Respiro Readers
vi segnaliamo
la nuova uscita
del romanzo dell'autrice italiana Claudia Torresan.
TITOLO: La veste profanata
AUTRICE: Claudia Torresan
CASA EDITRICE: Self Publishing
GENERE: Thriller Psicologico
PAGINE: 598
PREZZO EBOOK: 4.00
PREZZO CARTACEO: 14.00
DATA USCITA: 3 Giugno 2020
Roma fa nuovamente da
sfondo a un’indagine condotta dall’ispettore Ivan Tedesco.
In una notte di novembre,
particolarmente gelida e ventosa, un giovane di buona famiglia viene
assassinato nel proprio letto.
Quello che, a prima vista,
si presenta come un caso di omicidio su cui indagare, ben presto si
rivelerà un intreccio di misteri da svelare, di cui questo
assassinio rappresenta solo la punta dell’iceberg.
La famiglia Barone, a cui
apparteneva il ragazzo deceduto, crea da subito motivi validi per
essere ritenuta degna di attenzione e di ricerche accurate che
spieghino comportamenti inverosimili dopo la morte di un congiunto.
Quasi ogni membro di quel copioso nucleo familiare pare possedere un
movente per il delitto commesso.
E Ivan proseguirà
l’indagine con l’aiuto dell’ex collega, Oreste, dopo il suo
trasferimento fuori Roma, ma vicino a lui anche nel tentativo di
risolvere questo insidioso caso.
Insidioso al punto che
Ivan si troverà a dover disturbare un uomo potente, insospettabile e
la cui carica si colloca ai piani alti.
Il
corpo era immobile sulle candide lenzuola di flanella.
Il
volto era etereo in quel sonno profondo e le labbra abbozzavano una
smorfia. Era stata una giornata lunga. Un braccio si appoggiava alla
vita, l’altro era disteso lungo il fianco. La testa voltata di
lato.
Il
viso era illuminato soltanto dalla fioca luce di un lampione che
dall’esterno si faceva spazio tra le fessure della tapparella.
In
quella notte fredda di novembre, la pioggia stava tamburellando
rumorosamente contro il vetro e il vento gelido spirava violentemente
proprio in direzione della finestra.
Con
tutto quel baccano c’era voluto un bel po’ a prendere sonno.
Ma
adesso nulla gli avrebbe impedito di dormire. Non c’era pioggia
insistente in grado di svegliarlo. Neppure un vento sostenuto lo
avrebbe potuto disturbare.
Ormai
quel sonno era irreversibile. Quel sonno era destinato all’eternità.
Un risveglio era del tutto impensabile. La sorte aveva compiuto il
suo progetto. Senza dubbi, senza ripensamenti, senza coscienza, senza
scrupoli.
Quel
coltello impiantato nel petto e quel rosso che ormai sporcava le
bianche lenzuola non lasciavano dubbi.
Il
sonno sarebbe stato eterno e niente avrebbe potuto impedire il
verificarsi di ciò che aveva stabilito il destino.
E,
nel suo sonno senza ritorno, lui continuava a rimanere immobile,
inconsapevole di tutto.
-2-
Al
distretto di polizia del settore Celio di Roma tutto era cambiato.
Solo avvicinandosi all’ingresso, chi lavorava in quello stabile già
sentiva nell’aria un aroma diverso da quello che si respirava non
molto tempo prima. Da quel maledetto e ancora oggi in certi momenti
impensabile giorno, niente era più lo stesso.
Solo
l’ispettore Ivan Tedesco aveva ancora ben chiaro nella mente ogni
singolo attimo di quell’interrogatorio, ogni domanda rivolta ad
Oscar seduto accanto a lui, ogni risposta ricevuta da costui, ogni
accusa formulata nei suoi confronti, ogni prova addotta per
dimostrare la sua colpevolezza. Non avrebbe mai dimenticato quegli
attimi che per lui erano stati una sofferenza indescrivibile. Stava
tentando in ogni modo di far arrestare con l’accusa di omicidio il
suo migliore amico e ai tempi il suo superiore.
Dopo
quel fatto non si era mai concesso una tregua, un giorno di riposo.
Si era gettato nel lavoro a capofitto, cercando di allontanare il
ricordo di quel terribile interrogatorio, ogni volta che questo
tentava di tornargli alla mente. Una dura lotta, ma doveva vincerla.
Oltretutto si era ritrovato temporaneamente nuovo commissario del
distretto, per cui si era obbligato ad assumersi questa
responsabilità completamente, senza concedersi distrazioni. Non
poteva e non doveva.
Questo
lo aveva aiutato, tutto sommato.
Ma
i cambiamenti erano stati davvero molti da quel terribile giorno.
Innanzitutto,
lui stesso era appunto diventato il vicequestore in quel distretto,
incarico non da poco. Il suo vecchio commissario era stato accusato
di omicidio plurimo volontario e da poco era terminato il processo
che lo aveva ufficialmente condannato all’ergastolo.
Il
suo caro compare, l’ispettore Oreste Comelli, aveva ottenuto il
trasferimento a Palermo, dove ormai occupava la scrivania
dell’ispettore capo. Una promozione più che meritata.
L’agente
Mandi aveva fatto carriera anche lei. Paola ormai era agente scelto
ed era stata trasferita ad Ancona. Anche il suo buon amico Aldo,
l’abile capitano del RIS, ora lavorava a Parma, dove aveva trovato
il grande amore della sua vita.
In
certi momenti a Ivan sembrava quasi un sogno ciò che aveva intorno.
Nulla sembrava più reale ripensando al passato. Se ne erano andate
tutte le persone a lui più care. Anche con dei buoni motivi e con
grandi soddisfazioni, ma lui spesso si era chiesto se avesse ancora
un senso la sua presenza in quel distretto. Poi, ogni volta che
risolveva un caso importante e capiva di essere stato utile alla
comunità, si rispondeva da solo. Sì, aveva ancora senso che lui
restasse dove si trovava. La città aveva ancora bisogno di lui. E
lui di sentirsi utile per i suoi concittadini.
Non l'ho ancora letto, ma conoscendo già tutti i lavori precedenti di Claudia, e visto quanto anticipato sopra, sono matematicamente sicura che mi piacerà moltissimo -
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