venerdì 8 marzo 2019

Segnalazione Romanzo - LA SPOSA INGLESE di Anita Sessa









Respiro Readers

vi segnaliamo l'uscita del nuovo romanzo

dell'autrice italiana Anita Sessa.










TITOLO: La sposa inglese

AUTRICE: Anita Sessa

CASA EDITRICE: Dri Editore

GENERE: Romance Regency

PAGINE:145

PREZZO EBOOK: 2.99 ( 0.99 promo)

PREZZO CARTACEO: 12.99

DATA USCITA: 11 Marzo 2019





Giunta nella capitale per la sua prima stagione, Lady Edith Courtenay, figlia di un ricco marchese, finisce nel mirino di un pretendente dalle poco nobili intenzioni. A trarla in salvo, con la proposta di un matrimonio di convenienza, è Archibald Lennox, Duca di Richmond e figlio di un vecchio amico di famiglia.
L’unione, nata per essere solo una finzione e mettere al sicuro Edith nonché le rispettive proprietà degli sposi, sfocia ben presto in una profonda attrazione. Ma proprio quando lo strano rapporto tra i coniugi arriva ad un punto di svolta, tutto è destinato a mutare.
Sullo sfondo dei paesaggi selvaggi della Scozia, terra d’origine del Duca, appariranno dal nulla un’amante dai capelli rossi e oscuri personaggi del passato, che metteranno in pericolo la vita di Archibald. Sarà costretto a partire alla volta del Devonshire per cercare di salvare una persona cara, mentre Edith si ritroverà faccia a faccia con la morte.










Immaginò la varietà di persone che avrebbe potuto incontrare e sentì nel profondo che quel viaggio avrebbe potuto forse – finalmente – placare quel senso di inquietudine che lì, nel Devonshire, per quanto meravigliosa quella terra fosse, non l’abbandonava mai. Era certa di meritare qualcosa di più di una casa di campagna, seppure tanto imponente ed elegante quanto Courtenay House, ed altrettanto certa che quel viaggio l’avrebbe spinta a trovare il punto di partenza su cui costruire il resto della sua vita.






 “Smetterai mai di cercare di trovarmi una moglie, nonna?” le domandò.

“Sai che dovrai sceglierne una, prima o poi” replicò la donna, senza perdere la sua proverbiale compostezza.
“Quando verrà il momento ne sceglierò una, te lo prometto.”
“Non aspettare troppo, Archibald” mormorò la Duchessa, senza smettere di guardare Edith. “Quella giusta potrebbe scivolarti tra le dita senza che tu te ne accorga.”
Senza aggiungere altro, si allontanò in direzione di una coppia di anziane donne che stavano conversando e bevendo sherry in un angolo della sala. Suo malgrado, Archibald ritornò a fissare la figlia del Marchese di Devonshire. In quel momento stava danzando con il Conte di Wellinghton, altro scapolo in cerca di moglie, a quanto aveva sentito dire in giro. E lo stava ammaliando, considerato il sorriso ebete che il gentiluomo aveva stampato sul volto. Ma come avrebbe potuto essere altrimenti? Anche se sembrava non esserne cosciente, Edith era bella. Tutti intorno a lei riuscivano a vederlo. Tutti, in un modo o nell’altro, ne restavano incantati.
Archibald ripensò a quei quattro giorni nel Devonshire. Non era mai stato in quella regione del paese prima di allora, eppure l’unica cosa che riusciva a ricordare con chiarezza era proprio Lady Courtenay. Non il paesaggio, non il verde, il clima più mite, i luoghi che gli erano stati mostrati.
Ricordava Edith e basta.
Sullo sfondo un miscuglio indistinto di qualcosa.






“Il Marchese di Exeter ha intenzione di chiedermi in moglie.”
Il duca la fissò confuso, sbattendo le palpebre diverse volte.
“Non era il pretendente che vi aspettavate?” chiese poi, ricordando qualche commento di sua nonna a riguardo e riscoprendo quella sensazione di fastidio che aveva provato anche la prima volta che la prospettiva si era palesata all’orizzonte. Era stato in un pomeriggio tranquillo a Gardenrose. Sua nonna lo aveva messo a parte della questione e lui era rimasto a rimuginarci per qualche ora prima di riuscire a passare oltre.
Edith abbassò lo sguardo, arrossendo.
“Lo era, mio malgrado. Ma prima di sentirlo confabulare nella serra con qualcuno, asserendo di puntare solo alla mia dote per pagare i propri debiti.”
Mio malgrado. Quella espressione non sfuggì ad Archibald, che tuttavia non si scompose. A differenza di Edith, conosceva meglio il genere umano maschile, anche per il solo fatto di farvene parte, e sapeva bene quali erano i motivi che spingevano un uomo al matrimonio. In nessun caso si trattava di nobili cause.
“Non era ciò che vi aspettavate dal vostro pretendente?” replicò senza riuscire a trattenere una punta di sarcasmo.
Edith sgranò gli occhi, fissando sconcertata quell’uomo che sembrava essere uscito di senno. Eppure, le altre volte in cui si erano incontrati le era sembrato normale. Un po’ rude, forse, ma non faceva parte del suo essere scozzese?
“No, buon Dio!” esclamò. “Ovvio che non me lo aspettassi!”
Il Duca inalò a fondo, stampandosi in faccia un sorriso divertito e condiscendente.
“Lady Courtenay, la vostra istitutrice vi ha lasciato più di una lacuna” le disse, prendendola bonariamente in giro. “Per esperienza personale, posso dirvi che quasi tutti i gentiluomini si sposano con l’unico scopo di appianare i propri debiti, aumentare o consolidare il proprio patrimonio.”



“Sarò sincero con voi. Mia nonna desidera che io mi sposi e garantisca la continuità del ducato con un erede. Non avevo realmente contemplato l’idea di un matrimonio fino a questa sera, ve lo confesso. Siete stata proprio voi ad aprirmi gli occhi, o meglio la vostra vicenda. Vedervi in difficoltà mi ha fatto capire che il matrimonio è sostanzialmente un accordo tra due persone e che è bene che ci guadagnino entrambi. Nel vostro caso, potrei farlo anche per una buona causa” le spiegò.
E per placare quel fastidio che non so da dove venga sempre fuori quando si parla di voi con un altro uomo.
Ma questo Archibald non lo disse.
“Io sarei la vostra buona causa?” chiese Edith, deglutendo a fatica il groppo che le si era formato in gola.
“Voi, sì. Con il vostro patrimonio e la vostra dignità da salvare. Aggiungeteci anche che Exeter non mi va a genio” replicò lui con una smorfia. “Se deve essere un matrimonio di convenienza, allora perché non pensare alla nostra invece che a quella del Marchese?”


Aveva due opzioni tra cui scegliere: da un lato la prospettiva di un matrimonio pericoloso e sconsiderato e dall’altra cadere nelle grinfie del Marchese.


Archibald si sentiva attratto da lei ad un livello più profondo e più pericoloso. Le volte in cui si erano parlati, in cui aveva avuto modo di poterla osservare e trascorrere del tempo in sua compagnia, gli avevano fatto comprendere quanto lei fosse diversa dal resto del mondo. Una gemma rara, che si sentiva in dovere di proteggere da tutto e tutti. Quel matrimonio, ad esempio, era l’unico modo che aveva trovato per proteggerla da Exeter.


“Credo che il Duca si stia innamorando di voi” le disse la sua cameriera personale, pettinandole i capelli prima di intrecciarli e legarli con un nastro.
“Non essere sciocca” le rimbrottò Edith contro.
“Non credo di esserlo, Vostra Grazia. I sintomi ci sono tutti.”
“E tu cosa ne sai?” sbottò Lady Lennox, pentendosene subito dopo.
Muriel non se ne diede pena. Conosceva Lady Edith da quando era ragazzina e sapeva che la giovane sposa che aveva di fronte, di appena pochi anni più giovane di lei, in quel momento era divorata da un demone. Un bellissimo demone chiamato amore.
“Ho avuto anch’io le mie esperienze. Sua Signoria ha tutti i sintomi dell’innamoramento: lo nega, vi ignora ed è scontroso.”
“Quindi, Muriel, secondo te se un uomo ti tratta male è perché in realtà è innamorato di te? Hai una visione contorta dell’amore.”
Muriel sorrise.
“Il Duca non vi tratta male. Sta combattendo contro se stesso.”
“Ma sta ferendo me.”
“Allora rendetegli la pariglia.”


“Mi state torturando e uccidendo lentamente, e neppure ve ne rendete conto.”
“State facendo tutto da solo, Vostra Grazia.”
Lui fece quel suo mezzo sorriso a pochi millimetri dalla sua bocca.
“Eccovi. Questa è la vera Edith che ogni tanto fa capolino.”
“Io sono sempre qui.”
“Nascosta sotto regole e imposizioni.”
“E voi vi fate beffe di queste regole e imposizioni.”
“Eppure ho ceduto all’imposizione del matrimonio e vi ho sposata per salvarvi.”


Edith lo aveva stregato anima e corpo sin dal primo istante e lui era stato solo tanto sciocco da accorgersene quando era troppo tardi. Con il senno di poi, dovette riconoscere almeno con se stesso che il motivo per cui l’aveva sposata non era il bisogno incosciente di fare il gentiluomo ad ogni costo, bensì il pensiero che Exeter avrebbe approfittato di lei mentre lui rimaneva a guardare.
Il Duca, in definitiva, si era sposato per gelosia. Pura e semplice.


Edith si era comportata esattamente come il mondo si aspettava si comportasse. Nulla di più, nulla di meno. E come avrebbe potuto essere altrimenti quando fanciulle come lei venivano trascinate dalla campagna in città con preciso intento di trovare marito? Esposte e messe in vendita come libbre di carne, vendute al miglior offerente? La stagione, in fin dei conti, non era altro che un mercato. Variopinto, ricco di lussi, pizzi e merletti, di mezzi sorrisi, rossori verginali, sigari e Porto. Ma pur sempre un mercato.


Si sentiva come quelle onde in balìa del vento, imbrigliata in una vita che in alcuni giorni le serrava una mano intorno al collo e sembrava avere tutta l’intenzione di soffocarla. Aveva bisogno di quella libertà, solo in quei frangenti poteva e riusciva davvero a dimenticarsi di tutto e tutti. Delle regole, delle convenzioni sociali, del suo ruolo di moglie indesiderata e duchessa improvvisata. In quei momenti Edith non aveva bisogno di nessuno, non doveva rendere conto a nessuno. C’era l’aria fredda, il vento che le sparpagliava nel vuoto i capelli neri, il cielo immenso sopra di lei. Respirava a fondo quell’aria gelida che le riempiva i polmoni, il corpo intero, rendendola per un momento leggera, parte di qualcosa di immenso prima di restituire la sua anima a quel corpo costretto a vivere una vita che non desiderava sul serio. Le bastava chiudere gli occhi per essere altrove, per essere ovunque mentre quelle acque si facevano carico della sua agonia, infrangendosi contro gli argini con forza, prendendosi la sua rabbia e restituendole la pace necessaria per continuare ad andare avanti.





Anita Sessa ha 30 anni ed è di origini campane. Colleziona libri come se non ci fosse un domani e serie tv allo stesso identico modo. Di professione giornalista, quando non scrive per lavoro lo fa per hobby. Ha pubblicato i romance contemporanei “Jordan+April” e “April” con la Butterfly Edizioni. Su Amazon sono disponibili anche la novella “You are my Superhero” e il romanzo “Ricordati di me”, entrambi pubblicati in self. “La sposa inglese”, edito “DRI Editore”, è il suo primo Regency.



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