Ribelle. Misteriosa. Orgogliosa.
Ivy ha conosciuto l’amore, quello autentico, e gli ha voltato le spalle. La vita ha giocato con lei costringendola a diventare una guerriera, ma il suo cuore non ha mai dimenticato.
Malizioso. Arrogante. Indomito.
Enzo ha un grande fascino e ne è consapevole. Il suo sorriso toglie il fiato. Colleziona una conquista dopo l’altra, ma dentro di lui si cela una ferita che non si è mai rimarginata.
Lei è un rischio da non correre. Lui è uno sbaglio da non commettere.
In una New York in cui la magia della neve si tinge del colore del sangue, Enzo e Ivy si troveranno a fare i conti con la loro personale guerra e ad affrontare un pericolo sconosciuto e mortale. Il passato è custode di segreti, la fiducia è una chimera e i ricordi possono divenire armi.
Quanto coraggio c’è nel dare una seconda possibilità?
Incapace di resistere, le afferrai la mano ferma a mezz’aria e la attirai a me. Nel suo sguardo c’erano saette di rabbia, ma lei non si oppose al mio tocco dimostrandomi che quello che stava dicendo era solo dettato dalla rabbia. Era come se la sua mente mi respingesse mentre il suo corpo mi chiamava a gran voce. Ivy urtò il mio petto e una sferzata di lussuria mi travolse. Che cosa stavamo facendo non lo sapevo nemmeno io, ma ipotizzai che i nostri litigi somigliassero molto a dei preliminari. Questa non era una semplice discussione, quello che ci stavamo urlando contro era desiderio negato misto a frustrazione, orgoglio incapace di scendere a compromessi. «Neanche io ti voglio» dissi duro, negando quello che in realtà sentivo. Il suo profumo era tutt’intorno a me, inebriante e unico. La sua pelle chiara reclamava il mio tocco ed io non volevo far altro che accontentarla. I suoi occhi fieri e magnifici erano uno specchio da cui non volevo distogliere lo sguardo. Il suo animo ribelle anelava essere piegato dal mio lato dominante. E quella sua bocca, Cristo, mi stava facendo andare fuori di testa.
La volevo, cazzo.
Immensamente.
Disperatamente.
Tutta per me.
“Uno. Due. Tre”.
“Respira”.
Il mio cuore palpitava impazzito. Il terrore mi serrava la gola.
“Uno. Due. Tre”.
“Respira”.
Non avrei mai creduto che un orrore simile potesse investirmi così, spietato e improvviso. Perché? Poteva davvero esserci un motivo per tale crudeltà? Ero scossa, stordita dal dolore e dalla paura… ma dovevo restare aggrappata a quel po’ di lucidità che mi era rimasta. Mi guardai le mani sporche di sangue e le strinsi a pugno. Avevo quasi paura che il loro tremolio potesse far rumore, attirando così l’attenzione.
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