Respiro Readers
vi segnaliamo l'uscita del nuovo romanzo
dell'autrice italiana Mirca Ferri.
TITOLO: Lati Scaleni
AUTRICE: Mirca Ferri
CASA EDITRICE: PAV Edizioni
GENERE: Romanzo Rosa
PAGINE: 150
DATA USCITA: 10 Novembre 2018
L’
amore in tre, tecnicamente, significa amare due persone
contemporaneamente.
Questo tipo di condizione affettiva viene
comunemente associata al triangolo; pochi però sottolineano che si
tratta di un triangolo non equilatero bensì scaleno.
I lati
uniscono tre punti sentimentali collocati a caso che si amano e si
odiano tra loro in quantità e forma disperatamente diseguale.
I
protagonisti di questa storia vivono la medesima situazione,
alternando moralità e ricchezza di valori ad egoismo e violenza.
Inesorabilmente intrecciati l’uno alla vita dell’altro, ogni
personaggio vive la propria adolescenza durante gli anni 90
mescolando il desiderio di crescere e conoscere il mondo al timore di
ciò che il futuro può riservargli.
Incapaci di separarsi
definitivamente, Melissa protagonista principale della vicenda,
passa dal sogno di un amore romantico ai fatti della cruda realtà
che in più occasioni metteranno alla prova la forza del suo
carattere, i suoi rapporti familiari e di amicizia e il coraggio di
accettare ciò che non si può cambiare.
Talvolta neppure se
stessi.
E'
un’immagine antica, una foto innocente come il soggetto
ritratto.
Una ragazza non ancora divenuta donna che si pone
domande, che indossa sulla fronte le prime rughe del dubbio.
Lei
lo ama.
Lo ama da quando ha capito la differenza tra l’ amore
che si prova verso i genitori e i parenti o le infatuazioni vacue e
passeggere della sua giovane età. Lo ama da quando aveva 14 anni ma
non capiva cosa provava.
Sapeva, però, di volerlo per se, anima e
corpo.
Giovani, appassionati, spregiudicati, bugiardi e
traditori.
Per dar voce al loro desiderio non hanno esitato ad
ingannare le persone a cui dicevano di voler bene. Non hanno saputo
restare insieme ma neppure sopravvivere troppo a lungo separati.
La
giovinezza li ha illusi con la falsa promessa dell’eternità: quei
magnifici anni in cui credevano di poter cambiare il mondo, dove non
esistevano le sfumature ma solo contorni nitidi e netti. Dove si
sussurravano, lievi, le prime fantasie dell’amore.
Dannata
fanciullezza!
Comprendi la grandezza dei tuoi sbagli? Oppure,
oramai che sono stati commessi, vuoi narrarli come un poetico canto
d’amore, consapevole che il passato non può essere cambiato e che,
probabilmente, infine, è stato giusto così…?
E’ stato
meglio, così…?
6
La
bambola
Prima
delle vacanze natalizie, il comitato dei rappresentati d’istituto
decise come ogni anno che era giunta l’ora di fare una bella
autogestione, proprio come stava avvenendo in quasi tutte le scuole
superiori vicine. La scusa era di far prevalere i diritti degli
studenti sulle imposizioni degli insegnanti. Ovviamente le vere
motivazioni erano assai meno nobili: l’idea era quella di occupare
la scuola giusto la settimana prima della sospensione delle lezioni
per le festività, in modo da aumentare il numero di giorni di dolce
far niente.
Melissa, che stava frequentando il primo anno per la
seconda volta, conosceva questi meccanismi. Sapeva che alla fine si
sarebbero fatti giusto un paio di giorni di sciopero e nulla di più,
ma era fondamentale essere presenti a scuola per dimostrare che era
una rivolta seria, appoggiata dalla totalità degli studenti.
Per
lei, che amava frequentare l’istituto, quella sarebbe stata
l’occasione per confrontarsi con alcune sue amiche più grandi e
più esperte nelle faccende amorose. Non voleva rivelare nulla di ciò
che era accaduto tra Fulvio e lei, e non voleva che certe chiacchiere
si spargessero per la scuola, rischiando di finire anche alle
orecchie di Camilla, Antonio e soprattutto di Sharon. La tentazione
di rivelare il nome dell’amato e i particolari dei sentimenti che
provavano l’uno verso l’altra era molto forte, ma Melissa cercò
di trattenersi domandando alle amiche piuttosto come comportarsi
nelle situazioni di intimità.
La sua mente galoppava già
lontana, verso un’unione sia sentimentale che fisica tra lei e
Fulvio.
Quell’anno, inaspettatamente, anche Antonio prese parte
all’autogestione e tra un corteo e l’altro ebbe l’occasione di
rivedere Melissa.
Fu lei, quella volta, ad avvicinarsi a lui,
certa di non provare più nulla nei suoi confronti. Anzi pensò che
probabilmente non aveva mai provato nulla per lui, come se il suo
cuore fosse appartenuto sempre e solo a Fulvio.
Antonio notò
immediatamente una luce negli occhi di Melissa diversa da quella che
conosceva e ne rimase colpito e turbato. Percepiva che la ragazza non
provava più alcun interesse nei suoi confronti e, invece di sentirsi
sollevato, si rammaricò.
Melissa, la cui testa era completamente
altrove, era nuovamente vivace, allegra, carismatica e sicura di se
stessa. Giocherellava con Antonio, consapevole che lui fosse ancora
attratto da lei e si destreggiava benissimo in questo capovolgimento
di ruoli.
Antonio cercava di capire chi o cosa l’avesse resa
tanto felice, cominciando a snocciolare i nomi dei compagni di scuola
e dei vecchi amici, arrivando persino a ipotizzare che lei fosse
capitolata per qualcuno dell’oratorio. Melissa non rispondeva, si
limitava a ridere in modo allusivo, divertendosi a saltellare avanti
e indietro tra una conversazione con i compagni, la partecipazione a
un corteo e delle chiacchiere maliziose con Antonio.
Il primo
giorno di autogestione terminò e tutti tornarono a casa verso le
sei. Melissa era certissima che Fulvio sarebbe passato a trovarla, ma
lui non si fece vivo.
In
quegli anni non esistevano cellulari ed era considerata maleducazione
telefonare a casa delle persone quando era passate le 20.00, quindi
Melissa rimase senza notizie di lui per l’intera giornata.
Di
notte non riuscì a prendere sonno, si era convinta che qualcuno
della scuola avesse raccontato a Fulvio che lei aveva trascorso tutta
la giornata in compagnia di Antonio e che lui, per punirla, non si
fosse fatto vedere.
La mattina successiva, mentre si preparavano
per andare al secondo giorno di sciopero, Camilla le chiese se era
accaduto qualcosa di nuovo tra lei e Antonio, perché le era stato
riferito che il giorno prima erano stati visti insieme per molto
tempo. Melissa, che temeva proprio questo, cercò di capire chi
l’avesse informata e seppe che era stata Sharon, che aveva
incontrato la sera prima con Fulvio.
Melissa sbiancò
improvvisamente e, cercando di mantenere la calma, domandò se per
caso sapesse come erano i rapporti tra loro, adesso che si erano
lasciati.
“Sono già tornati insieme. Te l’avevo detto, quei
due fanno sempre così. Si mollano e dopo mezz’ora sono di nuovo
una coppia” le rispose noncurante la sorella.
A quelle parole,
Melissa sentì la necessità di sedersi cercando di non scoppiare a
piangere. La sorella, ignara di tutto, la salutò raccomandandole di
non fare tardi e di non invischiarsi nuovamente nella vita di
Antonio, visti i precedenti.
Non poteva immaginare che Melissa
tutto aveva in mente, ora, tranne che lui.
La giovane inesperta
provò nausea e repulsione pensando a come era stata facilmente
raggirata da colui che riteneva essere il ragazzo di cui si era
sempre fidata, indipendentemente dai sentimenti che stava provando in
quel periodo.
Si preparò per andare a scuola portando con sé dei
gettoni telefonici per chiamare Fulvio dall’istituto. Gli telefonò
sapendo che i suoi genitori erano al lavoro e che lui quella mattina
non sarebbe andato all’università. Voleva assolutamente vederlo,
parlargli a quattrocchi.
Fulvio rispose al primo squillo e si
comportò come nulla fosse, anzi, si scusò per non essersi fatto
vivo il giorno precedente alludendo delle scuse, ma dal tono di voce
che udì dall’altro capo della cornetta intuì che Melissa aveva
sicuramente parlato con la sorella.
“Posso spiegarti” le disse
dopo un po’ capendo in che guaio si era cacciato. “Esci da quello
sciopero da quattro soldi e vediamoci a casa tua.”
“No”
rispose Melissa. “Voglio terminare quest’occupazione che ritieni
stupida. Ci vediamo nel pomeriggio” e attaccò il telefono.
Il
mascara colò dai suoi occhi rigandole il viso.
Aveva trattenuto
le lacrime, per non dargli soddisfazione, non appena aveva sentito la
sua voce, ma poi non ce l’aveva fatta.
“Da
stasera la mia vita nelle mani di un ragazzo no… non la metterò
più…“
La
bambola – Patty Pravo –
Nessun commento:
Posta un commento