Buongiorno Respiro Readers,
oggi vi segnalo il primo romanzo di una giovane autrice italiana emergente.
TITOLO: Vuoi conoscere un casino?
AUTRICE: Alex Astrid
CASA EDITRICE: Edizioni Il Ciliegio
COLLANA: Teeneger
PAGINE: 284
Giorgia è una sedicenne della provincia di Milano, scrive a Martina, la cugina morta pochi mesi prima in un incidente d’auto. Martina diventa così “un diario”, un’amica invisibile che accoglie tutte le confessioni e gli sfoghi di Giorgia. La prima lettera è datata 5 febbraio 2014 e narra gli avvenimenti accaduti subito dopo la scomparsa di Martina. Nelle lettere successive Giorgia racconta la sua vita: la famiglia, gli amici, gli amori, ma anche le delusioni e le grandi e piccole gioie. La ragazza racconta soprattutto la storia di un viaggio interiore che la porta fino alla liberazione delle proprie paure e incertezze.
In Vuoi conoscere un casino? c’è tutto il mondo dei giovani di oggi, senza filtri e ipocrisie.
Ho
iniziato a piangere quasi senza accorgermene, gocce delicate sul
viso, che si sono mescolate alla pioggia, dolce e salato. Un dito
sulla guancia. Mi sentivo stupida. Avevo sete, tanta sete. Ho alzato
la testa per assaggiare la pioggia. Pioggia, lacrime, pioggia. Che
differenza c’è? Riccardo è a casa adesso? A casa di chi? Sua? Non
penso. Lo ho immaginato sotto il mio stesso cielo, le mie stesse
nuvole scure, la stessa sete. Però niente lacrime per lui, quelle
sono solo mie. Solo io sto male, lui forse è felice, fatto e senza
di me. Ho girato su me stessa, una, due, tre volte. Una risata. Un
singhiozzo. Sono quasi caduta. Due mani sulle spalle.
«Stai
bene?» ha chiesto preoccupato un ragazzo riccio. Mi sono vista
riflessa nei suoi occhi scuri: bagnata, fradicia, la borsa messa a
caso, le labbra mordicchiate, la matita sbavata e l’espressione
stordita. Ho annuito. Confusa io, confuso lui.
«Sicura?»
Non
l’ho convinto per niente.
Ho
di nuovo scosso il capo.
«Invece
non mi sembra che tu stia bene. Io sono Daniele, e chiunque tu sia
non ho intenzione di lasciarti ondeggiare in questo modo. Dove devi
andare?»
Lo
vedevo sfocato, opaco...
Ho
sbattuto gli occhi, li ho sfregati nervosamente con le mani. Andava
meglio.
«No,
grazie, dai, sto bene, davvero, scusa se sembro così...» Non ho
trovato un aggettivo adeguato.
«Incasinata?
Matta?» mi è venuto in soccorso lui.
«Sì,
così incasinata. Scusa ma io sono un casino. Adesso vado.» Ho
allontanato delicatamente le sue braccia, che erano ancora sulle mie
spalle, e me ne sono andata, barcollante.
Oggi
quasi non ci ho fatto caso, forse non l’ho sentito, forse l’ho
solo immaginato, ma quel ragazzo, quel Daniele, quando mi sono
voltata, ha sussurrato tra sé: «Lei è un casino... mi piace come
nome. Casino.».
Grazie per la segnalazione :D
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