Respiro Readers
vi segnalo l'uscita del
romanzo d'esordio
di
un'autrice italiana emergente
Erika Anatolio.
TITOLO: Con te ho trovato la luce - Parte 1
AUTRICE: Erika Anatolio
CASA EDITRICE: Self Publishing
GENERE: Young Adult
Senza un’identità e senza ricordi a causa di un incidente misterioso, Melanie Merez non sa più chi sia. Trasferita a Edimburgo, si sente spaesata e persa. Nella nuova scuola nessuno vuole esserle amico e un ragazzo dagli occhi grigi di un cielo in tempesta non esiterà a farglielo notare. Bellissimo e tenebroso, Melanie non può proprio fare a meno di innamorarsene. Ma non è solo il suo passato a essere avvolto dal mistero, perché anche i suoi compagni di scuola nascondono qualche segreto: una ragazza svanita nel nulla e un tesoro nascosto nel cuore del parco nazionale di Trossachs. Melanie farà di tutto per svelare questi misteri e non mancheranno altri ad aggiungersi, come di qualcuno che ogni notte, in sella a una moto, le lascia dei boccioli di rosa bianca. Ma chi è? E perché nessuno vuole parlare del suo passato? Chi era la ragazza scomparsa? Ha a che fare con il tesoro che non doveva conoscere?
«Perché non andiamo tutti a Trossachs?» Suggerì Shane con lo
sguardo fisso su di me. Quindi sapeva e non voleva che ci andassi da
sola.
«Sì, è unʼidea fantastica.» Squittì Mandy, cercando di
convincere anche Julian e Cameron.
«Io non ci sono, devo studiare.» Replicai, sorprendendoli.
«Stai scherzando?» Commentò Shane. «Veramente sprecheresti un
week end a studiare? Perché invece non dici che vuoi andare da sola
a cercare il tesoro, come hai fatto ieri e lʼaltro ieri?» Il
silenzio scese sul nostro tavolo.
«Sai del tesoro?» Domandò Julian in un sospiro.
«Già, Evan se lʼè fatto sfuggire.» Shane schioccò la lingua con
disprezzo, poggiandosi contro la sedia incrociando le braccia.
«Te lʼho detto, non avevo previsto di dirglielo.»
«Perché non avrei dovuto saperlo?» Indagai, infastidita.
«Perché adesso vuoi andarci da sola e ti ho già detto che è
pericoloso.»
«Non sei tu a doverti preoccupare per me.» Gli feci notare. «E sì.
Devo studiare davvero. A differenza tua ho perso la memoria e non mi
ricordo un bel niente. Quindi devo ricominciare tutto daccapo.»
«Allora perché questo week end ci sei andata da sola?» Sbatté i
pugni sul tavolo, facendomi sussultare. Tutti i presenti non si
stavano perdendo una sola parola.
«Che te ne importa? Adesso non posso andarmene a fare un giro per i
fatti miei a Trossachs?» Mi alzai in piedi. Tutto ciò era davvero
assurdo e stavamo dando spettacolo, cosa che mi irritava ancora di
più.
«Tu non hai idea dei pericoli che ci sono lì dentro.» Si alzò
anche lui.
«Credevo che non ti importasse nulla di me e adesso mi fai da baby
sitter?»
«Non montarti quella testa da cretina che hai. A me di te non frega
nulla.» Nonostante fosse palese che si era pentito, non lo avrei
perdonato. Cacciai indietro le lacrime e avvertii un groppo doloroso
in gola, oltre che al petto.
Uscii dalla sala mensa, dirigendomi fuori Skylar e camminai sotto la
pioggerella con cui le mie lacrime si mischiarono. Vagai fino alla
presidenza e notai la preside sistemare dei faldoni e riporli in una
stanza. Forse era lì che teneva tutti i documenti dettagliati degli
studenti. Lì era chiusa quella verità che i miei genitori e Jack
non volevano farmi sapere. Mi allontanai prima che la preside mi
vedesse e alzai il viso verso il cielo.
«Melanie, mi dispiace.» Non mi girai nemmeno e continuai a
camminare. Shane mi afferrò il braccio, facendomi girare verso di
lui e con la schiena, mi appoggiai al tronco di un albero.
«Ti dispiace? Shane, non ce la faccio più. Prima sei la persona
peggiore che abbia mai incontrato, poi quando sei di buon umore,
ridiamo e scherziamo, tanto da credere di essere riuscita a prenderti
per il verso giusto e stare sulla stessa lunghezza dʼonda, ma come
riesco a fare anche una piccola breccia nel muro che ti sei creato,
torni a essere la persona terribile di sempre.»
«Lo so che il mio comportamento a volte è davvero terribile.»
«A volte?» Scoppiai a ridere, anche se quelle risate non avevano
nulla di divertente.
«Io sono sempre stata me stessa, non ti ho mai fatto niente per
meritarmi questo trattamento.» Affermai con enfasi. «Tu invece chi
sei? Perché quando ti vedo non riesco a capirti. Quando penso che tu
sia un ragazzo simpatico e divertente, fai qualcosa che mi fa
cambiare idea. Chi sei veramente, Shane?» Serrò la mascella e
chiuse le mani in due pugni.
«Non sei lʼunica ad aver perso qualcosa, Melanie. Ho sofferto come
un cane e credevo di non riuscire più a uscire dal tunnel. Ero
depresso e avevo perso la voglia di vivere. Quindi mi dispiace se non
mi voglio più legare a nessuno.»
«Ma ti senti quando parli?» Alzai la voce, sovrastando il suono
della pioggia che batteva contro le foglie. «Evan e Blake ti hanno
lasciato, Shane? Sono ancora con te! Persino Gabriel non ti ha
voltato le spalle quando hai piantato il club. E adesso mi dici che
non ti vuoi più legare a nessuno? Smettila di vivere nella paura,
perché non fa bene a te né alle persone che ti sono vicine.» Shane
sbarrò gli occhi e indietreggiò. «La paura di perdere di nuovo
qualcuno ti sta facendo correre proprio in quella direzione senza che
te ne accorga! Ti stai perdendo tutto ciò che cʼè di meraviglioso,
perché hai paura che la ferita diventi talmente grande da non
riuscire a superarla. Ti stai comportando come un vigliacco!» Gli
sbattei in faccia tutto quello pensavo. Era lʼunico modo per fargli
capire che allontanando tutti, stava finendo nella direzione che
voleva evitare a tutti i costi.
«Non so cosa sia successo tra te e quella ragazza ma, qualsiasi
affare tu abbia in sospeso con lei, risolvilo e vai avanti. Non vedi
quante persone ti vogliono bene? Non puoi continuare a essere
trascinato da questo mondo mentre continua ad andare avanti.»
«Per te è facile parlare. Tu non ricordi niente.» Rispose con voce
affilata.
«Hai ragione, io non ricordo niente. Ma ogni giorno, ogni mattina,
il primo pensiero che ho per la mente è su chi fossi una volta. Che
cosa ne è stato degli amici che avevo, perché la mia famiglia abbia
scelto di allontanarmi da loro, facendomi vivere come un fantasma.
Anchʼio ho passato un periodo infernale, avevo persino paura di
uscire di casa e per i primi tempi uscivo solo se con me cʼerano i
miei genitori. Tu non hai idea di cosa ho passato e dell’immensa
fiducia che ho dovuto dare a dei perfetti estranei che cercavano di
convincermi di essere loro figlia, solo perché avevano delle foto
che mostravano una bambina con una madre e un padre.» Shane si
avvicinò con unʼespressione afflitta, che mi fece male.
«Però sono andata avanti, Shane. Ho capito che restare immobile non
serviva a nulla. Dovevo reagire e lʼho fatto. Mi dispiace se a volte
sono avventata, mi dimostro presuntuosa e arrogante. Ma è così che
sono riuscita ad affrontare le sfide che la vita mi ha messo davanti.
Non so chi fossi un tempo, né se il mio carattere fosse stato sempre
così o sia un modo per affrontare questo casino che mi è capitato.
Non lo so e purtroppo non cʼè nessuno che vuole spiegarmelo. Quindi
mi devo adattare e finché non scoprirò tutta la verità, devo
adeguarmi.» Respirai affannosamente per lo sforzo. Non mi ero
fermata un attimo ma, per una volta, ero riuscita a dire tutto quello
che pensavo davvero. Avevo ammesso ciò che non riuscivo ad ammettere
e avevo parlato a qualcuno di come mi sentissi realmente in quel
periodo infernale. Nemmeno Jackie sapeva così tanto.
«Mi dispiace tantissimo.» Borbottò Shane, stringendomi a sé con
il viso tra i miei capelli. «Non volevo che finisse così. Ho
provato… Davvero.» Singhiozzò e lo abbracciai forte con il viso
rigato di lacrime. Potevo comprendere alla perfezione come si
sentisse. Lo capivo e immaginarlo con la disperazione negli occhi era
dura.
«Mi dispiace non aver potuto fare nulla di più. Se solo avessi
immaginato. Perdonami.» Quando finalmente smise di piangere, era
spuntato il sole.
Grazie mille per la segnalazione :D
RispondiEliminaPrego :)
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