Respiro Readers,
oggi vi segnalo un libro ambientato nello spazio e tra gli alieni.
Un avventura spaziale.
TITOLO: Malkha, le avventure del giovane Nedo
AUTORE: Francesco Ambrosio
CASA EDITRICE: LFA Publisher
Nedo, un giovane alieno del pianeta
Abixinia a cui deve ancora spuntare la coda, è un sognatore sulla
scia del fratello Blik. Ma sarà proprio la misteriosa scomparsa di
quest’ultimo durante una missione nello spazio insieme ad altri
quattro ricercatori a infondere nel ragazzo il coraggio necessario
per intraprendere il suo primo viaggio nello spazio e mettersi alla
ricerca del fratello.
In questa sua ricerca Nedo, in
compagnia di un bizzarro jeibex e della scorbutica Kita, dovrà
svelare il mistero dei labirinti parastellari sparsi qua e là nello
spazio, costruiti dal leggendario celestiale di nome Malkha. Ma in
questa sua ricerca il protagonista dovrà far fronte a una minaccia
che non smetterà mai di seguirlo. Questo non è un romanzo di
fantascienza ma un fantasy fiabesco che si spinge oltre i limiti
della realtà. Viaggi spaziali, azione, misteri da svelare e tanti
altri elementi vi trasporteranno in un’avventura molto fantasiosa e
ricca di colpi di scena.
Incipit:
Pianeti, stelle, galassie, tutto
normale ma solo se non includiamo in questo discorso anche Malkha.
Chi è in realtà Malkha? Difficile spiegarlo in poche parole ma di
sicuro nello spazio ha compiuto più imprese lui di qualsiasi
mortale. Malkha era un celestiale, ossia un essere formatosi nel
cielo o da polvere di stelle, come pensavano molti ricercatori
dell’universo che non ne avevano mai visto uno. Lui era diverso
dagli altri, abbastanza alto e robusto con orecchie a punta e altre
punte sulla testa che formavano una sorta di cresta naturale.
Appariva come un essere rossiccio e semi-invisibile, un po’come
tutti i celestiali. Ma avere quei tratti somatici era una rarità tra
i celestiali perché di norma si presentavano tutti come semplici
ammassi di pietra e di polvere. Era abbastanza massiccio di braccia e
di gambe e forse se fosse stato un comune mortale si sarebbe intuito
facilmente che lavoro facesse, ma un celestiale che lavoro poteva mai
avere nel cielo? Altri suoi simili gli avrebbero riso in faccia pur
non sapendo la risposta. Ma lui non aveva paura di rispondere. Un
costruttore. Sì, ma di cosa? Era la solita domanda che gli ponevano.
Di strutture singolarmente intricate e geometricamente organizzate,
rispondeva lui. Molti rimanevano a bocca aperta. Pensavano che da
tutta quell’importanza che si dava, fosse un lavoro per pochi
eletti.
I celestiali erano creature un po’
spaccone e anche molto ignoranti, si potrebbe dire, ma non lui, non
Malkha. Qualcuno che non capiva gli poneva una domanda un po’ più
specifica, ossia cosa significa costruttore di strutture
singolarmente intricate e geometricamente organizzate?
E lui stupito e un po’ imbarazzato di
far parte di quella specie rispondeva semplicemente: «Costruisco
labirinti parastellari».
In tanti non sapevano neanche cosa
fossero ma forse qualcuno ne aveva notati in giro per lo spazio. Lui
si gonfiava il petto d’orgoglio e diceva di averli costruiti con le
sue stesse mani. Iniziava a raccontare le sue imprese e in tanti,
colti dalla curiosità, lo circondavano.
Quando lo si vedeva svolgere il suo
lavoro era molto serio e di poche parole ma quando non lavorava si
prendeva gioco degli altri celestiali facendosi passare per un eroe o
addirittura un essere quasi leggendario. Ma torniamo al suo lavoro.
Cos’è in realtà un labirinto parastellare? Era appunto un
labirinto, che circondava e integrava stelle, una struttura che
interagiva con lo spazio. Ancora non ci siamo, detto così si capisce
ben poco.
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