Respiro Readers
vi presentiamo l'autrice partecipante
al prossimo evento letterario a Roma
l'8 Giugno 2019 tutto dedicato
agli scrittori emergenti.
Qui di seguito troverete la biografia dell' autrice
e la sua biografia.
Delia Deliu è lo
pseudonimo che la scrittrice ha scelto per pubblicare i suoi romanzi
come omaggio alle sue origini perché Deliu è il cognome della nonna
materna. Nata nel 1968 in una piccola città della Romania, Delia è
la figlia maggiore di una coppia di operai le cui modeste possibilità
economiche la portano a optare per una laurea in Scienze
Infermieristiche anziché in Medicina.
Come
tante altre infermiere romene, nel 2004 viene in Italia in cerca di
un futuro migliore. Dopo aver cambiato varie città e posti di
lavoro, nel 2006 si trasferisce a Verona ricongiungendosi con la
famiglia lasciata in patria, per una nuova vita piena di sogni, ma il
destino ha programmi diversi: il matrimonio fallisce e si separa.
Dopo anni di solitudine arriva una seconda possibilità di essere
felice, si innamora e si stabilisce a Mantova insieme ai figli, per
stare accanto al compagno, che adora.
La
scrittura diventa per lei una cura per l’anima. Debutta nel 2015
con il romanzo Il
grido del cigno nero,
che le porta un attestato di merito al Trofeo Internazionale Medusa
Aurea 2016. In seguito pubblica altri due romanzi. Azzardo
Fatale, la seconda
edizione di Stupide
scommesse
revisionata ed editata a cura di Progetto Parole, è un erotico
piccante con un finale innaspetato che lascia una morale al lettore:
“chi semina vento raccoglie tempesta”. Ancora
due, la seconda
edizione di Meno due
revisionata ed editata a cura di Pav Edizioni, è un romance che non
si può definire “un rosa” ma “un amaranto” visto il tema che
sviluppa la trama.
Delia
è una donna solitaria che dedica il tempo libero ai figli, che ama
più di qualsiasi altra cosa al mondo, al suo lavoro, ai libri e alle
passeggiate in montagna. Amante della psicologia, del linguaggio del
corpo, suona la chitarra. Le piace cucinare ed è innamorata della
lingerie sexy.
Dice
di sé stessa: «Sono una specie di diavolo e acqua santa, ho momenti
di dolcezza ma anche di forte rabbia. Potrei passare giorni interi
vicino a chi ha bisogno di me, come mandare a quel paese in due
secondi chi mi offende. Forte come l’acciaio e alle volte fragile
come un bicchiere di cristallo, sono semplicemente una donna.»
TITOLO: Il grido del cigno nero
AUTRICE: Delia Deliu
CASA EDITRICE: Createspace Independent Pub
COLLANA: Xenia
GENERE: Narrativa Generale
PAGINE: 188
PREZZO EBOOK: 2.99
PREZZO CARTACEO: 4.99
DATA USCITA: 1 Febbraio 2016
Xenia è
un’infermiera, votata interamente alla famiglia e al lavoro, che
vive oramai una vita rassegnata dal punto di vista dell’amore,
l’uomo che ha sposato non è mai riuscito a conquistarla e ora,
dopo anni di matrimonio, è tutto finito. Ha un rapporto molto
confidenziale con i due figli, al punto che un bel giorno, vista
l’apatia della madre, a sua insaputa la iscrivono su un sito di
incontri.
La titubanza
iniziale viene vinta dalla sua innata curiosità e dal desiderio di
capire cosa il mondo maschile le possa ancora riservare. Il romanzo
mette anche in evidenza la sua vita professionale, con parecchi
aneddoti e racconti su pazienti e colleghi, descrivendo situazioni a
volte dolorose, a volte esilaranti. La storia si alterna tra la vita
familiare, il lavoro e queste conversazioni in un mondo virtuale.
Xenia è una donna
inconsapevole del suo fascino, che non sa affrontare il mondo
maschile, ma osserva e impara. È alla ricerca dell’amore, anche se
inconsciamente; ha voglia di assaporare questo sentimento e, allo
stesso tempo, ha il terrore che questo succeda e le faccia perdere la
lucidità e il controllo della sua vita. Le sembra di aver incontrato
l’uomo in grado di colorare la sua vita troppo grigia, ma questa
felicità subisce un’imprevista svolta. Il suo grido di donna verso
il mondo maschile, è come il grido del cigno, può esprimere il
dolore o la felicità, dipende da chi lo sta ascoltando.
Perché
un lettore dovrebbe leggere Il
grido del cigno nero?
Il
grido del gigno nero
è una storia di vita di una semplice donna, di una realtà attuale,
di ricerca di felicità con la quale chiunque legga potrà
confrontarsi. Un romanzo che ricorda che, ancorché destinata alla
fine, condizionata da conflitti e contraddizioni, dal peso delle
maschere che indossiamo o siamo costretti a indossare, la vita è il
risultato delle nostre scelte, che le scelte che facciamo ci
qualificano, e che siamo liberi finché possiamo scegliere.
Più volte nella sua vita si è illusa.
Come donna, ha il difetto di guardare le cose non per quello che
realmente sono, ma per quello che lei avrebbe bisogno che fossero.
Costruisce castelli di carta fondati su convinzioni fasulle, si sente
protetta dentro le loro fortezze fatte di illusioni, poi si stupisce
quando crollano a terra e rimane ferita e delusa. Passa del tempo a
chiedersi il perché, ma a volte è solo tempo perso, l’unica
colpevole è lei che si è raccontata bugie. È come vedere
l’arcobaleno in una pozzanghera d’olio.
Non puoi amare una persona e allo
stesso tempo farla soffrire, perché è questo che il marito faceva
ogni volta che tornava a casa ubriaco, ogni volta che andava a letto
barcollando, ogni volta che vomita dove capitava Giovanni la faceva
soffrire riducendosi così. L'amore è un piatto che le è stato
portato via ancor prima che lei potesse assaggiarlo, ma lei sogna
ancora, vorrebbe gustare almeno una volta nella vita l’amore,
lentamente, cucchiaio dopo cucchiaio, sentire il suo sapore a tal
punto da farle annebbiare la mente.
TITOLO: Azzardo fatale
AUTRICE: Delia Deliu
CASA EDITRICE: Progetto Parole
PAGINE: 198
PREZZO EBOOK: 3.99
PREZZO CARTACEO: 10.00
DATA USCITA: 24 Marzo 2019
Una
scommessa goliardica con un amico destinata a comprovare le sue
capacità di seduttore, un azzardo forse all’apparenza banale, si
trasforma per Davide Dama in qualcosa destinata a segnare in maniera
indelebile tutta la sua vita.
Studente
diciottenne affascinante con la passione per la chitarra, Davide
riesce a vincere quella scommessa portandosi a letto Maria, una
conturbante trentenne conosciuta per caso in un bar dove lei si è
recata per annegare nell’alcol la sofferenza e l’umiliazione
causate dalla rottura con quello che è appena diventato il suo ex.
Dovrebbe essere l’avventura di una notte, nient’altro che un
trofeo da esibire con orgoglio agli amici, invece bastano poche ore
con lei per farla diventare l’ossessione della sua esistenza, un
desiderio spasmodico e costante di rivederla. Ma dopo quell’unico
incontro, lei sparisce.
Passano
gli anni. Davide, che non ha mai smesso di cercare Maria in tutte le
donne che frequenta, ha accantonato le sue ambizioni di cantante e
musicista ed è diventato un famoso avvocato. Un giorno, in
circostanze del tutto casuali, conosce una bella quanto misteriosa
ragazza dallo stile dark, Daria Conti, con la quale inizia una
frequentazione problematica caratterizzata da una continua e
destabilizzante alternanza di incontri di sesso travolgente e
reiterate e lunghe sparizioni di lei, in un rapporto che, suo
malgrado, lo vede sempre più coinvolto anche a livello sentimentale,
al punto da fargli cambiare atteggiamento verso ciò a cui fino ad
allora non aveva mai creduto: l’amore. E anche Daria sembra
ricambiare.
Tutto
farebbe pensare a un’evoluzione positiva della loro storia, ma un
destino per certi versi crudele farà emergere dal passato un
terribile segreto…
Perché
un lettore dovrebbe leggere Azzardo fatale?
Azzardo
fatale
non è solamente un erotico, in questo libro c’è passione,
tormento, sofferenza e amore. Un amore che supera le barriere e che
ritrova la sua strada verso il cuore, distruggendo pregiudizi e
menzogne. Un libro ispirato da una storia vera perché il destino, a
volte, travolge l’animo delle persone in un vortice di eventi
incontrollabili e inimmaginabili. Un romanzo che lascia un messaggio
al lettore: “chi semina vento, raccoglie tempesta”.
La pioggia è
arrivata come una benedizione in questo tardo pomeriggio di un
venerdì autunnale. Il temporale è appena passato e adesso piccole
nuvole grigie, sparse qua e là, sono isole perse nel ritrovato
azzurro del cielo. Le gocce d’acqua baciano con avidità il suolo
assetato come un innamorato la mano della sua amata.
Tic… tic… tic…
è il sottofondo strumentale che le dita magiche della natura suonano
accompagnando la canzone cantata da Madre Terra.
Soltanto mezz’ora
prima, il grido irrequieto di un tuono aveva scosso la città. Il
sole, che fino a quel momento abbracciava la terra, si era nascosto
dietro nuvole nerastre apparse quasi per magia, come un attore alle
spalle del sipario alla fine dell’esibizione. La natura aveva
scatenato la tempesta in un attimo, sembrava l’ira di un
tradimento. Come a un comando invisibile, un mare di ombrelli
colorati aveva invaso il piazzale. La gente benedice la pioggia con
le parole, però in pochi hanno il coraggio di accettarla sui loro
corpi. Benedire e rifiutare allo stesso tempo, frequente paradosso
per gli esseri umani.
Maria
chiude gli occhi per imprigionare nella mente quei baci, gocce di
vita. Davide la prende per i fianchi e la tira verso di sé. Lei
guarda quelle iridi, ora più scure, che la spogliano da ogni
convenzione morale e la rendono colpevole delle fantasie represse.
Libera un lieve gemito, quel verso in più della sua eccitazione,
come un vulcano la sua lava ardente.
Davide raccoglie con
i cinque sensi quei baci: annusa i feromoni di femmina fervida,
assaggia il sapore delle labbra di Maria con piccoli morsi. Dolce,
elettrizzante dolore per entrambi. L’udito percepisce l’ansimare
di lei, ogni secondo più avido, più forte. Musica come le canzoni
dei Bon Jovi. Con lo sguardo la possiede in maniera brutale, irruente
come la voglia che ha di lei. Non riesce a staccare le mani da quella
pelle chiara, morbida, liscia come il velluto.
Davide
si siede sul divano vicino alla Gibson SJ 200, un modello vintage con
il corpo in abete massello e intarsi in acero. Sfiora con l’indice
le corde che corrono dal ponte lungo il manico, fino a inserirsi con
precisione artigiana negli incavi del capotasto. Essenze tenere o
dure, come le donne che ha avuto. Vari colori, dalla sfumatura chiara
del manico al rosso del corpo principale, fino al nero corvino degli
intarsi. Sfumature che gli ricordano le chiome, lunghe o corte, che
ha accarezzato, ammirato, adorato per un giorno o poco più.
Appoggia
il prezioso strumento sulle gambe e pizzica le corde, dando origine a
un suono dolce, armonioso, pieno di grazia e delicatezza, come il
seno di una donna. Si abbandona a un arpeggio e la melodia a note
ribattute si diffonde nella stanza, simile alla voce dell’orgasmo.
Colpisce le corde con l’indice, il medio e l’anulare della mano
destra, le dita ben tese, come se stesse schiaffeggiando un gluteo
sodo. Chiude la mano a pugno per aprirla a ventaglio un attimo dopo,
in modo che le unghie eseguano strappate sulle corde in rapida
successione. Il rasgueado, la tecnica flamenco, gli permette di
sfogare le emozioni in un linguaggio intimo e privato, come quando fa
all’amore. La Gibson risponde al suo tocco in un modo che gli
provoca un piacere intenso, ma anche cattivi ricordi che lo riportano
a quella mattina infelice, all’abbandono avvilente, alla sofferenza
inaspettata, ma non solo, gli ritornano alla memoria anche i giorni
successivi, e poi le settimane passate a rimuginare, a soffrire, a
torcersi nel rimpianto…
TITOLO: Ancora due
AUTRICE: Delia Deliu
CASA EDITRICE: Pav Edizioni
PAGINE: 228
PREZZO CARTACEO AMAZON : 12.75
PREZZO CARTACEO IBS: 14.25
DATA USCITA: 26 Marzo 2019
E se un giorno ti
accorgessi che tutto ciò che possiedi vale meno di una manciata di
polvere nel vento? È questo l’inquietante interrogativo con il
quale deve fare i conti Max Castellani, un chirurgo affermato, libero
da vincoli sentimentali e appassionato di pittura che decide di
mollare tutto e trascorrere il suo tempo facendo quello che ha sempre
sognato al di fuori della professione: dipingere. Si rifugia in Alto
Adige con tela, pennelli e un pensiero persistente che lo tormenta.
Nell’incantevole
Val Senales, sotto la Cima dell’Ortles, Max incontra una
donna particolare, diversa a causa di un’anomalia genetica,
l’albinismo totale, che le dona un aspetto quasi fiabesco. La
diafana Greta e il suo inseparabile cane bernese sapranno portargli
speranza, seppur l’ingovernabile forza che li attrae sarà
contrastata da paure passate, richiedendo a entrambi il coraggio di
superare le prove del presente.
Una storia dove
protagonista è l’amore, con tutte le sue sfumature. Un inno
all’amicizia e alle emozioni che tutti vogliamo e possiamo vivere.
Cosa sarebbe la vita senza tutto ciò? Semplicemente non sarebbe
vita.
Perché
il lettore deve leggere Ancora
due?
Ancora due
è una storia che fa riflettere sulla diversità e sui risvolti
psicologici a essa legati, ma anche sulla speranza come
sull’accettazione della vita in sé e di quel che porta. Cosa
troverà il lettore in questo libro? Scorci
limpidi di montagna, perché ci avviciniamo sempre un po’ ai cieli
quando la vita ci ferisce, paesaggi suggestivi, acque gelide e
cristalline, la vita semplice di un paese ad alta quota, uno chalet
abitato dal ricordo e, infine, la solitudine necessaria a riaprire il
dialogo con l’Anima.
Max ha davanti un
viso ovale, bianco-cereo, quasi spettrale, come l’incarnazione di
uno spirito etereo, incorniciato da lunghi capelli lisci, setosi, che
le avvolgono le spalle come una nuvola. Le sopracciglia sottili sono
una scia di fiocchi di neve e ogni battito delle ciglia bianche
rivelano uno sguardo limpido, schietto, attraverso le iridi di un
colore blu spettacolare che inchiodano la mente di Max a un paio di
pensieri.
“Albinismo
totale, un’anomalia genetica piuttosto rara, che dà un aspetto
fiabesco a Greta. Un ritratto dove Dio ha dipinto la bellezza
femminile usando il bianco come unico colore.”
Vede Greta con occhi
diversi. La dolcezza di quel volto, la dolce follia, diventano
piccoli serpenti che gli si infilano sotto la pelle, strusciano nel
sangue, arrivano dritto al cuore iniettando il veleno di un
sentimento, quello che gli fa così tanta paura. Però come in trance
si lascia trasportare dalle emozioni che suscitano in lui la dualità:
voglio-non voglio. Si avvicina ancora di più e sfiora con le labbra
quelle di Greta, un tocco quasi impercettibile, si ritira ma solo per
poter leggere il volto che ha di fronte. Lei abbassa un po’ la
testa, socchiude le labbra, tuffa lo sguardo in quello di Max.
Un’espressione di fresca innocenza mescolata all’insolenza.
Su un fondo blu come
il mare, il nero delle pupille dilatate di Greta sono la prova
inconfondibile della sua forte eccitazione. Le labbra rosa sono una
splendida cornice che circonda, colora e rende sensuale la bocca,
labbra che ricordano la culla delle fate. Max accoglie il permesso
muto che Greta gli concede. Un altro bacio e lei risponde con un
altro bacio, poi un altro ancora. Le dita di Max sfiorano la chioma
di neve di Greta, le cui mani si perdono nelle ciocche castane.
Insieme ballano la danza delle loro labbra.
Max sta dormendo sul
divano nel soggiorno, ma l’aria fredda che entra dalla finestra
aperta lo sveglia di scatto. Trema, batte i denti e con difficoltà
riesce a camminare. Chiude la finestra, accende la stufa e si
avvicina per scaldarsi. Il profumo di resina si sparge nella stanza.
Si inginocchia per guardare il fuoco, la danza delle fiamme l’ha
sempre affascinato fin da quando era bambino. Vita e morte.
“Riesco a
rovinare ogni cosa bella della mia vita. Cosa c’è di sbagliato in
me? Perché è tutto così complicato anche qui?”
«Vaffanculo!
Vaffanculo! Ho il diritto almeno a un po’ di felicità prima di
morire!» Grida le parole alzando la testa, con lo sguardo rimprovera
Dio per le sue disgrazie, «Se ci sei davvero, vedi di spargere sul
mio capo un po’ di quella tua famosa misericordia, perché fin qui
mi hai fottuto alla grande.»
Getta un pezzo
di legno nella stufa che dalla bocca aperta gli sputa addosso una
nuvola di scintille, farfalle di calore.






















Nessun commento:
Posta un commento