Respiro Readers
vi segnalo un romanzo dell'autrice italiana Ela Zanel.
TITOLO: Il quartiere
AUTRICE: Ela Zanel
CASA EDITRICE: Fantarea Editore
Stile sciolto e gergo da casba, ingredienti con i quali Ela c’immerge nel quotidiano del quartiere dove, nuova arrivata, deve apprendere a coabitare con bullismo, degrado, droga. Un mondo con cui deve fare i conti giorno dopo giorno, in barba alla cultura di famiglia. Vittima e tiranna, generosa e vigliacca, superficiale e riflessiva, il suo cuore batte all’unisono con il quartiere che la plasma. Ela è umana, Ela è il quartiere. Repulsione, attrazione e amori la tormentano e al senso d’impotenza reagisce con lacrime di rabbia o di rammarico.
Estratto a cura di Fantarea Editore
L’ebook
“Il Quartiere" e la presa di coscienza di una realtà scomoda
ma molto diffusa.
Il
"Quartiere", un agglomerato di fatiscenti edifici di
periferia, dove il tempo scorre in un alveo di degrado. Degrado che
Ela, costretta alla convivenza con il bullo omnipresente
e
il "bombato" dei bassifondi,
stigmatizza
con rozza spontaneità, ricca di sensazioni e in uno stile lasciato
genuino.
[I
fatti narrati sono realmente accaduti. I protagonisti di questi fatti
sono stati camuffati e i loro nomi cambiati nel rispetto della loro
privacy.
A
quanto pare, anche i Bulli ne hanno diritto.
Chiunque
dovesse riconoscersi in uno dei personaggi sappia che è un fatto
puramente casuale.
Ma
in tal caso consiglio un esame di coscienza.
I
luoghi descritti esistono davvero e potete trovarli in ogni periferia
degradata ai margini delle grandi città
dal
Nord al Sud Italia.
Quelle
periferie che fate finta di non sapere che esistono e che comunque
riuscite a evitare così bene.]
da
Avviso ai lettori
Il
primo bullo, stereotipo ignorato, fa capolino tra le mura di casa.
[Mio
fratello Nervetti si è sempre prodigato per farmi giocare, aveva
bisogno della schiavetta, del suo Robin, del suo Sanciopanza, del suo
secondo. Ma non appena era con i suoi amici faceva di me il fulcro
del divertimento.
Aaahh,
ma io stoica non demordevo.
Gli
stavo appiccicata,
lo imitavo in tutto e,
cretina,
facevo tutto quello che mi diceva.]
dal capitolo 2
Prima
o poi l'incontro con i bulli comuni non ci sarà risparmiato. Lo
diciamo al plurale perché il bullo, vigliacco o esibizionista, non
entra mai solo in azione, tranne che non abbia la certezza assoluta
di avere la meglio.
[Lui
e i suoi amici erano in fila, spalla a spalla e testa bassa. Un
ragazzo più grande, con evidente fare minaccioso e strafottente,
gesticolava loro davanti. Con aria divertita e crudele ogni tanto ne
spintonava uno o gli sputava addosso, beandosi della loro paralisi di
terrore e delle risate del suo branco, fino a che alzò una mano e
colpì il ragazzino accanto a mio fratello con una sberla da guinness
dei primati…
… Mia
madre a quella vista partì alla carica con un urlo simile al ruggito
di una leonessa. Spintonò, maledicendoli, gli spettatori non paganti
dalle mani in tasca e si sparò come un pallettone calibro 32 al
centro del cerchio parandosi davanti a mio fratello e caricando il
bullo alfa che, tra lo spaventato e il divertito, le faceva il verso
scappando]
dal capitolo 1
Quelli
cha ancora abbiamo incontrato sono "bullini" o bulli in
gestazione. Per Ela, nuova arrivata nel
quartiere
in quarta elementare, arriva il battesimo di fuoco.
[Stavo
iniziando a scegliere su quale gruppetto di compagni puntare per
rompere il ghiaccio quando mi si parò davanti un nanetto, morettino
e anche un po' unto. Accennai a un sorriso di “ben trovato”, ma
lui non mi guardò negli occhi, mi tirò uno schiaffo a mano aperta
in piena guancia e mi rubò la merendina.
Sciaf!…
… Quello
schiaffo lo presi a mani basse.
Porkaccia!
Proprio a mani basse e anche bella rilassata.
“Non
devo piangere, non devo piangere.”
Kaxxo,
vi giuro che ci provai a non piangere.]
dal capitolo 3.
Da
questo momento, di bulli "qualificati" con nomi e tipologie
diverse ne vedremo tanti, snocciolati in un rosario di 34 capitoli
ricco di assurdità, farse, tragedie. Bulli e bulle, parassiti
fastidiosi, malefici, hanno infestato Ela.
[Così
ilLuca, bambino ciccione obeso, faceva tremare il pavimento mentre
skienava ilPaolo, piccolo rachitico e occhialuto, all'urlo di: “André
the
Giant vince ancora!”.
Amici
sportivi e non sportivi, qui è Dan Peterson dal ring della scuola
elementare di Bulloland dove ilPaolo, skiacciato sotto il lardo del
Luca,
assume colorazioni di rosso fuori dalla tabella cromatica standard.
Che spettacolo!]
dal
capitolo 4.
[Scoprii
presto che la Quadrata,
pistarella di pattinaggio accanto alla scuola media,
era il palcoscenico del bullo per infliggere pubbliche umiliazioni.
Il suo ring.
I
bulli fanno skifo, la Quadrata serviva ai little-bulli o
bulli-in-erba da vetrina per mostrare ai big-bulli o bulli-veterani
in motorino,
di essere degni di far parte del branco di grandissime teste di
kaxxo…
… Un
giorno chiamarono mia madre da scuola... Avevo fatto saltare un dente
al figlio del gioielliere…
ops!
(che
poi avrebbe sfoggiato un fantastico dente d'oro, l'ho incontrato anni
fa e ha ancora la mia personale firma.
Hihihhi, che soddisfazione! Abbassa ancora gli occhi quando mi vede)
Povero,
gli ho riversato addosso tutta la rabbia e la frustrazione che
avvertivo nella mia famiglia e l'odio che provavo verso me stessa per
aver ferito mia madre per un kaxxo di zainetto della minkia.
Bullo
firmato: esorcizzato!]
dal capitolo 6.
Senza
cadere nel patetico, nel lamento noioso bensì con vivacità, al
ritmo della musica che lei ama, in continuo equilibrio tra
incazzature e riflessioni ecco l'autrice tra riflessioni e lacrime
sul balcone di casa…
[Io,
che fino a oggi vedevo tutto o bianco o nero, mi accorgo che grigia
non è solo la mia città.
La vita è grigia. Vittime e carnefici si mischiano e confondono. Lo
zio e la sua depressione che costa alla mia famiglia tanto dolore.
Una
vittima che miete vittime.
LaNella
e la sua rabbia che segna per la vita un'innocente perché
lei
non ha avuto diritto di esserlo, innocente.
Una
carnefice, prima di tutto di se stessa.
Giusto
e sbagliato sono irrimediabilmente mischiati, concatenati,
inscindibili.]
dal capitolo 11.
[
È
notte fonda e non riesco a dormire. Sgattaiolo sul balcone della
cucina, dei due quello più lontano dalle camere…
Fa freddo, mancano pochi giorni a dicembre, ma è una notte limpida…
Picchio
la nuca piano contro il muro cui sono appoggiata, gli occhi rivolti
al cielo che diventa liquido.
Piango!
Che
gran novità.
Il
cuore prende il ritmo della batteria...
Hello,
hello, hello, how low?(Kurt Cobain)
… Forse
anche il cantante è skifato dal mondo quanto lo sono io. È tutto
così ingiusto quello che vedo, quello che vivo. O forse è skifato
di
se stesso come lo sono io?
Rabbia,
sto diventando rabbia, la sento ribollirmi dentro, mi fa serrare le
mascelle e respirare forte dal naso.]
dal capitolo 12.
Ma
i bulli continuano a imperversare forti di una impunità che la
società civile non riesce a contestargli.
[…
Impotente
osservo ilGarga che la bacia sul collo e sbeffeggia in modo odioso il
suo fidanzato, ilFlavio.
«Cazzo
c'hai? Mmm? Ti dà
fastidio
che mi diverto con la tua donna?»
…
… Vomito
bile, e mi scortico le nocche tirando pugni al muro ruvido al termine
di ogni conato. Voglio farmi male, devo farmi male, devo stare male,
me lo merito, devo punirmi.
Kaxxo
kaxxo kaxxo! Merda!]
dal capitolo 14.
[
L'omertà
non
è solo un problema di noi ragazzi nel quartiere, l'omertà è un
cancro sociale ben più esteso.
Tre
ragazzini stanno pestando a sangue un autista che stava solo facendo
il suo lavoro e la decina di uomini sull'autobus che assiste resta
impassibile. Nessuno di loro ha intenzione di prestare aiuto. Nessuno
nemmeno ci prova.]
dal capitolo 15.
[«...
insomma, sono tutti degli avanzi di galera…
Sai cosa hanno fatto? …
Luca aveva metà
faccia
gonfia e blu, non può uscire di casa senza che qualcuno lo pesti.
Hanno portato il figlio del Maurizione, ha otto anni, kaxxo. Hanno
obbligato Luca a sdraiarsi e a farsi prendere a calci in faccia dal
bambino. Da un bambino, capisci?…
Sul portone e sulla porta di casa hanno scritto “infame,
devi crepare”
e
ogni giorno devono pulire, gli buttano l'immondizia davanti a casa,
gli hanno messo la merda di cane sulla maniglia!…
… Luca,
sedici anni, non ha più voluto vivere. Non sopportava di essere
accusato e vessato per una colpa non commessa. Si è gettato dal
tetto delle Torri, diciannove piani di vuoto lo hanno spaventato meno
della vita che conduceva in Quartiere…]
dal capitolo 18.
E
infine ecco il bullo da indotto, il ragazzo carismatico che non teme
un esercito di gatti randagi e riesce a fare riflettere anche i bulli
di professione, i capi branco:
Ela trova l'amore. I bulli non spariscono, tutt'altro, ma lei e il
suo Marco sono riusciti a dargli scacco matto.
[
Marco
sta parlando con Africa, che è venuto come tutti i giorni a prendere
laBerta, mentre accarezza Kira si gira e mi sorride e io... vorrei
correre da lui e saltargli al collo ma obbligo i miei piedi a
procedere alla medesima velocità. ]
dal capitolo 29.
[
Marco
mi fa girare sui miei piedi, ho il cuore al posto del cervello che
batte in testa.
«Ela,
ti voglio fare.»
E…
ci
baciamo.
Momento
fuochi di artificio, stelle, comete, cuoricini che vengono rilasciati
nell’aria.
EVVIVAAA!
Macché
frase
dimmerda che ha tirato fuori.
“Ti
voglio fare.”
Maccos’èèèèè!
Eppur mai frase nella mia vita fu più dolce.
Va che roba brutta, divento anche poeta e tolgo le vocali finali alle
parole.]
dal capitolo 30.
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