Respiro Readers
vi segnaliamo l'uscita del nuovo romanzo
dell'autrice italiana Anita Sessa.
TITOLO: La sposa inglese
AUTRICE: Anita Sessa
CASA EDITRICE: Dri Editore
GENERE: Romance Regency
PAGINE:145
PREZZO EBOOK: 2.99 ( 0.99 promo)
PREZZO CARTACEO: 12.99
DATA USCITA: 11 Marzo 2019
Giunta nella capitale per la sua prima
stagione, Lady Edith Courtenay, figlia di un ricco marchese, finisce
nel mirino di un pretendente dalle poco nobili intenzioni. A trarla
in salvo, con la proposta di un matrimonio di convenienza, è
Archibald Lennox, Duca di Richmond e figlio di un vecchio amico di
famiglia.
L’unione, nata per essere solo una
finzione e mettere al sicuro Edith nonché le rispettive proprietà
degli sposi, sfocia ben presto in una profonda attrazione. Ma proprio
quando lo strano rapporto tra i coniugi arriva ad un punto di svolta,
tutto è destinato a mutare.
Sullo sfondo dei paesaggi selvaggi
della Scozia, terra d’origine del Duca, appariranno dal nulla
un’amante dai capelli rossi e oscuri personaggi del passato, che
metteranno in pericolo la vita di Archibald. Sarà costretto a
partire alla volta del Devonshire per cercare di salvare una persona
cara, mentre Edith si ritroverà faccia a faccia con la morte.
Immaginò
la varietà di persone che avrebbe potuto incontrare e sentì nel
profondo che quel viaggio avrebbe potuto forse – finalmente
– placare quel senso di inquietudine che lì, nel Devonshire, per
quanto meravigliosa quella terra fosse, non l’abbandonava mai. Era
certa di meritare qualcosa di più di una casa di campagna, seppure
tanto imponente ed elegante quanto Courtenay House, ed altrettanto
certa che quel viaggio l’avrebbe spinta a trovare il punto di
partenza su cui costruire il resto della sua vita.
“Smetterai
mai di cercare di trovarmi una moglie, nonna?” le domandò.
“Sai
che dovrai sceglierne una, prima o poi” replicò la donna, senza
perdere la sua proverbiale compostezza.
“Quando
verrà il momento ne sceglierò una, te lo prometto.”
“Non
aspettare troppo, Archibald” mormorò la Duchessa, senza smettere
di guardare Edith. “Quella giusta potrebbe scivolarti tra le dita
senza che tu te ne accorga.”
Senza
aggiungere altro, si allontanò in direzione di una coppia di anziane
donne che stavano conversando e bevendo sherry in un angolo della
sala. Suo malgrado, Archibald ritornò a fissare la figlia del
Marchese di Devonshire. In quel momento stava danzando con il Conte
di Wellinghton, altro scapolo in cerca di moglie, a quanto aveva
sentito dire in giro. E lo stava ammaliando, considerato il sorriso
ebete che il gentiluomo aveva stampato sul volto. Ma come avrebbe
potuto essere altrimenti? Anche se sembrava non esserne cosciente,
Edith era bella. Tutti intorno a lei riuscivano a vederlo. Tutti, in
un modo o nell’altro, ne restavano incantati.
Archibald
ripensò a quei quattro giorni nel Devonshire. Non era mai stato in
quella regione del paese prima di allora, eppure l’unica cosa che
riusciva a ricordare con chiarezza era proprio Lady Courtenay. Non il
paesaggio, non il verde, il clima più mite, i luoghi che gli erano
stati mostrati.
Ricordava
Edith e basta.
Sullo
sfondo un miscuglio indistinto di qualcosa.
“Il
Marchese di Exeter ha intenzione di chiedermi in moglie.”
Il
duca la fissò confuso, sbattendo le palpebre diverse volte.
“Non
era il pretendente che vi aspettavate?” chiese poi, ricordando
qualche commento di sua nonna a riguardo e riscoprendo quella
sensazione di fastidio che aveva provato anche la prima volta che la
prospettiva si era palesata all’orizzonte. Era stato in un
pomeriggio tranquillo a Gardenrose. Sua nonna lo aveva messo a parte
della questione e lui era rimasto a rimuginarci per qualche ora prima
di riuscire a passare oltre.
Edith
abbassò lo sguardo, arrossendo.
“Lo
era, mio malgrado. Ma prima di sentirlo confabulare nella serra con
qualcuno, asserendo di puntare solo alla mia dote per pagare i propri
debiti.”
Mio
malgrado.
Quella espressione non sfuggì ad Archibald, che tuttavia non si
scompose. A differenza di Edith, conosceva meglio il genere umano
maschile, anche per il solo fatto di farvene parte, e sapeva bene
quali erano i motivi che spingevano un uomo al matrimonio. In nessun
caso si trattava di nobili cause.
“Non
era ciò che vi aspettavate dal vostro pretendente?” replicò senza
riuscire a trattenere una punta di sarcasmo.
Edith
sgranò gli occhi, fissando sconcertata quell’uomo che sembrava
essere uscito di senno. Eppure, le altre volte in cui si erano
incontrati le era sembrato normale. Un po’ rude, forse, ma non
faceva parte del suo essere scozzese?
“No,
buon Dio!” esclamò. “Ovvio che non me lo aspettassi!”
Il
Duca inalò a fondo, stampandosi in faccia un sorriso divertito e
condiscendente.
“Lady
Courtenay, la vostra istitutrice vi ha lasciato più di una lacuna”
le disse, prendendola bonariamente in giro. “Per esperienza
personale, posso dirvi che quasi tutti i gentiluomini si sposano con
l’unico scopo di appianare i propri debiti, aumentare o consolidare
il proprio patrimonio.”
“Sarò
sincero con voi. Mia nonna desidera che io mi sposi e garantisca la
continuità del ducato con un erede. Non avevo realmente contemplato
l’idea di un matrimonio fino a questa sera, ve lo confesso. Siete
stata proprio voi ad aprirmi gli occhi, o meglio la vostra vicenda.
Vedervi in difficoltà mi ha fatto capire che il matrimonio è
sostanzialmente un accordo tra due persone e che è bene che ci
guadagnino entrambi. Nel vostro caso, potrei farlo anche per una
buona causa” le spiegò.
E
per placare quel fastidio che non so da dove venga sempre fuori
quando si parla di voi con un altro uomo.
Ma
questo Archibald non lo disse.
“Io
sarei la vostra buona causa?” chiese Edith, deglutendo a fatica il
groppo che le si era formato in gola.
“Voi,
sì. Con il vostro patrimonio e la vostra dignità da salvare.
Aggiungeteci anche che Exeter non mi va a genio” replicò lui con
una smorfia. “Se deve essere un matrimonio di convenienza, allora
perché non pensare alla nostra invece che a quella del Marchese?”
Aveva
due opzioni tra cui scegliere: da un lato la prospettiva di un
matrimonio pericoloso e sconsiderato e dall’altra cadere nelle
grinfie del Marchese.
Archibald
si sentiva attratto da lei ad un livello più profondo e più
pericoloso. Le volte in cui si erano parlati, in cui aveva avuto modo
di poterla osservare e trascorrere del tempo in sua compagnia, gli
avevano fatto comprendere quanto lei fosse diversa dal resto del
mondo. Una gemma rara, che si sentiva in dovere di proteggere da
tutto e tutti. Quel matrimonio, ad esempio, era l’unico modo che
aveva trovato per proteggerla da Exeter.
“Credo
che il Duca si stia innamorando di voi” le disse la sua cameriera
personale, pettinandole i capelli prima di intrecciarli e legarli con
un nastro.
“Non
essere sciocca” le rimbrottò Edith contro.
“Non
credo di esserlo, Vostra Grazia. I sintomi ci sono tutti.”
“E
tu cosa ne sai?” sbottò Lady Lennox, pentendosene subito dopo.
Muriel
non se ne diede pena. Conosceva Lady Edith da quando era ragazzina e
sapeva che la giovane sposa che aveva di fronte, di appena pochi anni
più giovane di lei, in quel momento era divorata da un demone. Un
bellissimo demone chiamato amore.
“Ho
avuto anch’io le mie esperienze. Sua Signoria ha tutti i sintomi
dell’innamoramento: lo nega, vi ignora ed è scontroso.”
“Quindi,
Muriel, secondo te se un uomo ti tratta male è perché in realtà è
innamorato di te? Hai una visione contorta dell’amore.”
Muriel
sorrise.
“Il
Duca non vi tratta male. Sta combattendo contro se stesso.”
“Ma
sta ferendo me.”
“Allora
rendetegli la pariglia.”
“Mi
state torturando e uccidendo lentamente, e neppure ve ne rendete
conto.”
“State
facendo tutto da solo, Vostra Grazia.”
Lui
fece quel suo mezzo sorriso a pochi millimetri dalla sua bocca.
“Eccovi.
Questa è la vera Edith che ogni tanto fa capolino.”
“Io
sono sempre qui.”
“Nascosta
sotto regole e imposizioni.”
“E
voi vi fate beffe di queste regole e imposizioni.”
“Eppure
ho ceduto all’imposizione del matrimonio e vi ho sposata per
salvarvi.”
Edith
lo aveva stregato anima e corpo sin dal primo istante e lui era stato
solo tanto sciocco da accorgersene quando era troppo tardi. Con il
senno di poi, dovette riconoscere almeno con se stesso che il motivo
per cui l’aveva sposata non era il bisogno incosciente di fare il
gentiluomo ad ogni costo, bensì il pensiero che Exeter avrebbe
approfittato di lei mentre lui rimaneva a guardare.
Il
Duca, in definitiva, si era sposato per gelosia. Pura e semplice.
Edith
si era comportata esattamente come il mondo si aspettava si
comportasse. Nulla di più, nulla di meno. E come avrebbe potuto
essere altrimenti quando fanciulle come lei venivano trascinate dalla
campagna in città con preciso intento di trovare marito? Esposte e
messe in vendita come libbre di carne, vendute al miglior offerente?
La stagione, in fin dei conti, non era altro che un mercato.
Variopinto, ricco di lussi, pizzi e merletti, di mezzi sorrisi,
rossori verginali, sigari e Porto. Ma pur sempre un mercato.
Si
sentiva come quelle onde in balìa del vento, imbrigliata in una vita
che in alcuni giorni le serrava una mano intorno al collo e sembrava
avere tutta l’intenzione di soffocarla. Aveva bisogno di quella
libertà, solo in quei frangenti poteva e riusciva davvero a
dimenticarsi di tutto e tutti. Delle regole, delle convenzioni
sociali, del suo ruolo di moglie indesiderata e duchessa
improvvisata. In quei momenti Edith non aveva bisogno di nessuno, non
doveva rendere conto a nessuno. C’era l’aria fredda, il vento che
le sparpagliava nel vuoto i capelli neri, il cielo immenso sopra di
lei. Respirava a fondo quell’aria gelida che le riempiva i polmoni,
il corpo intero, rendendola per un momento leggera, parte di qualcosa
di immenso prima di restituire la sua anima a quel corpo costretto a
vivere una vita che non desiderava sul serio. Le bastava chiudere gli
occhi per essere altrove, per essere ovunque mentre quelle acque si
facevano carico della sua agonia, infrangendosi contro gli argini con
forza, prendendosi la sua rabbia e restituendole la pace necessaria
per continuare ad andare avanti.
Anita
Sessa ha 30 anni ed è di origini campane. Colleziona libri come se
non ci fosse un domani e serie tv allo stesso identico modo. Di
professione giornalista, quando non scrive per lavoro lo fa per
hobby. Ha pubblicato i romance contemporanei “Jordan+April” e
“April” con la Butterfly Edizioni. Su Amazon sono disponibili
anche la novella “You are my Superhero” e il romanzo “Ricordati
di me”, entrambi pubblicati in self. “La sposa inglese”, edito
“DRI Editore”, è il suo primo Regency.
Nessun commento:
Posta un commento