Non siamo la metà dello stesso cuore, ma siamo esattamente lo stesso cuore, replicato nella sua interezza.
È davvero possibile ricominciare da capo, senza lividi, paure o rancori? A chiederselo è Engie Porter, divisa tra una vita che comprende la sua famiglia disfunzionale e allargata e il nuovo tour in cui l’inseparabile Brownie la catapulta all’improvviso. Un aereo, l’ennesimo, la porta da Londra di nuovo in America, a scontrarsi con Derek e quell’amore che non ha mai smesso di esistere, nonostante i mesi di lontananza. Questa volta, i sentimenti potranno avere la meglio sui dubbi? La coppia più disfunzionale del mondo troverà la propria dimensione tra gli ostacoli che non smettono di emergere e l'ingombrante figura che torna dal passato della ragazza e che, già una volta, le ha ridotto il cuore in brandelli?
La terza grande sbronza della mia vita, e il secondo grande amore. Poteva andarmi peggio, considerando che ho quasi ventisette anni e non so dire ti amo.
Ma sarebbe distruttivo e ignobile accettare meno di ciò che voglio, meno di ciò che merito, meno di ciò che sento pulsarmi nel ventre, nelle tempie, nella gola. Sarebbe come scendere a infimi patti con la mia dignità per costringerla a digerire il compromesso.
«Ti amo.»
Si ferma. Si gira.
«Che hai detto?» Il lenzuolo che soffocava le sue tumultuose emozioni cade e mostra la brama, l’esigenza, l’ardente smania di sentire.
«Ti amo» ripeto, più forte, più energica, più sicura, più viva. «Ho detto che ti amo.»
Mi corre incontro e fumi di chiacchiere inutili s’innalzano dall’intreccio inquieto e accanito delle nostre bocche, taciute l’una dall’ansia, dall’irrequietezza, dal fervore dell’altra. È una collisione che scatena e agita il furore degli elementi: il fuoco incenerisce la terra, raffiche tempestose increspano le acque e il paesaggio del mondo viene rivoluzionato dal capriccio di un Dio benevolo che dispensa amore. Il migliore a cui si possa offrire devozione, sacrificio, fede. Il migliore per cui si possa, perché no, cambiare, morire e rinascere.
«Prometti di lasciare che io ti renda felice?»
Scuoto la testa, stupita, spingendolo in me e strappandogli un gemito gutturale. I suoi addominali marmorei, contratti in ipnotici spasimi, sorreggono il mio ondeggiare e lo cadenzano con secche, imperative, convulsioni, luccicando di sudore.
Un ultimo, intenso affondo; un’ultima, intensa promessa scandita nella notte, nella neve, dopo l’amore.
«Io e Kay siamo una scommessa» riesco finalmente a reagire, puntando gli occhi al soffitto per afferrare meglio i pensieri sconnessi che m’investono con caotica forza. Con la speranza, forse, di trovare le parole giuste, sempre sfuggenti, sempre scivolose, e piegarle per esprimere ciò che sento davvero, una volta tanto. «Una sfida. Ci sovrapponiamo, ci fagocitiamo, ci assorbiamo, ma non siamo nati per incastrarci, per assortirci. Non siamo la metà dello stesso cuore, ma siamo esattamente lo stesso cuore, replicato nella sua interezza. Mi capisci?»
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