine di un terribile viaggio in una dimensione parallela.
“…Colle Nitti, silenzioso custode di antichi segreti di vita e di morte.”
Il colle
Si staglia nitido sull’orizzonte.
L’azzurro del Tirreno, sullo sfondo, a ovest, e la macchia mediterranea delle colline metallifere a est.
All’occhio del passante quasi sempre sfugge il bianco della strada sterrata, delle poche curve che rapide
conducono alla sommità e altrettanto spesso sfugge il nero metallo del cancello che apre la via alla
grande casa bianca.
Ma a volte anche l’occhio distratto coglie un movimento, un biancore che si agita in cima al colle, e
guardando con attenzione appare, anche se fugacemente, per un solo istante, l’insieme della casa, delle
grandi finestre e delle tende bianche che ondeggiano nella brezza, e che per prime hanno attirato il
nostro sguardo.
Molto più raramente un passante che si avventuri fino a lambi-re l’ombra del colle, percepisce quelle
sensazioni che si provano entrando in un grande tempio antico, che lascia intuire le imponenti
dimensioni del tempo trascorso e le tracce di coloro che, in epoche diverse, ne hanno attraversato le
navate.
E a volte quel passante così sensibile alza lo sguardo, senza sapere il perché, e per qualche istante
osserva Colle Nitti, silenzioso custode di antichi segreti di vita e di morte.
Prologo – Etruria - VI secolo a.C.
Le fiamme delle torce, agitate dal vento, illuminavano la scena, creando ombre in movimento sulla
spianata alla cui sommità si trovava il tempio con il suo portale -OH>OM (Mundus), il varco per
l’oltretomba.
Il suppliziato fu condotto al cospetto del Sacerdote Tagete, innanzi al Mundus; l’uomo, di corporatura
robusta, incatenato e circondato da soldati, appariva sereno e del tutto indifferente sia alla propria sorte
che a quanto lo circondava.
«Tuchulcha, stai per ritornare negli Inferi ai quali appartieni.
Il Mundus del colle di Altraga sarà sigillato con il tuo sangue e tornerà ad essere il varco attraverso il
quale i morti lasciano questo mondo, e dal quale nessuno potrà tornare.» proclamò Tagete guardando il
suppliziato negli occhi.
«Nessuno potrà varcare il Mundus e tornare nel mondo dei vivi, neanche i demoni come te Tuchulcha.»
continuò.
E con queste parole aprì il portale del tempio e tracciò con una lancia un solco sulla soglia, a delimitare
il Mundus.
Tuchulcha sorrise e parlò con la voce di mille bambini: «tu non puoi nulla contro di noi…» il vento
aumentò facendosi impetuoso e rischiando di spegnere le torce.
«Il varco sarà riaperto.» continuò il demone con voce di moltitudine.
Tagete fece un cenno ai soldati che fecero inginocchiare il suppliziato in prossimità del solco sulla
soglia del tempio ed estrasse dalla veste un lungo coltello sacrificale.
«Demone lascerai questo corpo insieme alla vita che lo abbandonerà e tornerai negli Inferi dai quali sei
venuto!» esclamò Tagete afferrando Tuchulcha per i capelli, poggiandogli la lama sulla gola.
Il vento si fece tempesta mentre si levarono sempre più assordanti le voci delle moltitudini emesse dal
demone:
«Non ci fermerete, il varco sarà riaperto. Non oggi. Non domani. Un uomo inconsapevole sarà il fulcro
che aprirà il Mundus e i morti cammineranno sulla terra».
E mentre la lama del coltello di Tagete apriva la giugulare di Tuchulcha, o per meglio dire del simulacro
umano che il demone aveva posseduto, le grida delle moltitudini non cessavano di uscire dalle labbra
del suppliziato, mentre il sangue si riversava sul solco tracciato sulla soglia del Mundus.
Incredulo Tagete affondò la lama nel collo, tranciando la trachea e affondando tra le vertebre, mentre le
grida assordanti e disumane del demone sembravano aumentare…il sacerdote continuò a infierire con la
lama tagliando muscoli e tendini, tirando il cranio per i capelli…fino a che la testa del suppliziato non si
staccò completamente dal corpo.
Il sacerdote la resse per qualche istante per i capelli, osservando incredulo il volto contorto dalla rabbia
con la bocca che ancora si muoveva producendo una terribile cacofonia di voci e versi animaleschi.
Terrorizzato come tutti gli astanti, Tagete gettò lontano la testa urlante del demone, afferrò gli anelli dei
due grandi battenti e chiuse con un tonfo sordo il portale del Mundus.
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